Gneo Domizio Enobarbo | |
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Console della Repubblica romana | |
Nome originale | Cneus Domitius Ahenobarbus |
Gens | Domitia |
Consolato | 192 a.C. |
Gneo Domizio Enobarbo[1] (in latino Cneus Domitius Ahenobarbus; fl. II secolo a.C.) è stato un politico romano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Fu edile plebeo nel 196 a.C. con Caio Curione ed, assieme al collega, portò in giudizio numerosi pecuarii; con le multe raccolte costruì un tempio dedicato a Fauno sull'isola Tiberina, che venne completato nel 194 a.C.[2].
Fu eletto console nel 192 a.C. ed ebbe come collega Lucio Quinzio Flaminino; fu inviato dal Senato contro i Boi, che si arresero immediatamente e Enobarbo rimase nel loro territorio fino all'anno successivo, quando cedette il comando al nuovo console Publio Cornelio Scipione Nasica[3].
Nel 190 a.C. fu legato del console Lucio Cornelio Scipione Asiatico durante la guerra contro Antioco III[4].
Un aneddoto, riportato anche da Livio, narra che durante l'anno del suo consolato uno dei suoi buoi abbia pronunciato l'avvertimento Roma, cave tibi[5].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ William Smith, Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, 1, Boston: Little, Brown and Company, Vol.1 p.84 n.1 Archiviato il 15 luglio 2008 in Internet Archive.
- ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXXIII, 42 XXXIV, 42, 43, 53.
- ^ Tito Livio, Ab urbe condita libri, XXXV, 10,20,22,40 XXXVI, 37.
- ^ Tito Livio, Ab urbe condita libri, XXXVII, 39.
- ^ Tito Livio, Ab urbe condita libri, XXXV, 21.
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