Giuseppe Mazzocca | |
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Nascita | Farindola, 7 ottobre 1922 |
Morte | Ivanowka, 22 dicembre 1942 |
Cause della morte | Morto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Fanteria |
Specialità | Alpini |
Reparto | 9º Reggimento alpini |
Anni di servizio | 1941-1942 |
Grado | Soldato |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna italiana di Russia |
Battaglie | Seconda battaglia difensiva del Don |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959)[1] | |
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Giuseppe Mazzocca (Farindola, 7 ottobre 1922 – Ivanowka, 22 dicembre 1942) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque in contrada Pagliaroli a Farindola, provincia di Pescara, il 7 ottobre 1922, figlio di Nicola e Antonia Pilone.[2] Crebbe all'interno di una famiglia di agricoltori, accudendo gli animali da cortile e le mucche, portando al pascolo le pecore, zappando i campi e facendo provvista di legna.[3] Nell'aprile 1941 fu arruolato nel Regio Esercito, venendo assegnato nel gennaio 1942 al battaglione alpini "L'Aquila" del 9º Reggimento alpini, facente parte della 3ª Divisione alpina "Julia". Nell’agosto successivo partiva per l'Unione Sovietica al seguito dell'ARMIR e giunto al fronte gli venne assegnato il compito di porta munizioni, andando su e giù per i camminamenti del fronte, sempre in prima linea.[3] Il 22 dicembre, durante i giorni della seconda battaglia difensiva del Don, il 22 dicembre 1942, a quota 204 a Ivanowka, rientrato nelle trincee italiane, si accorse che il suo compagno era rimasto indietro ed era ferito, ritornò quindi da lui lo sostenne e insieme tentarono invano di rientrare nelle linee nazionali.[3] Inquadrati dal tiro nemico una raffica di mitragliatrice gli staccò un braccio e lui, pur di non lasciare il compagno, con i denti trascinò la cassetta di munizioni.[3] Poco dopo una granata anticarro colpì in pieno i due soldati uccidendoli e facendo scempio dei corpi.[3] Il suo gesto fu conosciuto solo dopo la fine della guerra, e venne quindi insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[4][5]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Decreto del Presidente della Repubblica 13 aprile 1949.[7]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare 1965, p.143.
- ^ Combattenti Liberazione.
- ^ a b c d e Bianchi, Cattaneo 2011, p.341.
- ^ Bianchi, Cattaneo 2011, p.342.
- ^ Bianchi, Cattaneo 2011, p.343.
- ^ Quirinale - scheda - visto 23 marzo 2023
- ^ Registrato alla Corte dei conti il 7 maggio 1949, Esercito registro 13, foglio 297.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.
- Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 143.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Giovanni Vincenti (militare)
- Giuseppe Mendozza
- Luigi Manfredi
- Francesco Cazzulini
- Italo D'Eramo
- Francesco Ferrero (militare)
- Andrea Gerbolini
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Mazzocca, Giuseppe, su Combattenti Liberazione. URL consultato il 31 marzo 2023.
- Mazzocca, Giuseppe, su MOVM. URL consultato il 31 marzo 2023.
- Giuseppe Martelli, Mazzocca, Giuseppe, su Noi Alpini. URL consultato il 31 marzo 2023.