Giulia Maria Crespi vedova Paravicini e Mozzoni (Merate, 6 giugno 1923[1] – Milano, 19 luglio 2020) è stata un'imprenditrice e filantropa italiana fondatrice del FAI, discendente della famiglia di cotonieri lombardi, cugini dei proprietari della fabbrica di Crespi d'Adda.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Giulia Maria fu educata da precettori privati, apprendendo le lingue tedesca, francese e inglese. Il primo marito, conte Marco Paravicini[2], padre dei suoi gemelli Aldo (morto nel maggio 2020) e Luca, morì in un incidente dopo 4 anni di matrimonio.
A partire dalla metà degli anni sessanta, dopo la morte degli zii Mario e Vittorio Crespi, gestì come accomandataria – in luogo del padre Aldo, gravemente malato – la proprietà del Corriere della Sera, responsabile della linea e dei bilanci.[3] Fu soprannominata la «zarina» per lo stile arrogante, e contestato, della sua gestione[4], sotto la quale il quotidiano operò una netta virata a sinistra: la nuova linea, varata nel 1972 con il licenziamento del direttore Giovanni Spadolini e la sua sostituzione con Piero Ottone, fu sancita definitivamente con l'allontanamento, l'anno successivo, del giornalista Indro Montanelli, il quale bollò la Crespi come «dispotica guatemalteca» al termine di un lungo dissidio, mai ricomposto in seguito. Nel 1973, a causa degli ingenti passivi di bilancio del Corriere, la Crespi dapprima cedette quote della proprietà a Gianni Agnelli e Angelo Moratti; poi, nel 1974, liquidò la sua quota rimanente all'editore Andrea Rizzoli, uscendo definitivamente dall'amato Corrierone.
Nel 2013 possedeva il 2,353% delle azioni del Gruppo Editoriale L'Espresso.[5] Fu inoltre proprietaria di un'azienda agricola biodinamica, alla Zelata, situata nel Parco naturale del Ticino, a Bereguardo, che condusse dal 1974 assieme al figlio.[6]
Fu tra i fondatori del FAI - Fondo Ambiente Italiano,[7] fondazione di cui è stata presidentessa onoraria fino alla morte.[8]
È stata sposata con l'architetto nobile Guglielmo Mozzoni dal 2 giugno 1965 fino alla morte di lui (31 luglio 2014).[9]
Un contributo autobiografico dell'imprenditrice è stato oggetto della trasmissione televisiva Allo specchio. L'Italia è un Paese fondato sulle nonne , condotta da Paola Severini Melograni (puntata 7, 'La passione per l'Italia', con Giulia Maria Crespi e Rosanna Brambilla; trasmessa domenica 18 agosto 2013, ore 12.00, su Rai Storia, e mercoledì 28 agosto 2013, ore 01.00, su Rai 3).
È morta a Milano il 19 luglio 2020 a 97 anni[10]. Il 2 novembre 2020 il suo nome è stato iscritto nel Famedio di Milano[11].
Onorificenze e Premi
[modifica | modifica wikitesto]— 28 maggio 2003[12]
- Nel 2014 le viene attribuito il Premio Alessandro Manzoni alla carriera.[14]
- Nel 2016 Europa Nostra le ha attribuito il suo "Grand Prix" per "Dedicated service by individuals or organisations".[15]
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- Giulia Maria Crespi, Il mio filo rosso. Il «Corriere» e altre storie della mia vita, Collana Passaggi, Torino, Einaudi, 2015, ISBN 978-88-06-22538-4.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Articolo Arezzooggi
- ^ Sito online Economia Italiana, su economiaitaliana.it.
- ^ Montanelli. appuntamenti con la storia
- ^ Antonio Ferrari, «Giulia Maria Crespi, il coraggio di ascoltare l'intuito», domenica 1º novembre 2015, p.33, Corriere della Sera
- ^ Principali azionisti Archiviato il 6 novembre 2013 in Internet Archive. del Gruppo al 18 aprile 2013.
- ^ Crf. il sito cascineorsine.it Archiviato il 1º gennaio 2013 in Internet Archive..
- ^ La nostra storia Archiviato il 3 marzo 2014 in Internet Archive., sito ufficiale del FAI.
- ^ Statuto e organi Archiviato l'8 ottobre 2015 in Internet Archive., sito ufficiale del FAI.
- ^ Libro d'Oro della Nobiltà Italiana - Collegio Araldico Roma - Edizione 2010/14 - Tomo II - pagina 183 - Famiglia Mozzoni.
- ^ Addio a Giulia Maria Crespi, fondatrice del Fai, su La Stampa, 19 luglio 2020.
- ^ Beatrice Curti, Cimitero Monumentale: 18 nuovi nomi incisi al Famedio, da Franca Valeri a Philippe Daverio, su milanoweekend.it, 3 novembre 2020.
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
- ^ Laurea honoris causa a Giulia Maria Mozzoni Crespi e a Sandro Ruffo, magazine.unibo.it
- ^ Vincitori Premio alla carriera (2014) Giulia Maria Mozzoni Crespi, su premiomanzonilecco.it, Ottobre 2014. URL consultato il 5 novembre 2020.
- ^ (EN) Mrs. Giulia Maria Crespi, su europeanheritageawards.eu, 7 aprile 2016. URL consultato il 5 novembre 2020.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Giulia Maria Crespi
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