Giovanni Carlo Cosenza (Napoli, 1765 – Napoli, 25 febbraio 1851) è stato un drammaturgo italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Giovanni Carlo Cosenza fu un prolifico drammaturgo, e il suo stile fu un po' influenzato da tutte le mode teatrali contemporanee, dimostrandosi in tal modo versatile.[1]
Era talmente forte l'amore per la drammaturgia, al punto da farsi costruire un teatrino nel suo palazzo e a fondare una compagnia di dilettanti.[2]
Si dimostrò molto abile nella trasposizione di opere letterarie da Atala inserita nel dramma La Dama e il poeta (1820), a I masnadieri di Friedrich Schiller trasformata nel Roberto Maldar capo d'assassini.[2]
Egli aggiornò opere teatrali già recitate modificandone la trama, come per le tragedie shakespeariane (Otello, 1813 e Giulietta Cappelli, 1817) alterandone la conclusione, quasi sempre a lieto fine.[2]
Seguì il dramma della gelosia intitolato Dante a Ravenna, basato su una personale interpretazione e spiegazione di tutti i problemi politici che ebbe Dante Alighieri nel corso della sua vita.[2]
Il più grande successo di Cosenza però fu del 1818, messo in scena nell'antico Teatro dei Fiorentini a Napoli, un dramma comprendente alcuni elementi del melodramma e altri preromantici intitolato Un traviamento di ragione, caratterizzato da effetti scenici inattesi e dalle grandi tensioni emozionali.[2]
Cosenza ebbe come obiettivo quello di produrre un teatro di stampo romanzesco per diffondere un'ideologia populistica e di una moralizzazione sociale sempre a lieto fine.[2]
Il tono serio e l'uso di un linguaggio alto furono evidenziati nei drammi come Madamigella Clairon (1819), nel Pietro Chiari (1821) e nel Salvator Rosa (1822), che costituirono una specie di biografia letteraria romanzata. Sempre in questi anni sono da ricordare l'Erede dell'usuraio (1823) e Il berretto nero (1823).[2]
La versatilità di Cosenza fu ben espressa dalla commedia satirica I pazzi per progetto , ambientata in un manicomio, così come ne Lacabala e in Don Saverio Cacciasugo al castello di Baccellana ossia Il diavolo muto.[2][1]
Altri drammi di una certa importanza si rivelarono Un odio ereditario (1823) e soprattutto drammi come Marta Hall (1835), che descrive il processo ad una donna ingiustamente condannata.[2]
Dopo l'Ettore Fieramosca del 1831, nel fortunato biennio 1837-1838 Cosenza ridusse il Marco Visconti, Margherita Pusterla e Niccolò de' Lapi, oltre che nel 1836 una Gemma Garbina dal Tiranno di Padova di Victor Hugo.[2]
Tra le sue ultime opere si ricordano L'eccesso delle passioni (1840) e Sofia Cottin (1843), ambientato nella Francia rivoluzionaria.[2]
Cosenza fu un drammaturgo molto rinomati al suo tempo e complessivamente mise in scena oltre 300 opere di vario genere, dal teatro larmoyant a quello storico, dal patetico al comico.[1]
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- Otello (1813);
- Giulietta Cappelli (1817);
- Un traviamento di ragione (1818);
- La Dama e il poeta (1820);
- Roberto Maldar capo d'assassini;
- Dante a Ravenna;
- Madamigella Clairon (1819);
- Pietro Chiari (1821);
- Salvator Rosa (1822);
- Erede dell'usuraio (1823);
- Il berretto nero (1823);
- I pazzi per progetto;
- Lacabala;
- Don Saverio Cacciasugo al castello di Baccellana ossia Il diavolo muto;
- Un odio ereditario (1823);
- Marta Hall (1835);
- Ettore Fieramosca (1831);
- Marco Visconti (1835);
- Niccolò de' Lapi (1836);
- Gemma Garbina dal Tiranno di Padova (1836);
- Margherita Pusterla (1837);
- L'eccesso delle passioni (1840);
- Sofia Cottin (1843).
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- A. Alberti, Storia del Teatro de' Fiorentini, Napoli, 1878.
- (a cura di) Maria Bandini Buti, Enciclopedia biografica e bibliografica italiana, II, 1944.
- G. Costetti, Il teatro italiano nel 1800, Rocca San Casciano, 1901.
- S. D'Amico, Il teatro italiano, Milano, 1933.
- Emilio Faccioli, Il Teatro Italiano, Einaudi, 1975.
- G. Gallina, Teatro completo, XVIII, Milano, Treves, 1930.
- C. Levi, Il teatro, Roma, 1919.
- Mirella Schino, Profilo del teatro italiano dal XV al XX secolo, Carocci, 2003.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Rosario Contarino, COSENZA, Giovanni Carlo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 30, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1984.
- (EN) Opere di Giovanni Carlo Cosenza, su Open Library, Internet Archive.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 73159143 · ISNI (EN) 0000 0001 2028 4379 · SBN SBLV199784 · BAV 495/192847 · CERL cnp00905735 · LCCN (EN) n97875864 · GND (DE) 1053409303 · BNF (FR) cb10666910p (data) |
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