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Giovanni Battista Meduna (Venezia, 1800 – Venezia, 27 aprile 1886) è stato un architetto italiano.

La sua opera si incentrò particolarmente nella ricostruzione e nel restauro. A Venezia ricostruì il Gran Teatro La Fenice, distrutto dall'incendio del 1836 e partecipò al restauro di altri edifici quali la Ca' d'Oro, la basilica di San Marco e la chiesa di San Silvestro.^[1]

Nell'entroterra si occupò della ricostruzione di numerosi luoghi di culto, come il Duomo di San Donà^[2] (distrutto nella prima guerra mondiale), le chiese parrocchiali di Fossalta di Piave, Santa Lucia di Piave e Carpenedo. Si occupò, inoltre, del rimaneggiamento della facciata dell'arcipretale di Noale, della sopraelevazione del campanile sempre dell'arcipretale di Noale e dei restauri della chiesa di San Nicolò a Treviso, nonché della progettazione dei teatri "Dante Alighieri" di Ravenna e "Antonio Bajamonti" di Spalato.

Edificò, per la ricca famiglia Balbi Valier, Palazzo Balbi Valier Sammartini a Pieve di Soligo.^[3]

Collaborò spesso con il fratello Tommaso, ingegnere e progettista del primo ponte ferroviario tra Venezia e la terraferma.^[1]

• AA.VV., Palladio, la sua eredità nel mondo, catalogo della mostra (Vicenza, Basilica Palladiana, maggio-novembre 1980), Milano, Electa, 1980.
• Amerigo Restucci (a cura di), Storia dell'archiettura italiana, L'Ottocento, 2 voll., Milano, Electa, 2005.

• Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giovanni Battista Meduna

• Meduna, Giovanni Battista, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
• Paolo Mezzanotte, MEDUNA, Giovanni Battista, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1934.

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