Gianluca Busato (Treviso, 14 maggio 1969) è un politico, ingegnere e attivista italiano.
Fondatore della piattaforma plebiscito2013.eu, con Lodovico Pizzati ha promosso la nascita del sito plebiscito.eu ed è stato uno degli organizzatori del referendum online sull'indipendenza del Veneto, svoltosi dal 16 al 21 marzo 2014.[1][2]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Mentre frequentava la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Padova, militò nella Liga Veneta-Lega Nord, venendo eletto consigliere comunale a Casier. Espulso dal partito, nel 1997 fondò il Movimento Indipendentista Padano, del quale fu portavoce per due anni.[3][4] Fu indagato per aver sostenuto il progetto di creazione della Padania, e una serie di azioni a seguito dell'occupazione del campanile di san Marco da parte dei Serenissimi[5][6], cui non prese parte personalmente. Tali accuse lo indussero ad abbandonare l'indipendentismo padano per aderire al movimento per l'indipendenza veneta, ritornando all'attività politica solamente quando fu depenalizzato il reato d'opinione.[1]
Nel 2006 scrisse un pamphlet politico e fondò il Movimento Veneto[7][8] , al quale un anno dopo seguì la nascita del Partito Nazionalista Veneto (PNV), del quale fu il segretario dal 2008 al 2010.[9] Assunse ruoli di vertice in varie organizzazioni sorte in seno al PNV: Stato Veneto (dal 2010 al 2012), Indipendenza Veneta (dal 2012 al 2013), Plebiscito 2013 (dal 2013 al 2014) e, infine, Veneto Sì, (dal 2013, attivo al 2019).[7]
La sua notorietà a livello regionale deriva dall'organizzazione del Referendum per l'Indipendenza del Veneto, legalmente non riconosciuto dallo Stato italiano, e svoltosi nel sito plebiscito.eu dal 15 al 21 marzo 2014. Secondo lo staff della piattaforma, al referendum online parteciparono 2,36 milioni di cittadini veneti (pari al 63,2% degli aventi diritto), l'89,1% dei quali ha votato a favore, pari ad una quota rappresentativa del 56,6% dell'elettorato attivo.[10][11] I voti contrari furono circa 250.000.[12] La notte del 21 marzo, festeggiò il risultato a Treviso, proclamando l'indipendenza del Veneto.[13][14][15] Nel corso della consultazione referendaria, furono eletti 10 "delegati per l'indipendenza", fra i quali Busato risultò il candidato più votato con 135.306 preferenze.[10][11]
Veneto Sì
[modifica | modifica wikitesto]Veneto Sì è il partito nato con l'obbiettivo di «difendere i risultati con la dichiarazione di indipendenza», successiva all'esito referendario del 21 marzo 2014. Dal 2013, il segretario di Veneto Sì è Gianluca Busato.[16][17]
Il 21 marzo 2015, la piattaforma plebiscito.eu ha organizzato l'elezione di una maggioranza di deputati per il Parlamento Provvisorio della Repubblica Veneta[18], senza presentare una propria lista di candidati alle elezioni regionali tenutesi a maggio del 2015 a causa della mancata sottoscrizione del numero minimo di firme previsto per legge.
Questo fatto è stato parzialmente imputato da Forza Nuova al numero di annullamenti in sede amministrativa, mentre per la lista Busato la riduzione del periodo di raccolta ad un mese avrebbe penalizzato i movimenti che non disponevano di una capillare presenza nel territorio necessaria per un celere raggiungimento del quorum.[19]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Claudia Daconto, Il Veneto e il referendum per l'indipendenza (come la Crimea) - Panorama, su news.panorama.it, 20 marzo 2014. URL consultato il 30 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2014).
- ^ Board, su digitnut.com, 22 settembre 2011. URL consultato il 30 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 3 maggio 2016).
- ^ Marco Bonet, "Indipendenza, 700 mila voti" Scontro sul referendum digitale, su corrieredelveneto.corriere.it. URL consultato il 30 marzo 2017.
- ^ Archivio Corriere della Sera, su archiviostorico.corriere.it. URL consultato il 30 marzo 2017.
- ^ Archivio Corriere della Sera, su archiviostorico.corriere.it. URL consultato il 30 marzo 2017.
- ^ Archivio Corriere della Sera, su archiviostorico.corriere.it. URL consultato il 30 marzo 2017.
- ^ a b Lo stato dell’arte dell’indipendentismo veneto dopo il declino di IV e VS | PLEBISCITO 2013 | PNV. Press News Veneto, su pnveneto.org, 15 gennaio 2008. URL consultato il 30 marzo 2017.
- ^ http://www.cavarzere.it/leggi_notizia.php?id_notizia=492
- ^ Cariche e funsion del pnv | PLEBISCITO 2013 | PNV. Press News Veneto, su pnveneto.org. URL consultato il 30 marzo 2017.
- ^ a b REFERENDUM DI INDIPENDENZA DEL VENETO: I RISULTATI, su blog.plebiscito.eu, 22 marzo 2014. URL consultato il 30 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2014).
- ^ a b Veneto Libero, Indipendente (nella Nato in Europa e con l'Euro.... Il Problema è lo STATO ITALIANO) - Rischio Calcolato, su rischiocalcolato.it, 22 marzo 2014. URL consultato il 30 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 25 marzo 2014).
- ^ (EN) Tom Kington, I Veneti si pronunciano a favore del distacco dall'Italia durante un referendum non ufficiale, su telegraph.co.uk, roma, 21 marzo 2014. URL consultato il 6 agosto 2019 (archiviato il 22 marzo 2014).
- ^ Referendum indipendenza Veneto: 2 milioni di sì, su rainews.it. URL consultato il 30 marzo 2017.
- ^ Marco Bonet, In mille dichiarano l’indipendenza "Ora Zaia può solo inseguirci", su corrieredelveneto.corriere.it. URL consultato il 30 marzo 2017.
- ^ Venice votes to split from Italy as 89% of residents back independence, su dailymail.co.uk. URL consultato il 30 marzo 2017.
- ^ A TUTTO CAMPO | Veneto Sì, a difesa dell'indipendenza della Repubblica Veneta, su venetosi.org, 22 marzo 2014. URL consultato il 27 febbraio 2015.
- ^ Dopo il referendum, nasce il partito, su ilgazzettino.it. URL consultato il 27 febbraio 2015.
- ^ Risultati del referendum del 21 marzo 2015
- ^ Paolo Francesconi, Due milioni di click, ma poche firme Plebiscito.eu escluso dalle Regionali, su ilgazzettino.it. URL consultato il 6 agosto 2019 (archiviato il 7 marzo 2016).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito di Plebiscito 2013, su plebiscito2013.eu. URL consultato il 6 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2013).
- Sito di plebiscito.eu, su plebiscito.eu.