Gabriele Cimadoro | |
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Sottosegretario di Stato del Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato | |
Durata mandato | 22 dicembre 1999 – 25 aprile 2000 |
Presidente | Massimo D'Alema |
Predecessore | Umberto Carpi |
Successore | Cesare De Piccoli |
Deputato della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 1996-2001 – 2008-2013 |
Legislatura | XIII, XVI, |
Gruppo parlamentare | CCD-CDU, UDR, I Democratici (XIII Leg.), Italia dei Valori (XVI Leg.) |
Coalizione | Polo per le Libertà - Centro-sinistra |
Circoscrizione | III - Lombardia 1 |
Collegio | Milano 10 |
Dati generali | |
Partito politico | CCD (1994-1998) UDR (1998-1999) I Democratici (1999-2000) IdV (2000-2001; dal 2007) UDC (2002-2007) |
Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
Gabriele Cimadoro (Palazzago, 24 giugno 1951) è un politico italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Di professione agente immobiliare, è cognato di Antonio Di Pietro.
Esponente del Centro Cristiano Democratico, nel 1994 ne diventa segretario regionale in Lombardia[1] e nel 1996 viene eletto alla Camera dei Deputati. Nel 1998 segue Clemente Mastella e aderisce all'Unione Democratica per la Repubblica. Successivamente, nel 1999, passa a I Democratici e diventa sottosegretario di Stato del Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato durante il governo D'Alema II.
Nel 2000, insieme ad Antonio Di Pietro e ad Elio Veltri, è espulso dal partito dopo aver negato la fiducia al governo Amato II[2]; in seguito Cimadoro aderisce all'UDC.
Nel 2006 si candida a sindaco alle elezioni comunali di Palazzago, ma è sconfitto fermandosi al 37,7% dei voti[3].
Nel 2007 passa all'Italia dei Valori[4], per il quale è rieletto alla Camera nel 2008, termina il proprio mandato parlamentare nel 2013. Nel 2009 si candida a presidente della provincia di Bergamo, piazzandosi al quarto posto con il 5,8% dei voti.
Nell'agosto 2016 viene sorpreso a cacciare di frodo in Serbia, dove minaccia e tenta di investire i volontari delle guardie ecologiche intervenute per fermare il bracconiere[5].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Il cognato "contro" Di Pietro, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 7 agosto 1994. URL consultato il 6 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
- ^ Democratici, Di Pietro espulso per il no ad Amato, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 7 maggio 2000. URL consultato il 6 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
- ^ Archivio Storico delle Elezioni - Comunali del 28 maggio 2006, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno. URL consultato il 6 aprile 2012.
- ^ Cesare Zapperi, Cimadoro dà l'addio all'Udc e torna dal cognato Di Pietro, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 17 ottobre 2007. URL consultato il 6 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
- ^ Copia archiviata, su tv.ilfattoquotidiano.it. URL consultato il 13 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 14 agosto 2016).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gabriele Cimadoro
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Gabriele Cimadoro, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Gabriele Cimadoro, su Openpolis, Associazione Openpolis.
- Registrazioni di Gabriele Cimadoro, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
- Scheda personale, su leg13.camera.it, Camera dei Deputati - XIII legislatura. URL consultato il 6 aprile 2012.