La stagione calcistica tedesca orientale 1989-90 fu influenzata pesantemente dal clima di cambiamenti politici in seguito al crollo del Muro di Berlino: diverse squadre subirono infatti alcuni cambiamenti dal punto societario, in particolare la stessa Dinamo Berlino che, perso il patrocinato della Stasi (scioltasi definitivamente l'8 dicembre 1989), cambiò nome in Fußballclub Berlin a partire dal 2 febbraio 1990[1] (anche se tale avvenimento fu ufficializzato solo il 19 febbraio[2]). Il clima politico ebbe influenze sulla squadra anche dal punto di vista tecnico, dato che iniziò, con la dipartita di Andreas Thom a metà campionato verso il Bayer Leverkusen, l'esodo dei migliori giocatori della squadra. Per quanto riguarda i risultati, la squadra, che in estate aveva visto, dopo dieci anni, l'avvicendamento in panchina di Jürgen Bogs con Helmut Jäschke (il quale fu sostituito a marzo da Peter Rohde), concluse il campionato in quarta posizione, rimanendo in corsa per la qualificazione in Coppa UEFA fino alla penultima giornata. In coppa nazionale la Dinamo Berlino, detentrice del trofeo, fu eliminata ai quarti di finale dai Vorwärts Frankfurt (allora militanti in Liga, la seconda serie tedesca orientale), mentre in Coppa delle Coppe la squadra, alla sua finora ultima partecipazione nelle coppe europee, fu estromesso agli ottavi di finale dal Monaco al termine di una gara risoltasi solo dopo i tempi supplementari e che vide i monegaschi prevalere solo grazie alla regola dei gol fuori casa.
Viene inizialmente riconfermato il tradizionale completo della Dinamo Berlino, con maglia amaranto con colletto bianco, con però la variante dei calzoncini e i calzettoni in tinta con la maglia. A partire dal febbraio del 1990, in concomitanza con il cambio di denominazione della società, viene introdotta una nuova maglia di colore bianco con le spalle ornate da una fantasia amaranto, firmata dalla Patrick. La divisa è completata da calzoncini e calzettoni di colore amaranto, anche se a volte questi sono di colore bianco.