Pietro Francesco Tagliapietra, detto Paciotto o Paciotti (Urbino, 1521 – Urbino, 14 luglio 1591), è stato un architetto e ingegnere italiano, autore di numerose opere civili e militari del XVI secolo.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio di Giacomo di Orazio Paciotti, che ricoprì importanti cariche presso la corte ducale, e di Faustina di Leonardo Della Rovere.
Fu allievo a Urbino di Gerolamo Genga, prima di recarsi a Roma all'Accademia Vitruviana. Lavorò in Emilia per i Farnese, ai quali fu raccomandato da Annibal Caro, segretario e da Alessandro Manzuoli.
Ottavio, secondo duca di Parma e Piacenza lo incaricò per il primo progetto, del 1558, per il palazzo Farnese di Piacenza. Sulle rive del Po, smantellò la cittadella viscontea e vi cominciò la costruzione della sede ducale il 9 dicembre 1558. Il progetto prevedeva un edificio rettangolare attorno a un cortile con loggiato ed esedra, posta sul lato opposto a quello dell'ingresso.
Il progetto fu successivamente modificato dal Vignola, che dal 1561, subentrò al incarico, riprogettandolo completamente. Paciotto si era infatti allontanato dall'Italia a seguito della moglie del duca Ottavio, Margherita d'Austria. Era stata infatti nominata da Filippo II di Spagna governatrice delle Fiandre. Qui realizzò la cittadella di Anversa.
Dal 1564 a 1568 eresse, per il duca Emanuele Filiberto, le cittadelle di Vercelli e Torino, dal 1563 capitale dello Stato sabaudo, coadiuvato dall'allievo Bernardino Facciotto. Nel 1572 e nel 1589 fu alla corte dei Gonzaga di Mantova per redigere un aggiornamento delle difese della città.[1]
Nel 1568 comprò palazzo Passionei, assieme ai primi due poderi nel castello di Montefabbri.
Eseguì anche progetti per Filippo II di Spagna; si occupò della chiesa dell'Escorial, e di quella per le Descalzas Reales a Madrid.
Per i Farnese fornì anche disegni per il Palazzo di Caprarola, introducendo nei propri progetti, prima del Vignola, la rampa elicoidale all'ingresso. Criticò duramente il progetto vignolesco al cardinale Alessandro Farnese.
Per la Repubblica di Lucca lavorò al grande cantiere delle mura della città.
Per lo Stato Pontificio progettò il campo trincerato di Ancona, ampliamento della Cittadella realizzata pochi anni prima da Antonio da Sangallo il giovane.
Molto probabilmente è l'autore del progetto del Corridore di Parma; primo nucleo del Palazzo della Pilotta di Parma; il duca Ottavio, infatti, nel 1580 richiamò il Paciotto a Parma, forse proprio per redigere il progetto dell'edificio lineare su tre pilastri che univa la fortezza sforzesca al Palazzo Ducale.
Francesco Maria II della Rovere, duca di Urbino lo nominò nel 1578 conte del feudo di Montefabbri. Il castello di Montefabbri fu acquistato da Paciotti per la somma di 6.000 scudi. I suoi discendenti conservarono il feudo di Montefabbri fino al 1744, quando il conte Federico Paciotti morì senza eredi nella linea maschile e la contea tornò a far parte assieme ad Urbino dello Stato della Chiesa.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Mariano Vignoli (a cura di), Castelli, guerre, assedi. Fortificazioni mantovane, bresciane e cremonesi alla prova del fuoco (XIII-XVIII secolo), Mantova, 2008.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Amadio Ronchini, Francesco Paciotti: memoria, Modena, C. Vincenzi, 1866.
- Storia dei principi Paciotti di Montefabbri: ramo discendente da Ottavio primogenito del conte Francesco Paciotti di Urbino vissuto nel 16. secolo, Roma, Edizioni Nettuno, 1990.
- Nadia Ragni,L'attività europea di Francesco Paciotti architetto militare della 'scuola roveresca', in Pesaro città e contà, Rivista della Società pesarese di studi storici, nº 2, Pesaro 1993, pp. 57-72.
- Nadia Ragni, Francesco Paciotti. Architetto urbinate (1521-1591), Urbino, Accademia Raffaello, 2001, ISBN 88-87573-08-5.
- Nadia Ragni, Francesco Paciotti conte di Montefabbri (1578-1591), in Il molino di Pontevecchio. La storia il restauro, Villa Verucchio, Metauro Edizioni, Pesaro 2008.
- Nadia Ragni,Documenti sul mulino della famiglia Paciotti a Pontevecchio di Colbordolo, in AA. VV. Rerum Urbinatium Archiva, Studi in memoria di Leonardo Moretti, (a cura di) Antonello De Berardinis e Giuseppina Paolucci, Archivio di Stato di Pesaro, Urbania 2010.
- Ian Verstegen,Francesco Paciotti: Architetto urbinate (1521-1591), in Renaissance Quarterly, Temple University Philadelphia 2004.
- Carlo Promis, La vita di Francesco Paciotto da Urbino, architetto civile e militare del XVI secolo, in Miscellanea di storia italiana, tomo IV, Torino 1863, pp. 360-442.
- George Kubler, Francesco Paciotto architect, in L. Freeman Sandler, a cura di, Essay in memory of Karl Lehmann, New York 1964, pp. 176–189;
- Claudia Bonardi, "Francesco Paciotti", in Dizionario Biografico degli italiani, Treccani, 2015.
- Giampiero Brunelli, PACCIOTTO, Francesco, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 80, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2014. URL consultato il 30 dicembre 2017.
- Fonti archivistiche
- Carlo Promis, La vita di Francesco Paciotto da Urbino architetto civile e militare del secolo XVI, in Miscellanea di storia italiana, T.4, 1863, pp. 361-442, OCLC 908147993. (tratta dal libro omonimo)
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Leone Andrea Maggiorotti, PACIOTTO, Francesco, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1935.
- Paciòtti o Paciòtto, Francésco, su sapere.it, De Agostini.
- (ES) Francesco Paciotto, in Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia.
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