Francesco Battaglia (Catania, 1701 – 1788) è stato un architetto italiano, che operò nella Sicilia orientale nel XVIII secolo.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Battaglia iniziò la sua carriera, insieme al fratello Domenico, come Lapidum incisor, in pratica come scultore degli apparati decorativi lapidei che sono una delle caratteristiche più appariscenti dell'architettura barocca siciliana. La sua prima formazione avvenne, quindi, nei cantieri edilizi della ricostruzione avvenuta dopo il famoso terremoto del 1693. Da semplice scultore, però, la straordinaria bravura di Battaglia nell'interpretare i temi e gli stilemi dell'architettura barocca gli consentì una rapida ascesa nella professione, stavolta, di architetto. Era genero dell'architetto Andrea Amato che aveva cominciato anch'egli come scalpellino.
Ben presto fu a capo di uno studio con diversi collaboratori; in particolare con Stefano Ittar, architetto di origine polacca, costituirà un sodalizio fondamentale per il barocco catanese, in quanto si fonderanno nelle loro opere la tradizione architettonica barocca di respiro europeo con quella siciliana, tanto da non potere spesso distinguere la paternità del progetto. Tale sodalizio si rafforzerà ancora di più col matrimonio di una delle figlie di Battaglia con Ittar.
Per un periodo piuttosto lungo ebbe modo di intervenire su importanti cantieri dove spesso è difficile distinguere il contributo dei vari artisti, e di progettare un numeroso elenco di edifici soprattutto a Catania, grazie soprattutto agli appoggi delle autorità diocesane e nonostante l'agguerrita concorrenza di altri validi progettisti attivi nella ricostruzione dei poli monumentali della città come Giovan Battista Vaccarini e Giuseppe Palazzotto.
A Catania divenne anche soprintendente ai lavori dell'Almo Studio dal 1759, professore di geometria pratica e architettura civile presso l'Università (1779-88), architetto della Deputazione Opere Pubbliche e del Real Patrimonio (1763-78).
Alla sua morte alcune sue opere furono portate avanti dal figlio Antonino Battaglia.
Principali opere
[modifica | modifica wikitesto]- Palazzo Ardizzoni di via Manzoni a Catania.
- Partecipazione al cantiere del monastero di San Nicolò l'Arena di Catania.
- Cappella di Maria Santissima della Carità a Licata.
- Facciata della Chiesa della Santissima Trinità a Catania (dal 1745),[1] insieme a Stefano Ittar.
- Chiesa di San Camillo a Catania (dal 1735).[2]
- Progettazione del prospetto del duomo di San Nicolò e del Santissimo Salvatore di Militello in Val di Catania.
- Facciata e restauro della chiesa madre (dal 1816 cattedrale di San Giuliano) di Caltagirone (1766).[1]
- Duomo di San Mauro di Aci Castello (fine 1760 e con prospetto del 1774 ca.).
- Basilica di San Filippo d'Agira di Aci San Filippo (dal 1759).[1]
- Chiesa di San Michele Arcangelo ai Minoriti a Catania (dal 1771-1787).[1]
- Facciata della chiesa del Carmine a Catania (attr., 1766).
- Porta Ferdinandea a Catania (1768), insieme a Ittar.
- Piazza San Filippo a Catania (1768-'69).
- Sovrintendenza dei lavori di ampliamento del Palazzo Biscari a Catania (gli viene attribuita la scala dei musici).
- Tondo Vecchio a Caltagirone.
- Chiesa di San Giuseppe ad Aci Catena, in provincia di Catania.
- Progetto e costruzione Palazzo Nobiliare Villaroel di via Crociferi a Catania (probabilmente tra il 1745 e il 1766) con la collaborazione di Stefano Ittar.
- Palazzo del Senato di Piazza Armerina, 1763-1783.[3]
- Cupola della chiesa madre (oggi basilica cattedrale di Maria Santissima delle Vittorie) di Piazza Armerina, 1767.
- Chiesa di Santo Stefano di Caltagirone (attr.).[4]
- Palazzo Reburdone a Catania[5]
- Collegio Cutelli a Catania.[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d V. Librando, Francesco Battaglia, architetto del XVIII secolo, in: “Cronache di Archeologia e Storia dell’Arte”, Catania 1963, pp. 134-142
- ^ M. R. Nobile, Prassi tipologica nella Sicilia del XVIII secolo: le chiese a pianta ovale del Val di Noto, in: “Annali del barocco in Sicilia. Studi sulla ricostruzione del Val di Noto dopo il terremoto del 1693”, n. 1/1994, Roma 1994, pp. 55-61
- ^ Salvatore Maria Calogero, L'opera di Battaglia, in La Sicilia, quotidiano, Catania, 11 gennaio 2017.
- ^ Stefano Piazza, Cupole e facciate leggiate nella architettura chiesastica siciliana dei Settecento, in Espacio, riempo y Forma, Serie VII, H.^ del Arte, t. 11, 1998, pp. 217-234.
- ^ a b Eugenio Magnano Di San Lio, Giovan Battista Vaccarini: architetto siciliano del Settecento, Lombardi, 2008, ISBN 978-88-7260-171-6.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Luigia Maria Tosi, BATTAGLIA, Carmelo e Francesco, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1930. URL consultato il 30 ottobre 2015.
- Vito Librando, Francesco Battaglia, architetto del XVIII secolo, Catania, Giannotta, 1971 [Cronache di archeologia e storia dell'arte n° 3, 1963], SBN SBL0385225.
- Salvatore Boscarino, Sicilia Barocca. Architettura e città 1610-1760, a cura di Marco Rosario Nobile, Roma, Officina Edizioni, 1997 [1981], ISBN 978-88-6049-047-6, SBN VEA0045457.
- Domenica Sutera, Le relazioni di progetto e il modello di Francesco Battaglia per la cupola della chiesa madre di Piazza Armerina, in "Lexicon. Storie e architettura in Sicilia", n. 3, Palermo, 2007, SBN CFI0567617.
- Domenica Sutera, La chiesa madre di Piazza Armerina. Dalla riforma cinquecentesca al progetto di Orazio Torriani, Caltanissetta, Lussografica, 2011.
- Salvatore Maria Calogero, La cappella di Maria Santissima della Carità a Licata, in Lèmbasi, n. 4, Catania, 2011 (III), pp. 51-72.
- Salvatore Maria Calogero, L’inventario dei libri dell’architetto Francesco Battaglia, in Agorà. Periodico di cultura siciliana, n. 45, Catania, 2013 (XIV), pp. 43-45.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Francesco Battaglia
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Battàglia, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 30 ottobre 2015.
- Francesco Battaglia, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.
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