Ferruccio Antonio Talentino | |
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Nascita | Madrid, 8 luglio 1896 |
Morte | Monte Busa Alta, 6 ottobre 1916 |
Cause della morte | caduto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio esercito |
Arma | Fanteria |
Specialità | Alpini |
Reparto | 152ª Compagnia, Battaglione alpini "Monte Arvenis", 8º Reggimento alpini |
Anni di servizio | 1915-1916 |
Grado | Sottotenente di complemento |
Guerre | Prima guerra mondiale |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro[1] | |
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Ferruccio Antonio Talentino (Madrid, 8 luglio 1896 – Monte Busa Alta, 6 ottobre 1916) è stato un militare italiano che ha svolto servizio nel corpo degli alpini durante la prima guerra mondiale, dove fu decorato con la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nasce a Madrid, Spagna l’8 luglio 1896[2] figlio di Pier Angelo, un insegnante[N 1] che si trovava nella capitale spagnola per lavoro, e di Annetta Baldassar.[3] Ritornato in Italia per frequentare l’Istituto Sommeiller di Torino, nel novembre 1915 viene chiamato a prestare servizio militare, arruolato nel Regio Esercito.[3] Destinato all'8º Reggimento alpini è ammesso a frequantare il corso per Allievi ufficiali, e nel luglio 1916 riceve la nomina a sottotenente di complemento,[2] assegnato in zona di operazioni alla 152ª Compagnia dell'appena formato Battaglione alpini "Monte Arvenis". Si distinse durante i combattimenti nel settore del Pal Grande, del Pal Piccolo e sul Freikofel, in Carnia.[3] Trasferito sul fronte di val di Fiemme in Trentino,[3] il 5 ottobre 1916,[2] partecipa ad un'azione per la conquista di Monte Busa Alta,[3] un'altra cima del Lagorai, ed insieme alla sua compagnia riuscì ad arrivare sul cocuzzolo a quota 2.456,[2] appena sottostante la vetta del monte.[3] L’azione fu fermata dall'intenso fuoco nemico, che fece brillare anche alcune mine,[2] e rovesciò sui soldati italiani valanghe di macigni e di sassi.[3] Rimasto incolume, assunse il comando di un plotone[2] rimasto privo del proprio comandante, ricevendo l'ordine di condurlo all'assalto della cima.[2] Nel corso della notte fu predisposta la scalata, utilizzando diverse funi assicurate alle sporgenze della roccia.[3] All'alba, seguito dai propri uomini,[2] irruppe nelle trincee nemiche dove incontrò un vivace fuoco di mitragliatrici,[2] e si impegnò in un sanguinoso combattimento corpo a corpo con i più numerosi gli avversari.[3] Cadde colpito a morte, così come molti dei suoi uomini,[2] ma la posizione fu conquistata e mantenuta dopo che il nemico aveva lanciato numerosi contrattacchi.[3] Per onorarne il sacrificio fu inizialmente decretata la concessione della Medaglia d'argento al valor militare,[1] successivamente tramutata[1] in Medaglia d'oro.[1]
Gli è stata intitolata la Caserma di Tarcento (provincia di Udine).[3]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Regio Decreto 25 febbraio 1923[5]
— Decreto Luogotenenziale 2 agosto 1917[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Esplicative
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La famiglia era originaria di Castellamonte (provincia di Torino.
Bibliografiche
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.
- Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
- Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
- Alberto Cavaciocchi e Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Ferruccio Antonio Talentino, su Associazione Nazionale Alpini, http://www.ana.it. URL consultato il 30 gennaio 2018.
- Talentino, Ferruccio Antonio, su Combattenti Liberazione, http://www.combattentiliberazione.it. URL consultato il 30 gennaio 2018.