Beato Fernando del Portogallo | |
---|---|
Tavola del trittico conservato nel monastero di Batalha noto come A Paixão do Infante Santo raffigurante Ferdinando | |
Principe | |
Nascita | Santarem, 29 settembre 1402 |
Morte | Fès, 5 giugno 1443 (40 anni) |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 1470 da papa Paolo II |
Ricorrenza | 5 giugno |
Ferdinando del Portogallo anche conosciuto come Fernando il Santo o il Beato, Fernando il Costante o Infante Santo (Fernando o Fernão in portoghese e in galiziano, Fernando o Fernán in spagnolo, in asturiano, in aragonese e in basco, Ferran in catalano, e Ferdinand in francese, in inglese, in tedesco e in fiammingo. Ferdinandus in latino; Santarem, 29 settembre 1402 – Fès, 5 giugno 1443) principe della casa reale portoghese, che fu Gran Maestro dell'Ordine d'Aviz; è venerato come beato dalla Chiesa cattolica.
Origine[1][2][3]
[modifica | modifica wikitesto]Era il decimo figlio del re del Portogallo e dell'Algarve, João I o Giovanni I d'Aviz[4] e di sua moglie, Filippa di Lancaster[5].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Suo padre, il re Giovanni I, gli fece avere una buona educazione ed una buona istruzione come ai suoi cinque tra fratelli e sorelle che arrivarono all'età adulta, Edoardo, Pietro, Enrico, Isabella e Giovanni, in un ambiente tranquillo e privo di intrighi (Il grande poeta portoghese, Luís de Camões, li cita nel racconto epico, I Lusiadi, come Ínclita geração).
Ben presto si interessò a questioni connesse alla religione e, ancora in giovane età, venne nominato dal padre Gran Maestro dell'Ordine di Aviz[1].
Essendo il figlio minore accarezzò il desiderio di potersi guadagnare onore e stima mettendosi al servizio del papa o di qualche altro sovrano, poi però, anche su consiglio dei propri fratelli si concentrò sulla lotta antimusulmana in special modo alla guerra al sultano del Marocco.
Alla morte del re suo padre, nel 1433, suo fratello, il maggiore, Edoardo, salì al trono come Edoardo I e, nel 1437, Fernando fu tra i principali fautori della spedizione per la conquista di Tangeri; infatti assieme al fratello Enrico, detto il Navigatore, persuase il re Edoardo a lanciare un'offensiva in Marocco per ottenere una migliore base africana per la futura esplorazione dell'Atlantico e anche per compensare la perdita di importanza commerciale di Ceuta da quando era divenuta parte del regno portoghese, nel 1415. Però gli altri due fratelli, Giovanni, il Connestabile del Portogallo e Pietro, duca di Coimbra, erano contrari all'iniziativa; avrebbero preferito evitare un conflitto con il sultano del Marocco. I fatti dettero loro ragione. L'attacco a Tangeri ebbe successo, ma a prezzo di alte perdite umane e ben presto la città fu perduta. Enrico, comandante della spedizione, per preservare l'esercito da ulteriori perdite, si accordò per una tregua, lasciando il fratello, Fernando, in ostaggio del sultano del Marocco; la tregua fu rotta, sembra dai mori, e, non essendo riusciti a trovare un accordo, Fernando rimase prigioniero e, dato che aveva tentato invano la fuga, fu trasferito a Fès.
Come riscatto, per Fernando, il sultano chiese la restituzione della città di Ceuta, conquistata dai portoghesi nel 1415, che Giovanni, il Connestabile del Portogallo, dopo il disastro, aveva difese tenacemente dagli attacchi del sultano del Marocco. Giovanni era disposto ad accettare, ed offrì la città in cambio della libertà di suo fratello Fernando, che però rifiutò, e quindi lo scambio non poté essere concluso.
Infatti Fernando non volle che il suo paese perdesse una città così preziosa per il Portogallo e decise di rimanere prigioniero.
Il fratello Pietro, reggente del regno, nel 1440, avrebbe voluto cedere Ceuta per la libertà di Fernando, ma nella corte non tutti furono favorevoli, allora rivolse un appello al sultano, senza ottenere alcun effetto.
Fernando morì in prigione a Fès il 5 giugno del 1443[1].
Le sue spoglie vennero trasferite nel Monastero di Batalha[1], nel 1471, nel quale egli giace nella Cappella del Fondatore. Il suo sacrificio nell'interesse della nazione, gli diede l'appellativo di Principe Santo (in portoghese o Infante Santo).
Fernando venne beatificato[6] nel 1470 e la memoria è fissata il giorno 5 giugno. La Crónica do Infante Santo D. Fernando redatta su richiesta di Enrico il Navigatore tra il 1451 ed il 1460 da João Álvares, monaco e compagno di prigionia di Ferdinando narra le vicende di quest'ultimo in chiave agiografica. L'opera originariamente manoscritta venne stampata nel 1527 a Lisbona.
Discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Fernando non prese moglie e di lui non si conosce alcuna discendenza.
Ferdinando nella letteratura e nel teatro
[modifica | modifica wikitesto]La sua prigionia marocchina è narrata nella commedia di Pedro Calderón de la Barca Il principe costante (El príncipe constante, 1629), di cui si ricorda il famoso allestimento che, a partire dal 1965, Jerzy Grotowski mise in scena nella traduzione polacca di Juliusz Słowacki. Ad Alberto Arbasino si deve la rivisitazione satirica del medesimo testo, pubblicato sempre con lo stesso titolo presso Einaudi nel 1972.
Toponomastica
[modifica | modifica wikitesto]La città di Lisbona ha dedicato una via a Ferdinando d'Aviz, la Avenida Infante Santo, nella freguesia di Estrela.
Ascendenza
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d (EN) Reali del Portogallo
- ^ (EN) Capetingi del Portogallo-genealogy Archiviato il 22 novembre 2010 in Internet Archive.
- ^ (DE) Giovanni I di Portogallo genealogie mittelalter Archiviato il 2 luglio 2008 in Internet Archive.
- ^ João I o Giovanni I d'Aviz era figlio del re del Portogallo Pietro I il Giustiziere e della sua amante, Teresa Lourenço, figlia di un mercante di Lisbona, Lourenço Martins de Praza, il cui cognome, Praza denota l'origine galiziana della famiglia e di Sancha Martins.
- ^ Filippa di Lancaster era figlia di Giovanni Plantageneto, I duca di Lancaster (figlio di Edoardo III d'Inghilterra e zio del re d'Inghilterra, Riccardo II) e di Bianca di Lancaster (1345-1369), figlia di Enrico Plantageneto, I duca di Lancaster.
- ^ In una lettera il papa Paolo II ha elogiato le sue virtù e la morte santa, favorendo la venerazione del principe Santo, per il martirio subito.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Edgar Prestage, Il Portogallo nel medioevo, in Cambridge University Press - Storia del mondo medievale, vol. VII, pp. 576–610, Garzanti, 1999
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ferdinando d'Aviz
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Ferdinando il Costante infante di Portogallo, santo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Ferdinando (principe del Portogallo), su sapere.it, De Agostini.
- Ferdinando d'Aviz, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 57426666 · ISNI (EN) 0000 0000 2529 4886 · CERL cnp01070597 · ULAN (EN) 500338006 · LCCN (EN) n85049312 · GND (DE) 119523426 · J9U (EN, HE) 987007416170405171 |
---|