Thiene | |
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Fondatore | Vincenzo del fu Tealdino |
Ultimo sovrano | Ottavio II Thiene |
Data di fondazione | XIII sec. |
Data di deposizione | 1623 |
Etnia | italiana |
I Thiene sono un'antica famiglia di Vicenza e provincia.
Stemma araldico
[modifica | modifica wikitesto]D'azzurro, al palo increspato d'argento.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il primo membro della famiglia conosciuto, alla fine del Duecento, è un certo Vincenzo del fu Tealdino, proveniente da Arsiero e che svolgeva, per sua stessa ammissione al momento del testamento, l'attività di usuraio a Thiene e nella campagna circostante[1]. I figli continuarono l'attività del padre, incrementando rapidamente il patrimonio familiare, e pur mantenendo Thiene come area di interesse principale, nel primo decennio del Trecento si trasferirono a Vicenza, dove i magistrati cittadini avevano il compito di sostenere i prestatori nel recupero dei loro crediti[1].
Durante la dominazione scaligera il successo economico e l'ascesa sociale della famiglia Thiene crebbero con rapidità, ed alcuni dei suoi membri ricoprirono importanti cariche signorili e cittadine, come il giudice Simone, l'ecclesiastico Uguccione o Giovanni nominato cavaliere e poi viceré degli Abruzzi. L'abilità di quest'ultimo alla corte di Giangaleazzo Visconti gli valse i favori anche di questa signoria, che confermò in feudo ed accrebbe ulteriormente i numerosi beni posseduti dalla famiglia nel vicentino e nel veronese.
Iacopo figlio di Clemente ebbe nel 1387 un ruolo di rilievo nel passaggio di Vicenza dalla signoria scaligera a quella viscontea; insieme allo zio Giampietro Proti fu un protagonista della dedizione della città alla Repubblica di Venezia[2].
Si tratta di una famiglia nota per la fedeltà alla Repubblica di Venezia.
Da Thiene estesero i loro possedimenti in varie aree del vicentino, fino a Camisano Vicentino, dove, nella frazione di Rampazzo, San Gaetano Thiene fece costruire la cappella di famiglia che è ora l'attuale chiesa della frazione, fino ad arrivare alla fine del Cinquecento a Scandiano.
Nel 1439 il Doge Foscari invia a Rovereto 200 militi vicentini comandati da Clemente di Thiene e successivamente, al comando di Giacomo di Thiene, vicario e capitano della città, entrano nel castello roveretano issando il vessillo della Serenissima[3].
L'imperatore Federico III l'11 febbraio 1469 concesse alla famiglia il titolo di conti palatini.
I Thiene a Scandiano
[modifica | modifica wikitesto]Ottavio I Thiene sposa Laura Boiardo, figlia di Giulio Boiardo, e alla morte di Ippolito Boiardo, ultimo rappresentante di questa famiglia, nel 1565 riceve dal duca Alfonso II d'Este il feudo da trasmettersi in linea di primogenitura maschile, soggetta solo al duca, con il titolo di marchese. Il suo governo e quello dei figli Giulio Thiene e Ottavio II Thiene sarà arrogante e in difesa dei loro interessi e privilegi. Il governo dei Thiene dura fino al 1623 quando, non essendoci eredi maschi, il feudo ritorna come previsto alla Camera Ducale Estense[4][5].
Ottavio II nel suo periodo di governo intraprende la trasformazione della Rocca di Scandiano, richiedendo i servizi di Giovan Battista Aleotti[6].
Membri della famiglia
[modifica | modifica wikitesto]Albero genealogico[7]
Ramo dei Thiene di Vicenza[Legami di parentela non chiari]
[modifica | modifica wikitesto]- Vincenzo del fu Tealdino (m. prima del 1304), prestatore
- Uguccione, Miglioranza e Marco, figli di Vincenzo
- Simone, giudice (ramo del Cane), e Clemente (ramo dell'Aquila), figli di Miglioranza di Vincenzo
- Uguccione, Miglioranza e Marco, figli di Vincenzo
- Leonardo Thiene (n. 1445)
- Gasparo Thiene, padre di Gaetano (m.1492)
- Gaetano Thiene (1480–1547), santo
- Marcantonio di Thiene
- Adriano di Thiene
- Enea di Thiene
Ramo dei Thiene di Scandiano (1565-1623)
[modifica | modifica wikitesto]- Ottavio I Thiene, (m. 1574), 1° marchese di Scandiano
- Giulio Thiene, (m. 1619), 2° marchese di Scandiano
- Ottavio II Thiene (m. 1623), 3° marchese di Scandiano
Ramo dei Thiene dell'Aquila
[modifica | modifica wikitesto]- Giovanni di Simone
- Clemente
- Iacopo, figlio di Clemente
Luoghi e architetture
[modifica | modifica wikitesto]Nella provincia, ma soprattutto a Vicenza, sono diversi i palazzi che a vario titolo i conti si fecero costruire, i più famosi tra i quali sono certamente gli edifici progettati da Andrea Palladio.
- Thiene, città della provincia di Vicenza
- Castello Porto Colleoni Thiene (Thiene)
- Villa Thiene (Quinto Vicentino), per Marcantonio e Adriano Thiene, costruita da Andrea Palladio (1542) probabilmente su progetto di Giulio Romano
- Barchessa di Villa Thiene (Cicogna di Villafranca Padovana), unica parte realizzata di una villa per Francesco Thiene e i suoi figli Odoardo e Teodoro, progettata da Andrea Palladio (circa 1556)
Palazzi di Vicenza:
- Palazzo Thiene, in contrà Porti 12, per Marcantonio e Adriano Thiene, ristrutturato da Andrea Palladio (1542) probabilmente su progetto di Giulio Romano[9]
- Palazzo Thiene (Ludovico), in contrà Porti 8, angolo stradella Banca Popolare, edificio in stile gotico fiorito del Quattrocento[9]
- Palazzo Thiene Bonin Longare, in piazza Castello, per Francesco Thiene, progettato probabilmente da Andrea Palladio (1572) ed edificato da Vincenzo Scamozzi[9]
- Palazzo Thiene sul Corso, in corso Palladio, edificio tardo gotico di metà Quattrocento[9]
- Case Thiene, in contrà Porta Santa Lucia (Borgo di San Pietro)[9]
- Palazzo Thiene di Ercole, in corso Palladio (demolito dopo il bombardamento del 1944)[9]
Opere d'arte e artisti collegati
[modifica | modifica wikitesto]- Artisti
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Lo documentano alcuni atti conservati nell'Archivio di Stato di Verona, citati dal Varanini, pag. 193-194.
- ^ Mantese, Memorie storiche, p.138
- ^ [1] Comune di Thiene - Storia di Thiene
- ^ [2] Archiviato il 28 maggio 2008 in Internet Archive. Sito del comune di Scandiano
- ^ [3] Archiviato il 5 luglio 2008 in Internet Archive. Sito In forma di scienza
- ^ [4] La Rocca di Scandiano dei progetti di Giovan Battista Aleotti
- ^ L'albero genealogico dei Thiene è riportato in Domenico Bortolan Santa Corona, chiesa e convento dei domenicani in Vicenza. Memorie storiche, II, 1889, Vicenza., pp. 359-364.
- ^ a b c d Giangiorgio Zorzi, Le Ville e i Teatri di Andrea Palladio, Vicenza, Neri Pozza Editore, 1969, pp. 101-109.
- ^ a b c d e f Barbieri, 2004, p.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Franco Barbieri e Renato Cevese, Vicenza, ritratto di una città, Vicenza, Angelo Colla editore, 2004, ISBN 88-900990-7-0.
- Giovanni Mantese, Memorie storiche della Chiesa vicentina, II, Vicenza, Accademia Olimpica, 2002.
- Gian Maria Varanini, Vicenza nel Trecento: Istituzioni, classe dirigente, economia, in Storia di Vicenza, II, Vicenza, 1988., pp. 193–195.
- Diego Cuoghi, «I Thiene a Scandiano» in "L'ambizione di essere città - Piccoli, grandi centri nell'Italia rinascimentale", a cura di Elena Svalduz, Venezia, Silvana Editoriale, 2004, ISBN 88-88143-52-1.
- Dante Colli, Alfonso Garuti e Romano Pelloni, Piccole Capitali Padane, Modena, Artioli Editore, 1996, ISBN 88-7792-048-3.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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