Casa Genzini | |
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Veduta. | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Località | Crema |
Indirizzo | Via Frecavalli 9, 11 |
Coordinate | 45°12′53.82″N 9°24′40.97″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | in uso |
Costruzione | Prima del 1465 (porzione a mattina) |
Stile | neoclassico |
Uso | residenziale |
Piani | 2 |
L'ex Casa Genzini (già Zurla, Valenti) è una dimora storica di Crema.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La conformazione attuale è frutto dell'accorpamento di due distinte abitazioni[1].
La porzione a mattina
[modifica | modifica wikitesto]Osservando la fronte è la porzione a sinistra del portale la più antica come dimostrano i brani architettonici lasciati in vista dopo gli ultimi restauri novecenteschi[1].
Il primo documento noto, ad ogni modo, risale al 1465 quando venne redatto un atto nella casa dei fratelli Michele ed Achille Zurla[1]; lo Stato d'anime del 1596 conferma la presenza nella parrocchia del Duomo di due nuclei della famiglia Zurla dei quali probabilmente Laura era quella che risiedeva nella dimora in esame[2].
Nel 1667 Pietro Donato Zurla vendeva lo stabile ad Agostino Valenti per la somma di 10 mila lire.
La porzione a sera
[modifica | modifica wikitesto]La porzione a destra del portale, invece, è documentata dalla fine del Cinquecento come abitazione d’affitto di proprietà Premoli[2].
Ancora nel 1685 la divisione in due distinte abitazioni è testimoniata dall’estimo catastale[2].
Unificazione
[modifica | modifica wikitesto]L'anno in cui i Valenti acquistarono la casa Premoli è sconosciuto; indi, unificarono le due proprietà e la famiglia abitò in questo stabile fino a gli inizi del Novecento: la nobildonna Ancilla Valenti era deceduta nel 1885 mentre il marito Filippo Scarpini (nel frattempo risposatosi con Enrichetta Fiorani) scomparve nel 1903[3].
Dopo la morte dello Scarpini lo stabile fu acquistato da Secondo Bettinelli, quindi alla sua scomparsa avvenuta nel 1923[3] la porzione di abitazione posteriore affacciata su Via Forte venne venduta a monsignor Francesco Bozzi, il quale poi la cedette alla società L’Assunta (anno 1929[4]) e da questa alla parrocchia del Duomo (anno 1939[4]); ora è parte integrante dell'oratorio[3].
Il lato affacciato su via Frecavalli, invece, fu acquistato dal dottor Luigi Urbano e dopo la sua morte, avvenuta nel 1966, passò alla famiglia Genzini[3].
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]L'aspetto esterno attuale è conseguenza di un riordino del 1854 voluto da Ancilla Valenti[5].
Il portale ha un arco a tutto sesto in cotto con capitelli che sostengono una mensola; rompe la continuità delle fasce orizzontali in intonaco con finitura in cemento strollato che caratterizzano tutto il piano terra[5] e si apre su un cortile porticato[6].
Il piano superiore presenta semplici finestre senza cornici; unico elemento di rilievo è il balconcino centrale con ringhiera in ferro battuto[6].
Gli interni presentano le maggiori discontinuità tra le due parti: rispetto alla porzione a sera, quella a mattina ha differenze di quota, murature più spesse, aperture interne di diverse dimensioni ed è provvista di cantina[5].
Secondo l'inventariazione SIRBeC[7] la dimora ha ospitato fino al 1970 l'olio su tela Deposizione di Cristo dalla croce di Gian Giacomo Barbelli ora conservata presso il Museo civico di Crema e del Cremasco.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Perolini/Ermentini, Via Fecavalli a Crema, testimonianze storiche, in «Insula Fulcheria» V e VI, 1967.
- Mario Perolini, Vicende degli edifici monumentali e storici di Crema, Crema, Leva Artigrafiche, 1995.