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Eva Klein (nata Eva Fischer; Budapest, 22 gennaio 1925 – Stoccolma, 19 gennaio 2025[1]) è stata una biologa e immunologa ungherese naturalizzata svedese, meglio conosciuta per aver guidato la scoperta dei linfociti NK[2][3] e lo sviluppo delle linee cellulari del linfoma di Burkitt[4][5] negli anni '60.
Nata in Ungheria nel 1925, la Klein ha lavorato all'Istituto Karolinska dopo aver lasciato l'Ungheria nel 1947.[3][6] Le sue scelte di vita e di carriera come giovane donna ebrea furono limitate dalla discriminazione, e sopravvisse alle ultime fasi dell'occupazione tedesca in clandestinità.[3] Medico con un dottorato in biologia, ha lavorato nel campo dell'immunologia del cancro e della virologia. Ha perseguito le proprie linee di lavoro e ha lavorato a stretto contatto con suo marito George Klein.[7] Entrambi sono considerati i fondatori dell'immunologia del cancro.[8]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Origini e formazione
[modifica | modifica wikitesto]Eva Fischer è nata il 22 gennaio 1925 a Budapest[9] da una famiglia ebrea benestante.[3] Frequentò la scuola privata, con un interesse per lo sport, il teatro e la scienza (ispirandosi alla vita e all'opera di Marie Curie).[7] Le sue scelte di carriera furono limitate dalla situazione politica, con il peggioramento dell'antisemitismo e della persecuzione quando l'Ungheria fu occupata dalla Germania dopo aver finito la scuola secondaria.[3][7]
La Fischer studiò medicina all'Università di Budapest[5] e tra il 1944 e il 1945 lei e molti membri della sua famiglia sopravvissero nascondendosi presso l'Istituto di istologia dell'Università di Budapest.[3] Furono aiutati da János Szirmai, il quale fornì loro anche i documenti falsi.[3] Szirmai è stato poi onorato come uno dei Giusti tra le Nazioni di Yad Vashem.[10] La Fischer interruppe brevemente i suoi studi per recitare a teatro.[7][11]
Eva sposò George Klein, all'epoca anch'egli studente di medicina, lasciando l'Ungheria per vivere in Svezia nel 1947.[3] Completò i suoi studi di medicina presso l'Istituto Karolinska a Stoccolma nel 1955.[9]
Carriera
[modifica | modifica wikitesto]La Klein divenne assistente professore presso l'Istituto Karolinska nel 1948 e ottenne la carica di docente nel 1979.[6] Fondò le proprie aree di ricerca dal 1948 incoraggiate da Torbjörn Caspersson del Dipartimento di Ricerca sulle Cellule e Genetica del Karolinska, collaborando strettamente con il marito per tutta la sua carriera..[7][11]
Eva Klein ha pubblicato più di 500 lavori e ha lavorato come editrice del giornale Seminars in Cancer Biology.[5][12]
Dopo il pensionamento, la Klein continua a sostenere gli studenti e persegue i suoi interessi di ricerca come professore emerito con il proprio gruppo di ricerca.[7] Un altro dei suoi interessi è tradurre la poesia ungherese in svedese.[7][13] Ha rilasciato un'intervista alla radio svedese nel novembre 2015, dicendo che continuare a lavorare la mantiene giovane a 90 anni.[14]
Fu premiata con lauree ad honorem dall'Università del Nebraska nel 1993 e dall'Università statale dell'Ohio nel 2003.
I Klein intrapresero un lavoro pioneristico ad ampio raggio, congiuntamente e separatamente, nell'immunologia del cancro e nel modo in cui il comportamento maligno delle cellule cancerogene possa essere soppresso dai geni nelle cellule normali.[11][15]
Morte
[modifica | modifica wikitesto]Eva Klein è morta in Svezia nel 2025, tre giorni prima di poter compiere 100 anni.
Vita privata
[modifica | modifica wikitesto]Sia Eva Klein che suo marito George Klein lavorarono mentre studiavano per la loro laurea in medicina a Stoccolma.[3] Ebbero tre figli: il primogenito che è un matematico, seguito da due figlie, una delle quali è un medico e l'altra una drammaturga. [5][3][5][7] Discusse la sua tesi di dottorato quando era incinta di otto mesi della sua seconda figlia.[7] Anche con l'aiuto familiare, gestire la sua carriera scientifica e crescere tre figli è stata una lotta.[3] Ha anche detto che suo marito non supportava il lavoro domestico e l'educazione dei figli.[3]
Maggiori traguardi e onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Negli anni '60 Eva Klein sviluppò linee cellulari dal linfoma di Burkitt che continuano ad essere utilizzate.[4][5]
Negli anni '70 i gruppi di ricerca della Klein stavano studiando se ci fosse un'interazione tra i linfociti e la risposta antitumorale.[3] La Klein si occupò di un'area che considerava critica, mentre altri no.[3] Supervisionò congiuntamente tre studenti (Rolf Kiessling, Hugh Pross e Mikael Jondal) con un altro professore (Hans Wigzell), portando alla scoperta di un tipo unico di linfocita (globulo bianco) responsabile della spontanea citotossicità, ovvero l'abilità di uccidere cellule tumorali o cellule infette con i virus.[2] La Klein diede loro il nome di "cellule killer naturali".[3]
La Klein ha avuto un interesse di lunga data in virologia e immunologia, studiando il ruolo del virus di Epstein-Barr nel linfoma di Burkitt.[7]
La Klein è diventata membro dell'Accademia reale svedese delle scienze nel 1987 e dell'Accademia ungherese delle scienze nel 1993.[9] nel 2013 è stata eletta come socia della American Association for Cancer Research Academy.[15][16]
Nel 1975 il Cancer Research Institute ha istituito il William B. Coley Award per la ricerca distintiva nell'immunologia di base e tumorale. Il premio inaugurale è stato condiviso da 16 scienziati considerati "fondatori dell'immunologia del cancro", tra cui Eva e George Klein.[8] Il loro premio ha rilevato "le scoperte di antigeni tumorali specifici nel topo, l'analisi immunologica più completa di un cancro umano, il linfoma di Burkitt".[17]
Nel 2005, l'anno dell'80º compleanno della Klein, gli scienziati dell'Istituto Karolinska hanno fondato la Fondazione George e Eva Klein, inclusa una importante donazione dal Cancer Research Institute.[senza fonte]
Nel 2010 la Klein ha ricevuto la medaglia d'argento Karolinska per la ricerca medica.[18]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (HU) Életének 99. évében, 3 nappal 100. születésnapja előtt elhunyt Klein Éva, az MTA külső tagja, su mta.hu, 21 gennaio 2025. URL consultato il 21 gennaio 2025.
- ^ a b (EN) R. Kiessling, Eva Klein e H. Pross, „Natural”︁ killer cells in the mouse. II. Cytotoxic cells with specificity for mouse Moloney leukemia cells. Characteristics of the killer cell, in European Journal of Immunology, vol. 5, n. 2, 1975-02, pp. 117–121, DOI:10.1002/eji.1830050209. URL consultato il 23 gennaio 2025.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o (EN) Women Scientists: Reflections, Challenges, and Breaking Boundarie, pp. 44–48, ISBN 978-0-19-935998-1.
- ^ a b (EN) J. S. Nadkarni, Jayshree J. Nadkarni e P. Clifford, Characteristics of new cell lines derived from Burkitt lymphomas, in Cancer, vol. 23, n. 1, 1969-01, pp. 64–79, DOI:10.1002/1097-0142(196901)23:1<64::AID-CNCR2820230107>3.0.CO;2-M. URL consultato il 23 gennaio 2025.
- ^ a b c d e f About the Cover | Cancer Immunology Research, vol. 3.
- ^ a b Copia archiviata, su ki.se. URL consultato il 15 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2019).
- ^ a b c d e f g h i j Copia archiviata, su ki.se. URL consultato il 15 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2017).
- ^ a b (EN) William B. Coley Award, su Cancer Research Institute. URL consultato il 23 gennaio 2025.
- ^ a b c Copia archiviata (PDF), su ki.se. URL consultato il 15 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2019).
- ^ Copia archiviata (PDF), su yadvashem.org. URL consultato il 15 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2016).
- ^ a b c (EN) George Klein e Eva Klein, How One Thing has Led to Another, in Annual Review of Immunology, vol. 7, n. 1, 1989-04, pp. 1–34, DOI:10.1146/annurev.iy.07.040189.000245. URL consultato il 23 gennaio 2025.
- ^ (EN) Seminars in Cancer Biology | Journal | ScienceDirect.com by Elsevier, su www.sciencedirect.com. URL consultato il 23 gennaio 2025.
- ^ Copia archiviata (PDF), su ki.se. URL consultato il 15 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 28 gennaio 2019).
- ^ Cancerforskaren Eva Klein, 90: Arbetet håller mig ung - P4 Stockholm | Sveriges Radio.
- ^ a b Eva Klein, MD, PhD, su aacr.org.
- ^ Fellows of the AACR Academy, su aacr.org.
- ^ vol. 36, http://cancerres.aacrjournals.org/content/36/5/local/front-matter.pdf.
- ^ Jubileumsmedaljer | Karolinska Institutet, su ki.se.
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