Euphorbia characias L., 1753 è una pianta della famiglia delle Euforbiacee, diffusa nel bacino del Mediterraneo.[1]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]È un arbusto sempreverde con fusti alti fino a 120 centimetri, rossastri e spogli nella parte inferiore, verdi e pubescenti in quella superiore; se spezzati emettono un lattice irritante.[2][3]
Le foglie, lanceolate, lunghe fino a 9 cm, di colore verde-azzurro, sono disposte a spirale nella parte superiore dei rami.
L'infiorescenza è un ciazio con brattee di colore verdastre con evidenti nettari trapezoidali di colore bruno-violaceo, che formano un involucro a coppa attorno a un fiore femminile centrale di colore giallo, circondato da 5 fiori maschili ridotti ai soli stami. Fiorisce da gennaio ad aprile.
Il frutto è una capsula pelosa tricarpellare lunga circa 5 mm, che contiene tre semi di colore grigio-argenteo muniti di una caruncola conica.
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]E. characias si riproduce per impollinazione entomogama ad opera di diverse specie di ditteri e imenotteri.[4]
La disseminazione di E. characias avviene con un doppio meccanismo: in un primo momento i semi vengono dispersi sul terreno con un meccanismo "balistico" che può portarli sino ad alcuni metri di distanza dalla pianta madre; successivamente l'opera di dispersione è completata da diverse specie di formiche che trasportano i semi all'interno dei loro formicai (mirmecocoria).[5][6] Tra le specie coinvolte in questo meccanismo di dispersione vi sono Pheidole pallidula, Aphaenogaster senilis, Tapinoma nigerrimum e Messor barbarus.[7]
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]L'areale di E. characias comprende l'Europa meridionale (penisola iberica, Francia - compresa la Corsica, Italia - comprese Sicilia e Sardegna, penisola balcanica), l'Asia minore e il Nord Africa (Marocco e Libia).[8]
Vegeta in ambienti di macchia mediterranea e gariga, su terreni aridi e soleggiati, fino a 1000 m di altitudine.
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]Sono state descritte le seguenti sottospecie:[1]
- Euphorbia characias subsp. characias L.
- Euphorbia characias subsp. wulfenii (Hoppe ex W.D.J.Koch) Radcl.-Sm., 1968
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) Euphorbia characias, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 7 gennaio 2023.
- ^ Banfi E.,Consolino F., La Flora Mediterranea, De Agostini, 2005, p.100, ISBN 9788841861912.
- ^ Il lattice irritante, come quello della chelidonia, veniva utilizzato per far seccare porri e verruche (F.Mearelli e C.Tardelli, Maremma mediterranea in "Erboristeria domani", luglio-agosto 1995).
- ^ Blancafort X and Gómez C, Consequences of the Argentine ant, Linepithema humile (Mayr), invasion on pollination of Euphorbia characias (L.) (Euphorbiaceae) (PDF), in Acta Oecologica 2005; 28: 49–55.
- ^ Gómez C and Espadaler X, Seed dispersal curve of a Mediterranean myrmecochore: Influence of ant size and the distance to nests (PDF) [collegamento interrotto], in Ecological Research 1998; 13: 347-354.
- ^ Espadaler X and Gómez C, Falling or Movement of Seeds and the Presence of an Elaiosome: Its Effect on Ant Reaction (Hymenoptera: Formicidae) in a Myrmecochorous Species, Euphorbia characias (Euphorbiaceae) (PDF) [collegamento interrotto], in Sociobiology 1997; 30(2): 175-183.
- ^ Espadaler X and Gómez C, Soil surface searching and transport of Euphorbia characias seeds by ants, in Acta Oecol. 1997; 18: 39–46, DOI:10.1016/S1146-609X(97)80079-3.
- ^ Euphorbia characias [collegamento interrotto], in GRIN Database. URL consultato il 15 aprile 2013.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Euphorbia characias
- Wikispecies contiene informazioni su Euphorbia characias