Esther Boise Van Deman (South Salem, 1º ottobre 1862 – Roma, maggio 1937) è stata un'archeologa statunitense.
Ha sviluppato tecniche che le hanno permesso di stimare le date di costruzione di edifici antichi a Roma.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Esther Boise Van Deman è nata a South Salem, Ohio, da Joseph Van Deman e dalla sua seconda moglie, Martha Millspaugh. Era la più giovane di sei figli, inclusi due maschi dal primo matrimonio di suo padre.[1]
Istruzione e carriera
[modifica | modifica wikitesto]Van Deman è entrata all'Università del Michigan ad Ann Arbor all'età di 24 anni nel 1886 e ha conseguito la laurea in latino nel 1891. Dal 1889 lavorò a stretto contatto con il nuovo, giovane professor Francis Kelsey, che la incoraggiò a studiare il culto delle Vestali. Rimase poi nel Michigan, diventando una delle prime donne a intraprendere studi post laurea in questo stato e ricevette la sua Laurea Magistrale nel 1891. Divenne poi la prima borsista in latino al Bryn Mawr College, Pennsylvania. Trasferitasi in seguito a Baltimora, insegnò latino dapprima al Wellesley College e poi alla Bryn Mawr School. Nel 1895 presentò un documento, "The Duties of the Vestals" a una conferenza organizzata da Kelsey. Iniziò a studiare per il dottorato all'Università di Chicago nel 1896 e divenne la prima donna a ricevere un dottorato di ricerca in latino nel 1898; la sua tesi si è nuovamente concentrata sulle Vestali. Insegnò poi latino al Mount Holyoke College dal 1898 al 1901.[2]
Nel 1901 la Van Deman si recò a Roma, assistita dal suo mentore Kelsey, per raccogliere ulteriore materiale sulle Vestali. In quel periodo, la Casa delle Vestali era in corso di scavo e Van Deman osservava regolarmente gli scavi ed esaminava i reperti. Tornò in America nel 1903 per diventare professore associato al Goucher College insegnando latino e archeologia classica. Nel 1905 tornò a Roma. Nel 1906 vinse una borsa di studio Carnegie Institution, che le permise di studiare per tre anni con la School of Classical Studies. È stata la terza donna ad aver ricevuto questa borsa di studio.
Dal 1910 al 1925 divenne associata della Carnegie Institution di Washington, DC. Tra il 1925 e il 1930 insegnò archeologia romana all'Università del Michigan.
Il lavoro della sua vita è incentrato sull'analisi dei materiali da costruzione per stabilire una cronologia di costruzione su siti antichi. Nel 1907, mentre frequentava una conferenza presso l'Atrium Vestae di Roma, Van Deman notò che i mattoni che bloccavano una porta erano diversi da quelli della struttura stessa e dimostrò che tali differenze nei materiali da costruzione fornivano una chiave per la cronologia delle strutture antiche. La Carnegie Institution pubblicò i suoi risultati preliminari in The Atrium Vestae (1909)[3] Van Deman ha esteso la sua ricerca ad altri tipi di costruzioni in cemento e mattoni e ha pubblicato "Methods of Determining the Date of Roman Concrete Monuments" in The American Journal of Archaeology.[4] La sua metodologia di base, con poche modifiche, divenne una procedura standard nell'archeologia romana. Durante il suo soggiorno a Roma durato fino al 1925 scattò molte fotografie del suo lavoro per documentarne la ricerca archeologica.[5] L'opera principale di Van Deman, scritta dopo che si ritirò e si stabilì a Roma, fu The Building of the Roman Aqueducts (1934).[6] Morì a Roma, in Italia, il 3 maggio 1937. È sepolta nel Cimitero Protestante di Roma, vicino a Porta Ostiense. Al momento della sua morte, Van Deman stava lavorando a uno studio monografico sulla costruzione romana. Il suo lavoro fu completato e pubblicato da Marion Elizabeth Blake (1882–1961).[7]
Il nipote di Van Deman, Ralph Van Deman Magoffin (1874–1942), pubblicò uno studio sulla città italiana di Praeneste.[8] Il suo interesse per l'archeologia potrebbe essere stato acceso da sua zia.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- The Value of Vestal Statues as Originals", American Journal of Archaeology 12.3 (July-Sept. 1908) 324-342
- The Atrium Vestae 1909
- The So-Called Flavian Rostra 1909
- "Methods of Determining the Date of Roman Concrete Monuments", American Journal of Archaeology. April–June 1912
- The Porticus of Gaius and Lucius 1913
- "The Sullan Forum", Journal of Roman Studies 1922
- The Sacra Via of Nero 1925
- The Building of the Roman Aqueducts 1934
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ "Van Deman, Esther Boise" Notable American Women, Vol. 3, 4th ed., The Belknap Press of Harvard University Press, 1975
- ^ Pedley, The Life and Work of Francis Willey Kelsey, 76.
- ^ Esther Boise Van Deman, 1909, https://archive.org/details/atriumvestae00vanduoft.
- ^ Esther Boise van Deman. 1912. "Methods of Determining the Date of Roman Concrete Monuments (Second Paper)" American Journal of Archaeology 16.3:387-432. Article DOI:10.2307/497195
- ^ (EN) Humble Arts Foundation, http://hafny.org/blog/2017/11/a-view-of-ones-own-three-eras-of-women . URL consultato il 1º ottobre 2021.
- ^ Esther Boise Van Deman, 1934, ISBN 978-0-8434-0151-6, https://books.google.com/books?id=4dA4AQAAIAAJ.
- ^ Marion Elizabeth Blake, 1949, https://books.google.com/books?id=T0lnnQEACAAJ.
- ^ Ralph Van Deman Magoffin, 1908, https://books.google.com/books?id=OXFSQwAACAAJ.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Katherine Welch, Esther Boise Van Deman (1862-1937), in Getzel M. Cohen e Martha Sharp Joukowsky (a cura di), Breaking Ground: Pioneering Women Archaeologists, Ann Arbor, Michigan, University of Michigan Press, 2004, pp. 68–108, ISBN 0472113720.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Esther Boise Van Deman
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Esther Boise Van Deman, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opere di Esther Boise Van Deman, su Open Library, Internet Archive.
- Van Deman su WorldCat
- Collezione fotografica Van Deman archiviata presso l'Accademia americana di Roma
Controllo di autorità | VIAF (EN) 47567272 · ISNI (EN) 0000 0001 2131 4971 · BAV 495/136563 · ULAN (EN) 500214811 · LCCN (EN) n79063996 · GND (DE) 119249332 · J9U (EN, HE) 987007280398405171 |
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