L'esdebitazione, nel diritto italiano, è il beneficio della liberazione dei debiti non onorati, al termine di una procedura fallimentare, che si concede al fallito, persona fisica, in presenza di particolari requisiti oggettivi e soggettivi.[1][2][3][4]
Presupposti
[modifica | modifica wikitesto]L'art 142 della legge fallimentare considera meritevole di accedere al beneficio dell'esdebitazione solo l'imprenditore persona fisica (e quindi non le società)[5]
- che abbia cooperato con gli organi della procedura fornendo documenti e informazioni utili alla procedura;
- che nei 10 anni precedenti non abbia beneficiato di altra esdebitazione;
- che non abbia depauperato l'attivo;
- che non abbia esposto debiti inesistenti;
- che non abbia aggravato il dissesto rendendo difficoltosa la ricostruzione del patrimonio[4];
- che non sia stato condannato per bancarotta fraudolenta o delitti contro l'economia pubblica, commercio e industria.
L'ammissione all'esdebitazione è subordinata anche alla parziale soddisfazione dei crediti concorsuali.[2]
Altro presupposto, detto presupposto oggettivo, per l’ammissione alla procedura è che il debitore si trovi in uno stato di sovraindebitamento.
Lo stato di sovraindebitamento è la condizione di squilibrio perdurante tra debiti e patrimonio, che pone il soggetto in una situazione di difficoltà o impossibilità di pagare i propri debiti[6]
Effetti
[modifica | modifica wikitesto]In presenza di tali requisiti il tribunale, con lo stesso decreto di chiusura, dichiara d'ufficio inesigibili i crediti concorsuali non soddisfatti integralmente nei confronti del debitore. L'esdebitazione comprende tutti i debiti dell'ex fallito anteriori al fallimento. Fanno eccezione all'esdebitazione gli obblighi derivanti da rapporti estranei all'impresa (mantenimento/alimenti) e le responsabilità extracontrattuali oltre alle sanzioni pecuniarie penali e amministrative.[2][5]
Ratio dell'istituto
[modifica | modifica wikitesto]La finalità dell'istituto è quella di dare la possibilità all'ex fallito di svolgere nuovamente attività economica con la produzione di nuova ricchezza.[1]
Aspetti processuali
[modifica | modifica wikitesto]L'art 143 legge fallimentare dispone che l'esdebitazione sia concessa con lo stesso decreto che dichiara la chiusura del fallimento o anche con decreto emanato su ricorso del debitore entro l'anno successivo alla chiusura. Contro il decreto si può presentare reclamo alla corte d’appello.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c www.fiscoetasse.com
- ^ a b c www.simone.it, su simone.it. URL consultato il 26 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2012).
- ^ Art. 142 della Legge Fallimentare
- ^ a b CrediFamiglia, Esdebitazione: liberarsi dai debiti e accedere nuovamente al credito, su credifamiglia.it (archiviato dall'url originale il 28 gennaio 2015).
- ^ a b Guida alla Esdebitazione Fallimentare con il Gratuito Patrocinio - in Creative Commons (PDF), su avvocatogratis.com, 5-3-2011. URL consultato il 7-03-2011.
- ^ Guida pratica alla legge salva suicidi, su avvocatocanevisio.it.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- N. Abriani et al., Diritto Fallimentare, Milano, Giuffrè Editore, 2008.
- N. Soldati, Tutela del consumatore e procedure di sovraindebitamento, Giappichelli, Torino, 2019.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Legge fallimentare, su altalex.com.
- Procedura di Esdebitamento, su avvocatocanevisio.it
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