L'Ente teatrale italiano (ETI) è stato un ente senza fini di lucro nato nel 1942 con lo scopo di promuovere e diffondere le attività teatrali di prosa, musica e danza attraverso una politica di valorizzazione e scambi del patrimonio culturale nei limiti delle direttive imposte dal Ministero dei beni culturali in materia. L'Ente è stato soppresso dal decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010.
Tra i compiti dell'ente — dichiarati all'art. 1 dello statuto — rientravano il coordinamento delle attività teatrali, la programmazione di spettacoli, anche tramite la gestione diretta di teatri di proprietà, la promozione del teatro nell'Italia meridionale e insulare, nonché di iniziative italiane all'estero e straniere in Italia.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'ETI nacque con la legge n. 365 del 19.3.1942[1] nell'ambito delle realtà operanti nel settore dello spettacolo che facevano direttamente riferimento al Minculpop[2].
All'atto della istituzione, il capitale dell'Ente fu costituito dalle partecipazioni di:
- INPS, INAIL e INA;
- Banca Nazionale del Lavoro;
- EIST (Ente italiano per gli scambi teatrali con l'estero)
Organi dell'ETI erano il consiglio di amministrazione e il collegio dei revisori dei conti. In particolare, il consiglio di amministrazione era composto da un presidente, dal direttore generale per il teatro e la musica presso il MinCulPop, da un delegato del Partito nazionale fascista e da un consigliere per ciascuno degli enti partecipanti al capitale.
Negli anni, a seguito dei cambiamenti del panorama culturale italiano e della normativa legale in materia di spettacolo, cambiò più volte scopi e mansioni, mantenendo però principalmente quelli di organo parastatale di diffusione e promozione delle attività teatrali[2]. Fuori dal suo campo d'azione rimasero le attività legate alla rappresentazione di opere liriche e quelle legate a forme spettacolari come il circo o lo spettacolo viaggiante.
Prima della soppressione dell'Ente nel maggio del 2010, ad esso era anche preposta la gestione di quattro teatri in tutta Italia: il Valle e il Teatro Quirino a Roma, il teatro Duse a Bologna ed il teatro della Pergola a Firenze. Alla produzione dei teatri si affiancava la redazione di una testata editoriale e l'organizzazione di festival e rassegne.
Il decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010 recante "Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica" [3] ha soppresso l'Ente teatrale italiano. I relativi compiti e attribuzioni sono passati al Ministero per i beni e le attività culturali[4], specificamente alla Direzione generale Spettacolo.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ [1] dal sito ufficiale
- ^ a b Storia dell'Ente dal sito ufficiale
- ^ Decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010 recante "Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica" pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, supplemento ordinario n. 114 del 31 maggio 2010.
- ^ Decreto-legge 31/05/2010, n.78 - Allegato 2, su semaforoverde.it. URL consultato il 22 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2012).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Regolamento del dipartimento per lo spettacolo e lo sport in materia di contributi all'ETI (DL 21 12 2005) (PDF), su 194.242.241.200. URL consultato il 16 gennaio 2007 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2007).
- Riordinamento dell'ETI (legge n. 836 del 1978), su italgiure.giustizia.it. URL consultato il 16 gennaio 2007 (archiviato dall'url originale il 23 maggio 2007).
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