Ennio Appignanesi arcivescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti |
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Nato | 18 giugno 1925 a Belforte del Chienti |
Ordinato presbitero | 8 aprile 1950 |
Nominato vescovo | 20 dicembre 1980 da papa Giovanni Paolo II |
Consacrato vescovo | 6 gennaio 1981 da papa Giovanni Paolo II |
Elevato arcivescovo | 3 luglio 1985 da papa Giovanni Paolo II |
Deceduto | 26 marzo 2015 (89 anni) a Roma |
Ennio Appignanesi (Belforte del Chienti, 18 giugno 1925 – Roma, 26 marzo 2015) è stato un arcivescovo cattolico italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]È nato a Belforte del Chienti il 18 giugno 1925 ma in tenera età si è trasferito a Roma con la famiglia.
Formazione e ministero sacerdotale
[modifica | modifica wikitesto]Ha frequentato prima il Pontificio Seminario Romano Minore, poi il Pontificio Seminario Romano Maggiore ed è stato ordinato presbitero l'8 aprile 1950.[1]
Dal 1959 fino al 1980 è stato parroco di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino a Casal Bertone.[2]
Ministero episcopale
[modifica | modifica wikitesto]Il 20 dicembre 1980 papa Giovanni Paolo II lo ha nominato vescovo ausiliare di Lucera e di San Severo e vescovo titolare di Temisonio. Ha ricevuto la consacrazione episcopale il 6 gennaio 1981 da Giovanni Paolo II, co-consacranti Giovanni Canestri (arcivescovo e poi cardinale) e Belchior Joaquim da Silva Neto.
Il 15 settembre 1983 è stato nominato vescovo di Castellaneta.[3]
Il 3 luglio 1985 è stato nominato vicegerente della diocesi di Roma e arcivescovo titolare di Lorium.[4]
Il 21 gennaio 1988 è stato nominato arcivescovo di Matera-Irsina.
Il 19 gennaio 1993 è stato nominato arcivescovo metropolita di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo.[3]
Il 9 gennaio 2001 si è ritirato per raggiunti limiti di età.[5]
Il 26 febbraio 2002 è diventato canonico della Patriarcale Basilica Vaticana.
È morto a Roma il 26 marzo 2015 all'età di 89 anni.
Le esequie si sono tenute il 28 marzo alle ore 10 nella basilica di San Pietro.
Genealogia episcopale
[modifica | modifica wikitesto]La genealogia episcopale è:
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santori
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
- Papa Benedetto XIII
- Papa Benedetto XIV
- Papa Clemente XIII
- Cardinale Enrico Benedetto Stuart
- Papa Leone XII
- Cardinale Chiarissimo Falconieri Mellini
- Cardinale Camillo Di Pietro
- Cardinale Mieczysław Halka Ledóchowski
- Cardinale Jan Maurycy Paweł Puzyna de Kosielsko
- Arcivescovo Józef Bilczewski
- Arcivescovo Bolesław Twardowski
- Arcivescovo Eugeniusz Baziak
- Papa Giovanni Paolo II
- Arcivescovo Ennio Appignanesi
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ P. Selvadagi (a cura di), p. 9.
- ^ La storia della parrocchia, su vicariatusurbis.org, vicariatusurbis.org/santamariaconsolatrice. URL consultato il 31 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2008).
- ^ a b S.E. Mons. Ennio APPIGNANESI, su seminariomaggioredibasilicata.it. URL consultato il 31 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2013).
- ^ Laura Badaracchi, Canonizzazioni: «Quel sorriso di Roncalli», RomaSette.it, 11 aprile 2014. URL consultato il 31 maggio 2014 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2016).
- ^ Rinunce e nomine, press.vatican.va, 9 gennaio 2001. URL consultato il 31 maggio 2014.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Paolo Selvadagi (a cura di), Pontificio Seminario Romano Minore - Sacerdoti ex alunni, Roma, Tipografia Trullo, 2005, ISBN non esistente.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ennio Appignanesi
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) David M. Cheney, Ennio Appignanesi, in Catholic Hierarchy.
- Ennio Appignanesi, su chiesacattolica.it, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 29 giugno 2022.
- S.E. Mons. Ennio Appignanesi, su vicariatusurbis.org. URL consultato il 31 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2014).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 88896455 · ISNI (EN) 0000 0000 6223 5826 · SBN NAPV094707 · BAV 495/203197 · GND (DE) 1149831413 |
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