Eleazar di Modi'im (ebraico: אלעזר המודעי) (Israele, II secolo) è un rabbino ebreo antico Tanna della 2ª generazione (110 – 135 e.v.),[1].
Discepolo di Yochanan Ben Zakkai[2] e contemporaneo di Joshua ben Hananiah e Eliezer ben Hyrcanus.[3] Era un esperto haggadista e discuteva frequentemente di temi esegetici coi suoi rinomati coetanei. Gamaliel II spesso si rimetteva alle interpretazioni di Eleazar, ammettendo che "le opinioni di Moda'i's sono tuttora indispensabili".[4]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Poiché la sua vita si svolgeva durante il periodo delle persecuzioni dell'Imperatore Adriano e dell'insurrezione di Bar Kokba, molte delle sue omelie si riferiscono, esplicitamente o implicitamente, all'esistenza in tali condizioni.[5] Eleazar espresse la sua fiducia nella Provvidenza in questo commento sulla frase biblica dell'Esodo 16:4[6] che dice "il popolo uscirà a raccogliere ogni giorno una data razione" (lett. "ogni giorno la razione di un giorno", דבר יום ביומו): "Colui che crea il giorno crea il suo sostentamento". Da questo passo affermò inoltre: "Chi Colui che è in possesso di cibo per la sua giornata e si preoccupa di ciò che potrà aver da mangiare il giorno dopo, manca di fede; di conseguenza la Bibbia aggiunge, «perché io li voglio mettere alla prova per vedere se cammineranno o no secondo la mia legge»."[7]
Gli ultimi giorni di Eleazar capitarono nell'infausto periodo della insurrezione capeggiata da Bar Kokba e finì la sua vita nella città assediata di Betar. Di questi giorni la tradizione rabbinica narra:
«Durante l'assedio romano, Rabbi Eleazar di Modi'im digiunava e pregava tutti i giorni che Dio non giudicasse troppo severamente il popolo quel giorno, né consegnasse la città al nemico a causa dei peccati dei suoi abitanti. L'assedio si protraeva e, non prospettandosi nessuna conquista immediata della città, il comandante romano meditava il ritiro, quando un samaritano lo convinse ad aspettare un po' e offerse i suoi servigi per aiutare a sottomettere gli ebrei apparentemente invincibili con uno stratagemma - creando tra gli assediati il sospetto che Eleazar avesse tradito. «Perché - affermava - fintanto che questa gallina sguazza nella cenere [finché Eleazar con le sue preghiere incoraggia nel popolo la speranza della protezione di Dio], tanto a lungo la fortezza di Betar rimarrà imprendibile». Dopodiché si nascose in città passando per alcune condutture sotterranee e, avvicinandosi ad Eleazar, che era assorto in preghiera, fece finta di sussurrargli un messaggio segreto nell'orecchio. I presenti, vedendo questo misterioso movimento con sospetto, lo segnalarono a Bar Kokba, che dichiarò "Eleazar intende concludere una pace tra la città e Adriano." Bar Kokba si fece condurre il samaritano davanti e lo interrogò sui contenuti del misterioso sussurramento col saggio tanna, ma il samaritano rispose: "Se ti rivelo i regi segreti, il comandante mi ucciderà e se mi astengo tu mi ucciderai; ma preferisco uccidermi che tradire i segreti del mio re." Al che Bar Kokba convocò Eleazar e lo interrogò, ma Eleazar protestò che era stato assorbito in esercizi di devozione e non aveva sentito nulla del sussurramento. Questo aumentò i suoi sospetti di tradimento, e suscitò in lui uno sdegno tale che colpì Eleazar con calci, in conseguenza dei quali l'anziano saggio, indebolito dal digiuno e dalla preghiera, cadde morto..[8]»
La storia poi aggiunge che una "bat ḳol" (voce celestiale) a quel punto pronunciò l'immediata rovina del capo dell'insurrezione e della città assediata, che ben presto avvennero.[8]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Rabbi Elazar haModa'i | רבי אלעזר המודעי Archiviato il 13 marzo 2016 in Internet Archive., Saggi del Talmud.
- ^ B. B. 10b.
- ^ Mek., Beshallah, Wayassa', 3 et seq.
- ^ Shab. 55b.
- ^ Heinrich Graetz, "Gesch." iv. 79, nota.
- ^ Esodo 16:4, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Mek. l.c. 2.
- ^ a b Yer. Ta'an iv. 68d; Lam. R. ii. 2.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- W. Bacher, Ag. Tan. i. 194;
- Brüll, Mebo ha-Mishnah, i. 130;
- Z. Frankel, Darke ha-Mishnah, p. 127;
- Hamburger, R. B. T. ii. 161;
- Heilprin, Seder ha-Dorot, ii., s.v.;
- Weiss, Dor, ii. 130;
- Abraham Zacuto, Yuḥasin, ed. Filipowski, p. 33a.