Eccidio di Lippa di Elsane eccidio | |
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Memoriale della strage di Lippa | |
Data | 30 aprile 1944 |
Luogo | Lippa di Elsane |
Stato | Italia |
Provincia | Provincia di Fiume |
Comune | Elsane |
Coordinate | 45°28′06.06″N 14°18′05.6″E |
Comandante | Josef Oberhauser |
Obiettivo | popolazione civile |
Responsabili | Abteilung R Milizia di difesa territoriale Volontari italiani della 24 divisione delle Waffen SS |
Motivazione | rappresaglia |
Conseguenze | |
Morti | 269 |
Sopravvissuti | 2 |
Beni distrutti | 87 case e 85 fienili |
L'eccidio di Lippa di Elsane è stata una strage nazifascista avvenuta il 30 aprile 1944 nel villaggio di Lippa (in croato: Lipa), all'epoca frazione del comune italiano di Elsane, in provincia di Fiume (oggi situato in Croazia).
Con un bilancio finale di 269 morti[1] (quasi tutti anziani, donne e bambini),[2] l'eccidio di Lippa è stata la più grande strage avvenuta nel territorio istriano durante la seconda guerra mondiale[3] e la quarta strage nazifascista più cruenta avvenuta nel territorio del Regno d'Italia.[4]
Contesto storico
[modifica | modifica wikitesto]Al termine della prima guerra mondiale il territorio istriano passò dall'Impero austro-ungarico al Regno d'Italia, a cui venne poi annesso anche il territorio di Fiume dal gennaio 1924, incluso il comune di Elsane, dove venne abolito l'uso della lingua croata, con l'insegnamento obbligatorio dell'italiano. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, gran parte della popolazione di Lippa, tutta composta da agricoltori e allevatori di bestiame, entrò a far parte della resistenza partigiana jugoslava. Dopo l'8 settembre 1943 la guerra tra nazifascisti e slavi si inasprì giorno dopo giorno, dando luogo ad azioni sempre più violente a cui seguirono continue rappresaglie da entrambi i fronti.
Il villaggio di Lippa, all'epoca abitato da circa 500 persone, si trova sulla strada che collega Fiume con Trieste e Lubiana, a pochi chilometri da Rūpa, dove aveva sede un presidio fascista della Milizia di difesa territoriale. I partigiani titini spesso prendevano di mira con i mortai i convogli tedeschi che transitavano sulla strada.[5]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nella primavera del 1944 i partigiani titini decisero di effettuare un'azione dimostrativa contro la caserma fascista di Rupa, organizzandola inizialmente per il 23 aprile, ma poi rimandandola la settimana successiva.
Domenica 30 aprile 1944 i partigiani del seconda battaglione della brigata Gortal lanciarono l'attacco a colpi di mortaio da 81 mm contro il caposaldo fascista di Rupa, il cui comandante tenente Aurelio Piesz mandò a chiedere aiuti. Proprio in quel momento, stava transitando di lì una colonna di veicoli tedeschi diretti a Fiume e una granata finì per colpire un camion, uccidendo alcuni soldati. Il comandante tedesco chiese così i rinforzi al vicino comando tedesco di Castelnuovo d'Istria. Poche ore dopo iniziò la rappresaglia.[6]
Verso le 14:30-15:00 del pomeriggio dello stesso giorno l'insediamento di Lippa, da cui si presumeva fossero stati lanciati i colpi di mortaio, venne circondato da circa 300 soldati tedeschi e una ventina di italiani,[7].
Sotto il fuoco delle mitragliatrici, i soldati tedeschi penetrarono nel villaggio verso le ore 16:00, uccidendo chiunque si trovasse lungo la strada o nei campi vicini. I militari incendiarono ogni casa dopo averla saccheggiata, rastrellando tutta la popolazione civile, composta da anziani, donne e bambini (dal momento che tutti i maschi adulti si trovavano nei boschi a combattere oppure al fronte) a cui venne detto che sarebbe stata deportata a Rupa e che pertanto doveva raccogliere e portare con sé le proprie cose.
Arrivati alla fine del paese, i prigionieri in colonna furono costretti ad abbandonare i propri bagagli e vennero ammassati in un casolare, dove furono sterminati a colpi di mitragliatrice e con le granate. I cadaveri vennero poi ammassati e bruciati nel casolare.[8] Al termine dell'eccidio, vennero dati alle fiamme oltre 135 edifici.[9]
Il ricordo della strage è testimoniato da alcune fotografie scattate da un soldato tedesco che portò il rullino dei negativi a far sviluppare presso il fotografo Marož a Villa del Nevoso. La sorella del fotografo, resasi conto della gravità di quanto avvenuto, stampò segretamente una copia di ogni immagine, che poi espose nella vetrina del negozio alla fine della guerra, con la speranza che qualcuno riconoscesse il luogo.
Le immagini sono molto importanti per l'attribuzione delle responsabilità, in precedenza attribuite alle SS-Karstwehr-Btl.: in esse si vedono soldati con le divise operative di camuffamento della Sonderabteilung Einsatz R (Reinhard) e di quello che è stato presumibilmente identificato nel 2016 come l'SS-Untersturmführer Josef Oberhauser. [10] [3]
La macroscopica sproporzione tra il massacro di civili inermi rispetto alle iniziali due vittime tedesche ha fatto ipotizzare ad alcuni storici che in realtà non si sia trattata di una rappresaglia simile alle altre compiute nello stesso periodo e nella stessa zona, ma di una vera e propria lezione punitiva esemplare pianificata dai nazisti nei confronti di una comunità che sosteneva il movimento partigiano dei cosiddetti Banditen, al fine di terrorizzare e separare il popolo dai partigiani.[3]
Ricordo
[modifica | modifica wikitesto]Dopo la liberazione avvenuta nel maggio 1945, i pochi sopravvissuti tornarono a Lippa, dove raccolsero le ossa dei loro compaesani, realizzando un cimitero nella casa del civico numero 20, che rimase un monumento a perenne ricordo del crimine. Iniziarono anche a ristrutturare le case. I bambini orfani minori di 13 anni furono mandati nell'orfanotrofio di Abbazia, e poi inviati in Cecoslovacchia; alcuni sono rimasti lì e alcuni sono tornati. I Lipjaniani decisero di ricostruire il villaggio e di sfidare l'intenzione nazista di distruggerli.
Nel 1963 nacque l'idea che il villaggio fosse trasformato in un museo all'aperto: venne così istituito il Fondo per la ricostruzione di Lippa e nel 1966 l'Istituto regionale per il restauro proclamò il sito memoriale di Lippa.[11]
I resti ancora distrutti dell'insediamento sono oggi protetti come patrimonio commemorativo e il 29 novembre 1968 è stata aperta una mostra permanente presso l'ex edificio scolastico, attiva fino alla dissoluzione della Jugoslavia nel 1989.
Nell'aprile 2015 è stato inaugurato il Centro commemorativo Lippa ricorda[12](Memorijalni centar Lipa pamti), che illustra la storia della seconda guerra mondiale nella regione del Carso liburnico che, oltre a Lippa, comprende i villaggi di Passiaco, Rūpa, Sapiane e Berze. L'esposizione include anche una sezione storiografica del territorio dalla preistoria fino ad oggi. Il centro-memoriale è una filiale del Museo marittimo e storico del litorale croato di Fiume. L'apertura del Centro è stata finanziata dal Comune di Mattuglie.[13]
Gli attuali abitanti di Lippa ricordano ogni anno il giorno della strage,[14] con una manifestazione denominata Lippa ricorda (Lipa pamti).[15]
Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Lipa (Lipa), Elsane, Bistrica (Bisterza) 30.04.1944 (Fiume - territori situati ora all'estero), su Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia.
- ^ Rodolfo Decleva, L'eccidio di Lipa, su Enrico Orlandini (a cura di), Rigo camerano. URL consultato il 26 aprile 2019 (archiviato il 12 agosto 2018).
- ^ a b c Tristano Matta, La strage nazista di Lipa, su Wikiradio, Rai Radio 3, 30 aprile 2018. URL consultato il 26 aprile 2019 (archiviato il 26 aprile 2019).
- ^ Raoul Pupo, Fiume città di passione, Bari, Laterza, 2018, p. 186, ISBN 9788858134528.
- ^ Lipa, fra le tante stragi italiane, questa fu la peggiore..., su Tra Fiume e Trieste, 28 aprile 2013. URL consultato il 26 aprile 2019 (archiviato il 26 aprile 2019).
- ^ 30 aprile 1944: strage di Lipa (Fiume), su ANPI sezione del Miranese. URL consultato il 26 aprile 2019 (archiviato il 26 aprile 2019).
- ^ Giuseppina Mellace, Lippa, in Delitti e stragi dell'Italia fascista dal 1922 al 1945, Newton Compton Editori, 2015, pp. 204-205.
- ^ La strage di Lipa (30 aprile 1944), su fiumetrieste.blogspot.com, 28 aprile 2012. URL consultato il 26 aprile 2019 (archiviato il 26 aprile 2019).
- ^ Matteo Rizzi, Massacro di Lipa (3), in Il Piccolo, 10 maggio 2010. URL consultato il 27 aprile 2019 (archiviato il 27 aprile 2019).
- ^ Tommaso Chiussi e Stefano di Giusto, Globocnik’s Men in Italy, 1943-45: Abteilung R and the SS-Wachmannschaften of the Operationszone Adriatisches Küstenland, Schiffer Publishing, 2016, ISBN 9780764352546, Pag. 84
- ^ (HR) 30. travnja 1944: Pokolj u selu Lipa, su Viesnikov Kalendar. URL consultato il 26 aprile 2019 (archiviato il 26 aprile 2019).
- ^ Il Centro commemorativo Lipa ricorda. URL consultato il 26 aprile 2019 (archiviato il 6 maggio 2018).
- ^ (HR) O centru, su lipapamti.ppmhp.hr. URL consultato il 26 aprile 2019 (archiviato il 15 agosto 2018).
- ^ Roberto Spazzali, Restano poche immagini e testimonianze dell'eccidio in cui i nazisti uccisero 287 civili, compresi i bambini, in Il Piccolo, 30 aprile 2010. URL consultato il 27 aprile 2019 (archiviato il 27 aprile 2019).
- ^ (EN) Martina Draščić e Danica Maljavac, Lipa – A small place with a powerful story, su The Memory of War and Violence in the 20th-century northeastern Adriatic, Università di Regensburg, 27 maggio 2012. URL consultato il 27 aprile 2019 (archiviato il 24 settembre 2017).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto](EN) Tommaso Chiussi e Stefano Di Giusto, Globocnik’s Men in Italy, 1943-45 : Abteilung R and the SS-Wachmannschaften of the Operationszone Adriatisches Küstenland, Schiffer Publishing, 2016, ISBN 9780764352546.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Eccidio di Lippa di Elsane
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (HR) MEMORIJALNI CENTAR LIPA PAMTI, su lipapamti.ppmhp.hr.
- Tristano Matta, La strage nazista di Lipa, su Wikiradio, Rai Radio 3, 30 aprile 2018.