Albero del drago | |
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Esemplare dell'Orto botanico di Palermo | |
Stato di conservazione | |
In pericolo[1] | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiospermei |
Ordine | Asparagales |
Famiglia | Asparagaceae |
Sottofamiglia | Nolinoideae |
Genere | Dracaena |
Specie | D. draco |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Liliopsida |
Ordine | Liliales |
Famiglia | Agavaceae |
Genere | Dracaena |
Specie | D. draco |
Nomenclatura binomiale | |
Dracaena draco (L.) L. | |
Sinonimi | |
Asparagus draco (bas.) | |
Nomi comuni | |
(PT) Dragoeiro |
L'albero del drago (Dracaena draco L.) è una pianta arborea monocotiledone appartenente alla famiglia delle Asparagacee, endemica della Macaronesia[2]. È il simbolo vegetale di Tenerife.[3]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]È una pianta a portamento arbustivo che può tuttavia raggiungere anche i 20 metri di altezza.
Il tronco è di colore grigio scuro e si divide dicotomicamente in rami che terminano con rosette di foglie coriacee, lanceolate, di colore verde glauco, disposte a formare una chioma a forma di ombrello.
I fiori, che sorgono da racemi terminali, sono bianco-verdastri.
I frutti, di dimensioni di 1-1,5 cm, sono carnosi, tondeggianti e di colore arancione.
Ha una crescita lenta, e impiega circa un decennio per raggiungere l'altezza di 1 m.
Essendo una monocotiledone, Dracaena draco non mostra anelli annuali e l'età può essere stimata solo in base al numero di suddivisioni dei rami.
Gli esemplari più antichi si ritiene possano essere millenari; il più antico esemplare vivente si trova a Icod de los Vinos, nella zona nord-occidentale di Tenerife.
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]È endemica nelle Isole Canarie, dove la popolazione complessiva è ridotta a poche centinaia di esemplari, delle isole di Capo Verde (specialmente a São Nicolau, dove si trovano circa cento esemplari, e a Santo Antão) e di Madera, dove ne restano solo pochi esemplari selvatici.[1] A Tenerife, presso Icod de los Vinos, si trova il "Drago millenario" un esemplare molto antico anche se non se ne conosce l'età esatta; la pianta è molto conosciuta e rappresenta un'attrazione turistica.
Di recente è stata individuata una sottospecie (Dracaena draco subsp. ajgal), diffusa in Marocco, nella regione di Anezi, sui monti dell'Anti-Atlante, dove è presente una colonia di alcune migliaia di esemplari.[1]
Presso il Monte Tauro, all'interno del Parco archeologico del teatro antico di Taormina, è stata individuata una popolazione spontanea costituita da circa cento esemplari di cui alcuni secolari.[4]
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]La classificazione tradizionale (sistema Cronquist) assegna il genere Dracaena alla famiglia Agavaceae, ordine Liliales.
La classificazione APG IV (2016), che si avvale delle recenti ricerche genetiche, colloca il genere Dracaena nella sottofamiglia Nolinoideae delle Asparagaceae (ordine Asparagales).[5][6] Si trovano degli esemplari di pianta del drago nell'orto botanico di Palermo e Catania.
Conservazione
[modifica | modifica wikitesto]La Lista rossa IUCN classifica Dracaena draco come specie in pericolo di estinzione (Endangered).[1]
Utilizzi
[modifica | modifica wikitesto]Per i Guanci, le popolazioni indigene delle Isole Canarie, questo albero possedeva proprietà magiche. Quando la corteccia o le foglie vengono recise, secernono una resina che ossidandosi assume una colorazione rossastra, conosciuta come sangue di drago. Il sangue di drago era già noto agli antichi Romani, che lo utilizzavano come colorante, e nel Medioevo era molto ricercato da maghi e alchimisti che gli attribuivano virtù terapeutiche. Nel XVIII secolo era utilizzato come mordente per il mogano. La pianta ha quindi usi affini a quelli di un suo lontano parente, la Dracaena cinnabari, che vive sull'isola di Socotra (tra lo Yemen e il Corno d'Africa), dove è stata sfruttata da secoli per la produzione di sangue di drago e altre essenze.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d (EN) Silva, L., Caujapé-Castells, J., Lobo, C., Casimiro, P., Moura, M., Elias, R.B., Fernandes, F., Fontinha, S.S. & Romeiras, M.M. 2021, Dracaena draco, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 20 novembre 2021.
- ^ (EN) Dracaena draco, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 20 novembre 2021.
- ^ Ley 7/1991, de 30 de abril, de símbolos de la naturaleza para las Islas Canarias, su gobcan.es. URL consultato il 26 settembre 2016 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2011).
- ^ Monte Tauro, tutela ambientale degli alberi di Dracena draco, su Tempo stretto. URL consultato il 14 febbraio 2015.
- ^ (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
- ^ (EN) Chase MW, Reveal JL, Fay MF, A subfamilial classification for the expanded asparagalean families, Amaryllidaceae, Asparagaceae and Xanthorrhoeaceae, in Botanical Journal of the Linnean Society 2009; 161: 132–136.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Benabid, A. y Cuzin, F. 1997. Populations de dragonnier (Dracaena draco L. subsp. ajgal Benabid et Cuzin) au Maroc: valeurs taxinomique, biogéographique et phytosociologique. C. R. Acad. Sci. Paris, Sciences de la vie, 320: 267-277.
- K Byström. Dracaena draco L. in the Cape Verde Islands. Acta Horti Gotoburgensis, 1960.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Dracaena draco
- Wikispecies contiene informazioni su Dracaena draco
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) dragon tree, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.