La Domus Aurea di Antiochia fu una chiesa, oggi andata perduta, fatta costruire da Costantino I, che fu per quel tempo un capolavoro dell'arte paleocristiana e bizantina.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Costantino I fece erigere una grande chiesa ad Antiochia (i lavori iniziarono nel 325 e terminarono nel 341 con Costanzo II), posizionata probabilmente nei pressi del Palazzo imperiale sull'isola, al di là dell'Oronte. L'Imperatore Valente riaprì la grande chiesa di Costantino, che rimase aperta fino al "sacco persiano" del 538, compiuto da Cosroe I.
Nel 362 fu nuovamente chiusa dall'imperatore Flavio Claudio Giuliano, l'ultimo dichiaratamente pagano, come rappresaglia per l'incendio e distruzione del tempio di Apollo nel vicino quartiere di Daphne, per il quale furono sospettati i cristiani.[1]
La Chiesa fu gravemente danneggiata nel corso del Terremoto di Antiochia del 526 e poi definitivamente distrutta da un successivo terremoto nel 588, e mai più ricostruita.
Struttura
[modifica | modifica wikitesto]La forma ottagonale della chiesa è considerata un prototipo che influenzò la successiva architettura bizantina ed islamica. Alcuni hanno ipotizzato che la chiesa di San Vitale a Ravenna, costruita nel attorno agli anni 540, potrebbe essere come la chiesa ottagonale d'Oro di Antiochia.[2] Ecco come ce la descrive Eusebio di Cesarea:
«[Costantino in Antiochia], quasi fosse stata la capitale di tutte le province del luogo, consacrò una chiesa unica nel suo genere per le proporzioni e la bellezza. All'esterno fece costruire intorno all'intero tempio una grande cinta muraria, ed all'interno fece innalzare l'edificio vero e proprio, di altezza notevole, costruito su pianta ottagonale, circondato tutto intorno da edicole, poste su due ordini, superiore ed inferiore, che fece generosamente rivestire con ornamenti d'oro massiccio, bronzo ed altri materiali preziosi.»
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ David Frendo, Dangerous Ideas: Julian's Persian Campaign, Its Historical Background, Motivation, and Objectives, in Bulletin of the Asia Institute, vol. 21, 2007, p. 86.
- ^ Vedi sito su chiesa ottagonale d'Oro di Antiochia.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Eusebio di Cesarea, Vita di Costantino, III.