Ebano africano | |
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Diospyros mespiliformis | |
Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
Ordine | Ericales |
Famiglia | Ebenaceae |
Genere | Diospyros |
Specie | D. mespiliformis |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Ericales |
Famiglia | Ebenaceae |
Genere | Diospyros |
Specie | D. mespiliformis |
Nomenclatura binomiale | |
Diospyros mespiliformis Hochst. ex A.DC., 1844 | |
Sinonimi | |
Diospyros sabiensis |
L'ebano africano (Diospyros mespiliformis Hochst. ex A.DC., 1844) è un grande albero deciduo della famiglia delle Ebenacee, diffuso in Africa e nella penisola Arabica[2].
Gli sciacalli sono ghiotti dei suoi frutti, da qui il nome tradizionale afrikaans Jakkalsbessie (da jacakkal, sciacallo e bessie, bacca).
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Gli alberi maturi hanno una corteccia grigio scura fessurata. Un albero adulto raggiunge in media i 4 a 6 metri di altezza, anche se occasionalmente può raggiungere i 25 metri. Il fogliame è fitto, di colore verde scuro e con foglie ellittiche, che sono spesso consumate dagli animali al pascolo, ad esempio gli elefanti e i bufali. L'albero fiorisce nella stagione delle piogge; i fiori sono imperfetti e color crema; ogni albero ha fiori di un solo genere, maschili o femminili. L'albero femmina nella stagione secca porta frutti di forma ovale, gialli e con un diametro di circa 20-30mm, che vengono mangiati da molti animali selvatici. Quando i frutti maturano diventano viola. L'albero, come la Marula, è uno dei preferiti dei Bantu, che lo lasciano crescere nelle terre coltivate, al fine di raccogliere i frutti.
Sviluppo
[modifica | modifica wikitesto]L'ebano africano spesso cresce sui termitai, preferendo terreni alluvionali profondi, ma non è raro che cresca nella savana su terreni sabbiosi. Cresce in mutualismo con le termiti, che aerano il terreno per l'albero, ma non mangiano il legno vivo; l'albero fornisce a sua volta protezione alle termiti. L'ebano africano è la specie più grande del genere Diospyros in Sudafrica. La specie è diffusa a nord fino al Sahara. Si tratta di un membro della famiglia Ebenaceae, che comprende alberi come l'ebano di Ceylon (Diospyros ebenum) e il cachi commestibile (Diospyros kaki).
Usi
[modifica | modifica wikitesto]Cucina
[modifica | modifica wikitesto]Tipico della cucina tradizionale africana, questo frutto ha il potenziale per migliorare la nutrizione, aumentare la sicurezza alimentare, favorire lo sviluppo rurale e l'agricoltura sostenibile.[3] Il frutto è commestibile per l'uomo; il suo sapore è descritto come simile al limone, con una consistenza simile al gesso. I frutti possono essere conservati, essiccati e macinati per produrre farina, e spesso sono utilizzati per la produzione di birra e brandy. Gli Ovambo chiamano il frutto eenyandi, e lo usano per distillare l'Ombike, il loro liquore tradizionale.[4]
Medicina
[modifica | modifica wikitesto]Le foglie, la corteccia e le radici dell'albero contengono tannino, che può essere usato come emostatico, per fermare il sanguinamento. Le radici sono indicate per eliminare i parassiti e si crede che siano un rimedio utile per la lebbra.
Legno
[modifica | modifica wikitesto]Il legno dell'ebano africano è quasi immune ai danni causati dalle termiti. Il cuore del legno è a grana fine e forte, e spesso è usato per la fabbricazione di parquet e mobili. I tronchi dell'albero vengono utilizzati per le canoe. Il colore del legno varia da un chiaro bruno-rossastro a un marrone molto scuro.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Diospyros mespiliformis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 10 ottobre 2023.
- ^ (EN) Diospyros mespiliformis, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 10 ottobre 2023.
- ^ National Research Council, Ebony, in Lost Crops of Africa: Volume III: Fruits, collana Lost Crops of Africa, vol. 3, National Academies Press, 25 gennaio 2008, ISBN 978-0-309-10596-5. URL consultato il 9 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2012).
- ^ Shaanika Helvy, Ombike – a potent traditional brew, in New Era (Namibia), 26 October 2012 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2012).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Diospyros mespiliformis
- Wikispecies contiene informazioni su Diospyros mespiliformis
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Blue Planet Biomes article on the Jackalberry, su blueplanetbiomes.org.
- Diospyros mespiliformis in U. Brunken, M. Schmidt, S. Dressler, T. Janssen, A. Thombiano & G. Zizka: West African plants - A Photo Guide. Forschungsinstitut Senckenberg, Frankfurt/Main 2008.
- (EN) Diospyros mespiliformis, su plantzafrica.com, Plantz Afrika. URL consultato il 9 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 7 settembre 2010).