Cratete di Atene (in greco antico: Κράτης?, Krátēs; ... – 268-265 a.C.) è stato un filosofo greco antico della corrente platonica, allievo ed eromenos di Polemone,[1] e suo successore come scolarca dell'Accademia di Atene,[2][3] verso il 270 a.C.
L'intima amicizia di Cratete e Polemone è stata celebrata nell'antichità, e Diogene Laerzio ha trasmesso un epigramma del poeta Antagora, il quale tramanda che i due amici furono sepolti insieme.
I più illustri alunni di Cratete furono il filosofo Arcesilao, che gli succedette come scolarca, Teodoro l'ateo e Bione di Boristene.[4]
Degli scritti di Cratete non rimane nulla; Diogene Laerzio afferma che vertevano su argomenti filosofici, sulla commedia e che il filosofo compose anche orazioni, che più verosimilmente sono da attribuire a Cratete di Tralles. Probabilmente scrisse anche monografie su argomenti diversi: astronomia, geografia ed etnografia; in più uno scritto di dubbia attribuzione riguarda il dialetto antico: un'opera organizzata in almeno cinque libri, il cui contenuto probabilmente era sulla distinzioni tra termini asiani e attici.[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Cratète di Atene, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Guido Calogero, CRATETE di Atene, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1931.
- Cratete di Atene, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009.
- Cratète di Atène, su sapere.it, De Agostini.