Nicola Capponi, detto Cola Montano (Gaggio Montano, ... – Firenze, 1482), è stato un umanista italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio di tal Morello, originariario dell'appennino bolognese, Capponi deve il soprannome con cui è ricordato al luogo che gli diede in natali, Gaggio Montano, ove nacque nella prima metà del XV secolo. Già nel 1462 teneva la cattedra di latino nella pubblica scuola di Milano, dove ebbe tra i suoi allievi il giurista Pietro Grassi.[1] Tra i più ferventi promotori dell'arte della stampa, a partire dal 1472 fu socio del tipografo parmigiano Antonio Zarotto.
Spirito irrequieto, non ebbe fortuna alla corte di Milano; dopo il 1466, a detta di Bernardino Corio, sarebbe stato tra i cospitori della congiura organizzata per rovesciare il duca Galeazzo Maria Sforza e restaurare la Repubblica ambrosiana.[2] Il Montano avrebbe istigato i suoi discepoli Girolamo Olgiati, Giovanni Andrea Lampugnani e Carlo Visconti a uccidere il duca, seguendo l'esempio di Armodio e Aristogitone, Catilina, Bruto e Cassio. Al momento dell'assassinio, avvenuto il 26 dicembre 1476, il giorno di Santo Stefano[2], Cola aveva già lasciato Milano. A Firenze, dove si era rifugiato, non ebbe pace; Lorenzo de' Medici, per la parte che egli avrebbe avuto nell'uccisione del duca di Milano e per una fiera invettiva che avrebbe pronunciato contro di lui davanti ai governanti di Lucca, per spingerli ad abbandonare l'alleanza con i Fiorentini e indurli a passare dalla parte di Ferrante d'Aragona, lo fece catturare e impiccare (1482).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Gigliola Di Renzo Villata, GRASSI, Pietro, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 58, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2002.
- ^ a b Riccardo Dal Monte, La congiura di Santo Stefano. Il tirannicidio del dissoluto Galeazzo Sforza Milano, 1476, in Le grandi congiure del Rinascimento., collana I volti della storia, Newton Compton Editori, 2023, pp. 204-241, ISBN 9788822773807.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Filippo Argelati, Bibliotheca Scriptorum Mediolanensium, Milano 1745, I, pp. 96, 158, 447, 456.
- Francesco Berlan, Cola Montano, due lettere, Milano 1877.
- Gerolamo Biscaro, Panfilo Castaldi e gli inizi dell'arte della stampa a Milano (1469-1472), in Archivio storico lombardo, I (1915), p. 85.
- Tobias Daniels, Umanesimo, congiure e propaganda politica. Cola Montano e l'Oratio ad Lucenses, Roma 2015 (RR inedita 63. saggi).
- Giovanni Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, Bologna 1787, VI, pp. 64-66.
- Girolamo Lorenzi, Cola Montano, studio storico, Milano, a beneficio del fondo vedove ed orfani dei soci del Pio Istituto Tipografico, 1875.
- Emilio Motta, Di Filippo di Lavagna e di alcuni altri tipografi editori del Quattrocento, in Archivio storico lombardo, X (1898), p. 28.
- Paolo Orvieto, CAPPONI, Nicola, detto Cola Montano, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 19, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1976.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Cappóni, Nicola, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Giovanni Soranzo, CAPPONI, Nicola, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1930.
- Cappóni, Nicòla, detto Còla Montano, su sapere.it, De Agostini.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 98755668 · ISNI (EN) 0000 0000 6858 1201 · BAV 495/56105 · CERL cnp00524269 · LCCN (EN) n2015067263 · GND (DE) 129045373 · BNF (FR) cb17001031n (data) |
---|