Clarette Gallotti (fl. XX secolo) è stata un'imprenditrice e stilista italiana.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Clarette Gallotti, nobildonna napoletana, dopo la seconda guerra mondiale trasforma in azienda una realtà economica pre-esiste sull'isola di Capri e chiamata "tessitrice dell'isola". L'attività non era regolamentata ed era costituita da diverse giovani donne che filavano e tessevano vesti, coperte, biancheria per la dote in diversi materiali, canapa, lino, lana e seta. Clarette Gallotti aggrega tutti i telai dapprima nei locali del ex-Monastero di San Michele (annesso alla Chiesa di San Michele Arcangelo) e poi in altra sede, ed inizia la produzione di scialli e tovaglie fino ad arrivare negli anni successivi a completi da spiaggia e vestiti[1] che vengono esportati in tutto il mondo. L'azienda dà lavoro a circa 70 donne, tutte di Anacapri, tranne le modiste provenienti dalla Svizzera.[2]
Nel 1948 Emilio Pucci affida all'azienda di Clarette Gallotti la realizzazione di giacconi di lana per un ordine proveniente dagli Stati Uniti.[3] Da quel momento viene affidata alla "Tessitrice dell'isola" la confezione delle giacche del brand Pucci[4].
Il 12 febbraio 1951 Clarette Gallotti partecipa alla prima sfilata di moda tenutasi in Italia presso la residenza privata di Giovanni Battista Giorgini a Firenze alla presenza di acquirenti di diversi grandi magazzini di lusso provenienti dagli Stati Uniti e dal Canada, tra questi i buyer di B. Altman and Company, una catena di grandi magazzini di lusso statunitense e del canadese Morgan's. Alla sfilata parteciparono sia case di alta moda sia di prêt-à-porter, all'epoca chiamato moda-boutique.[5]
All'evento diede risalto Harper's Bazaar, il successo fu tale che la sfilata venne ripetuta, in versione estiva, nel luglio dello stesso anno e dall'anno successivo divenne un appuntamento regolare a Palazzo Pitti, dando l'avvio in Italia all'industria dell'alta moda fino a quel tempo monopolio delle maison parigine.
Nel luglio del 1954, insieme alle Sorelle Fontana, Vincenzo Ferdinandi, Emilio Schuberth, Giovannelli-Sciarra, Eleonora Garnett e Mingolini-Gugenheim partecipa ad "Alta Moda a Castel Sant'Angelo"[6]. In quella occasione furono premiate le statunitensi Sally Kirkland, Fashion Editor di Life e di Vogue USA, Alice Perkins, Fashion Editor di Women's Wear Daily per il loro ruolo di ambasciatrici della moda italiana negli Stati Uniti e la stilista Hannah Troy.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ I percorsi della moda made in Italy, su treccani.it. URL consultato il 17 luglio 2019.
- ^ Vacca, p. 107 e seg.
- ^ Corriere del mezzogiorno, C'era una volta la moda a Capri, 22 agosto 2015.
- ^ Gnoli, p. 150.
- ^ Giovanni Battista Giorgini (1898-1971), su moda.san.beniculturali.it. URL consultato il 17 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ Moda a Castel Sant'Angelo, su patrimonio.archivioluce.com, Istituto Luce, 30 luglio 1954.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Raffaele Vacca, Note su Capri, Guida, 2004, ISBN 8871887778.
- Sofia Gnoli, Un secolo di moda italiana, 1900-2000, Booklet Milano, 2005, ISBN 978-8869166129.