Circoncisione di Gesù | |
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Autore | Simon Vouet |
Data | 1622 |
Tecnica | olio su tela |
Dimensioni | 290×193 cm |
Ubicazione | Museo nazionale di Capodimonte, Napoli |
La Circoncisione di Gesù è un dipinto (290×193 cm) a olio su tela di Simon Vouet datato 1622 e conservato nel Museo nazionale di Capodimonte a Napoli.[1]
Storia e descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il dipinto fu richiesto da Marcantonio Filomarino, nobile napoletano che aveva la propria collezione nel palazzo di famiglia nelle adiacenze del monastero di Santa Chiara.[2] Fece da tramite all'acquisto il cugino del principe di stanza a Roma, Ascanio Filomarino, cardinale vicino alla famiglia pontificia dei Barberini che acquistò tra il 1620 e il 1623 diciotto opere di Simon Vouet.[2] Nell'elenco dei dipinti figurava proprio una Circoncisione, di cui è registrato il pagamento in data 13 febbraio 1620 per una somma pari a 38 scudi a saldo di 120 già sborsati.[2] Nella notula firmata da Ascanio si fa espresso riferimento al fatto che il quadro doveva essere consegnato «per mandarlo al signor Marco Antonio Filomarino».[1]
Il dipinto compare in un inventario post mortem di Marcantonio datato 1634 nel palazzo Filomarino della Rocca, da cui poi in una ignota data successiva verrà ricollocato nella chiesa di Sant'Angelo a Segno.[2] La tela è infatti registrata nell'edificio religioso nelle guide alla città scritte da Luigi Catalani nel 1845, il quale la attribuisce a «ignoto autore, probabilmente Procaccini».[1]
Nel 1938 durante un intervento di restauro compare la firma originale del Vouet, ripristinando la giusta titolarità all'opera.[1] Nel 1977 per motivi cautelativi la pala viene rimossa dalla chiesa di Sant'Angelo e ricollocata nel Museo nazionale di Capodimonte, dov'è tuttora.[3]
La tela mostra un'insolita scena della circoncisione di Gesù: questa viene rappresentata infatti in casa di Giuseppe, che compare a sinistra del sacerdote, e non nel consueto Tempio, attorno all'ara, come erroneamente vuole l'iconografia cristiana.[4]
La pala seppur realizzata a Roma e solo successivamente inviata a Napoli, ebbe una notevole influenza negli artisti locali, soprattutto in Massimo Stanzione e Bernardo Cavallino,[3] che ne assimilarono la forte componente scenica ,elegantemente rappresentata nei pilastri illuminati che fanno da quinta, nel drappo rosso in alto a destra o nella gestualità di alcune figure che danno ancor più teatralità all'evento, su tutti il bambino in primo piano che guarda dentro la giara.[4]
Il dipinto è firmato e datato sul basamento dell'altare: «Simon Vouet Parisien / F. Romae MDCXXII».[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Museo nazionale di Capodimonte, p. 100.
- ^ a b c d Loredana Lorizzo, Il cardinale Ascanio Filomarino. Collezionismo e committenza tra Roma e Napoli nel Seicento, Napoli, Electa, 2007, pp. 9-12, ISBN 9788851003753.
- ^ a b Nicola Spinosa, Pittura del Seicento a Napoli - da Caravaggio a Massimo Stanzione, Napoli, Arte'm, 2008, p. 436.
- ^ a b c Museo nazionale di Capodimonte, p. 101.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- AA. VV., Museo Nazionale di Capodimonte, collana I Grandi musei del Sole 24 Ore, Milano, Mondadori Electa, 2005, pp. 100-101.