Chiesa di San Leopoldo Kirche zum heiligen Leopold | |
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Esterno | |
Stato | Austria |
Land | Vienna |
Località | Vienna |
Indirizzo | Baumgartner Höhe 1 |
Coordinate | 48°12′38″N 16°16′44″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | Santi Leopoldo e Severino |
Arcidiocesi | Vienna |
Architetto | Otto Wagner |
Stile architettonico | Stile Liberty,[1] Secessionista |
Inizio costruzione | 1904 |
Completamento | 1907 |
La chiesa di San Leopoldo (in tedesco Kirche zum heiligen Leopold; anche detta Kirche am Steinhof, cioè "Chiesa di Steinhof"), sorge nel sobborgo di Steinhof, alle pendici del Galitzinberges, all'estrema periferia ovest di Vienna. Rappresenta un capolavoro dell'architettura Secessionista.
Storia e descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il progetto originale è del celebre architetto Otto Wagner,[1] che la concepì come una moderna casa del signore, diversa da tutte le chiese costruite fino a quel momento e in sintonia con lo stile della Secessione viennese. Edificata tra il 1904 e il 1907,[1] la chiesa sorge all'interno di un ospedale psichiatrico e si trova nel punto più alto della zona, visibile da quasi ogni punto del distretto. Per enfatizzarne l'aspetto, Wagner concepì una cupola in rame[1] sproporzionata in grandezza, e dorata.
La facciata è ricoperta con lastre di marmo di 2 cm di spessore, integrati con "chiodi di rame" nella muratura. Il marmo proviene dalle cave di Carrara. Le torri ai lati dell'ingresso principale sono sormontate da due statue in rame con i due santi patroni della Bassa Austria: san Leopoldo e san Severino.
L'interno, a pianta centrale, vede la fusione dei bisogni funzionali come cappella di ospedale (pulizia, igiene e separazione dei degenti dal celebrante) e la decorazione visiva. Prezioso è l'arredo interno, incentrato nel presbiterio dal fastoso baldacchino dorato bizantineggiante opera del 1906-07 di Remigius Geyling, e chiuso dal grande mosaico di fondo raffigurante la Promessa dei Cieli, realizzato su cartoni di Koloman Moser[1] del 1905. Le preziose vetrate si devono allo stesso Moser, che le realizza nel 1906-07. Vennero rimosse durante la seconda guerra mondiale e conservate in Cecoslovacchia, da dove vennero riportate nel 1950.
A causa dei danni subiti nel corso del conflitto, la chiesa è stata restaurata due volte: nel 1961-1964 e tra il 2000-2006.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (DE) Otto Antonia Graf, Otto Wagner, Vienna, Ed. Böhlau, 1994, pp. 400–420, ISBN 3-205-98224-X.
- (DE) Elisabeth Koller-Glück, Otto Wagners Kirche am Steinhof, Vienna, Ed. Tusch, 1984, ISBN 3-85063-157-5.
- "Austria", Guida TCI, 1996, p. 104.
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