Charles Robert Ashbee (Isleworth, 17 maggio 1863 – Londra, 23 maggio 1942) è stato un architetto, designer e decoratore britannico.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Dopo aver studiato al Wellington College e al King's College di Cambridge, e mentre era attivamente coinvolto nel lavoro sociale di Toynbee Hall, Ashbee fu presentato all'architetto George Frederick Bodley.[1]
Nel 1887 Ashbee fondò la Guild School of Handicraft e fu assieme a William Morris tra i fondatori del movimento Arts and Crafts,[2] per la rivalutazione dell'artigianato contro gli effetti negativi della rivoluzione industriale sull'arte, sulla casa e sugli oggetti per la casa.[1][3]
Ashbee criticò la macchina e l'organizzazione industriale occupandosi quindi di arte applicata e specialmente di mobili, smalti e vetrate.[4]
La Gilda dell'artigianato fondata da Ashbee nel 1887, per l'insegnamento e l'esercizio della arti applicate,[5] produsse notevoli opere d'arte decorativa, spesso derivate dai suoi disegni, in particolare in argento, gioielli, e mobili. La gilda ebbe successo e diffusione agli inizi del XX secolo e, sebbene fosse stata sciolta nel 1908, lasciò un segno permanente nel design moderno.[1] Dopo la chiusura della gilda, Ashbee si dedicò prevalentemente all'architettura.[1]
Nel 1900, durante un viaggio a Chicago, Ashbee conobbe Frank Lloyd Wright, di cui fu uno tra i primi a riconoscere l'importanza della sua lezione e, quando i lavori eseguiti da Wright furono pubblicati in Germania (1911), la prefazione al libro fu scritta da Ashbee.[1][5]
Nel 1904 collaborò con la School of Arts and Crafts, che continuò i suoi lavori fino allo scoppio della prima guerra mondiale.[1]
Successivamente Ashbee cambiò parzialmente giudizio sulle macchine, sostenendo che potevano essere benefiche se controllate dall'uomo.[3]
Nel 1911 Ashbee scrisse:
«La civiltà moderna poggia sulla macchina e non è possibile stimolare e incoraggiare validamente l'insegnamento artistico senza riconoscere questa verità.[3]»
Durante gli anni della guerra tenne conferenze all'Università del Cairo sulla letteratura inglese. Dal 1918 al 1922 consigliò l'amministrazione della Palestina sugli affari civici e la conservazione di edifici e monumenti.[1]
Successivamente tornò in Inghilterra, vivendo il resto della sua vita a Godden Green, nei pressi di Sevenoaks, nel Kent.[1]
Ashbee diresse anche l'Essex Press e la Society for the Preservation of Ancient Buildings.[1]
Fondò il progetto editoriale Survey of London, una serie di volumi dedicati all'analisi del tessuto urbano di Londra, tuttora in corso di redazione.
Come architetto, fu tra i primi a interessarsi dei problemi sociali connessi con l'abitazione (case unifamiliari a Chelsea, Londra, 1894 e 1904).[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i (EN) Charles Robert Ashbee, su britannica.com. URL consultato il 2 marzo 2019.
- ^ Ashbee, Charles Robert, su sapere.it. URL consultato il 2 marzo 2019.
- ^ a b c le muse, I, Novara, De Agostini, 1964, p. 409.
- ^ a b Charles Robert Ashbee, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 2 marzo 2019.
- ^ a b (EN) Charles Robert Ashbee, su antique-marks.com. URL consultato il 2 marzo 2019.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Felicity Ashbee, Janet Ashbee: love, marriage, and the arts and crafts movement, New York, Syracuse University Press, 2002.
- (EN) Alan Crawford, C.R. Ashbee: architect, designer & romantic socialist, New Haven, Yale University Press, 1985.
- (EN) Elizabeth Cumming e Wendy Kaplan, Arts & Crafts Movement, Londra, Thames & Hudson, 1991.
- (EN) Bruce Johnson, Arts & Crafts Shopmarks, Fletcher, Knock On Wood Publications, 2012.
- (EN) Oscar Lovell Triggs, Arts & crafts movement, New York, Parkstone International, 2012.
- (EN) Fiona MacCarthy, The simple life: C.R. Ashbee in the Cotswolds, Berkeley, University of California Press, 1981.
- (EN) Gillian Naylor, The Arts and Crafts Movement: a study of its sources, ideals and influence on design theory, Londra, Studio Vista, 1971.
- (FR) Nikolaus Pevsner, Les Sources de l'architecture moderne et du design, Thames & Hudson, 1975.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina in lingua inglese dedicata a Charles Robert Ashbee
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Charles Robert Ashbee
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Ashbee, Charles Robert, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Ashbee, Charles Robert, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Charles Robert Ashbee, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opere di Charles Robert Ashbee, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Bibliografia di Charles Robert Ashbee, su Internet Speculative Fiction Database, Al von Ruff.
- (EN) Immagini opere di Ashbee, su artnet.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 76389729 · ISNI (EN) 0000 0001 0917 382X · BAV 495/305730 · ULAN (EN) 500030367 · LCCN (EN) n50002000 · GND (DE) 120166291 · BNF (FR) cb123405543 (data) · J9U (EN, HE) 987007257916605171 |
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