Cardo santo | |
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Centaurea benedicta Koehler's Medizinal-Pflanzen, 1897 | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi |
(clade) | Campanulidi |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Carduoideae |
Tribù | Cardueae |
Sottotribù | Centaureinae |
Infratribù | Centaurea Group |
Genere | Centaurea |
Specie | C. benedicta |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Asteraceae |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Cichorioideae |
Tribù | Cardueae |
Sottotribù | Centaureinae |
Genere | Centaurea |
Specie | C. benedicta |
Nomenclatura binomiale | |
Centaurea benedicta (L.) L., 1763 | |
Sinonimi | |
Cnicus benedictus L. | |
Nomi comuni | |
Cardo santo, |
Il cardo santo (Centaurea benedicta (L.) L., 1763) è una pianta erbacea, angiosperma dicotiledone, annuale, appartenente alla famiglia delle Asteracee.[1][2]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Questa pianta è alta 10–60 cm, e in condizioni favorevoli può anche arrivare al metro; la radice è gracile e fistolosa, i fusti e rami sono angolosi grigio-rossastri o anche aracnoideo-pubescenti, con peli più o meno ghiandolosi. Il caule è eretto e i rami più lunghi del fusto principale sono ridotti spesso ad un capolino. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[3]
Foglie
[modifica | modifica wikitesto]Le foglie inferiori sono brevemente picciolate, grandi con forme da lirate a pennatosette, a lobi triangolari e dentati; i lobi e i denti finiscono in una spina. Quelle basali sono lunghe 30 cm con 4 - 6 coppie di segmenti; le caulinari sono lunghe fino 10 cm, larghe la metà, sessili, un po' scorrenti sul fusto, sinuato-dentate, spinose, leggermente coriacee, con nervature bianche anastomizzate. Le ultime in alto sono lunghe 8 – 12 cm, larghe 2 – 3 cm. La superficie delle foglie è verde, da bianco-lanosa a sparsamente pubescente.
Infiorescenza
[modifica | modifica wikitesto]Il capolino è avvolto completamente dalle foglie superiori (foglie bratteali a forma lanceolata larghe 8 mm e lunghe 30 mm). Il periclinio (involucro a forma ovoidale con un diametro di 20 mm) è formato da numerose brattee, le esterne sono simili alle foglie caulinari ovali, lanceolate e verdi, le mediane sono larghe fino a mezzo centimetro e terminano in un'appendice spinosa, breve e semplice; le altre sono più strette ed hanno l'appendice spinosa lunga e pennata, rossiccia, diretta in fuori. Tutte sono glabre e verdi sulla faccia esterna, bianche lucenti sulla parte opposta, al posto della spina si trovano inseriti peli lunghissimi che avvolgono il capolino.
Fiori
[modifica | modifica wikitesto]I fiori in genere sono tubulosi (del tipo actinomorfi)[4], e sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono inoltre ermafroditi e fertili. Molto raramente sono presenti dei fiori periferici radiati e sterili.
- /x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[5]
- Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
- Corolla: la corolla in genere è colorata di giallo con venature violette ed è formata da un tubo terminante in 5 lobi lungo 20 mm.
- Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi, papillosi o raramente glabri e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[6] Le antere in genere hanno una forma sagittata con base caudata (appendice ottusa). Il polline normalmente è tricolporato a forma sferica o schiacciata ai poli.
- Gineceo: lo stilo è filiforme con due stigmi divergenti. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. L'ovulo è unico e anatropo.
Frutti
[modifica | modifica wikitesto]Il frutto è un achenio cilindrico, lungo quasi un centimetro (6 – 8 mm) e largo 3 mm, bruno, lucente e con fitti solchi paralleli longitudinali (circa 20), tagliato obliquamente alla base, con ilo laterale. Il pappo è formato da due serie ben distinte di setole (in quella esterna le setole sono più lunghe dell'achenio; in quella interna le setole sono più brevi dell'achenio).
Semi
[modifica | modifica wikitesto]I semi sono lunghi meno di mezzo millimetro e sottili.
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Ovest Mediterraneo.
- Distribuzione: in Italia la C. benedicta si trova al Centro e al Sud (e in Sardegna).
- Habitat: questa specie è originaria dei paesi del bacino del Mediterraneo; in Italia è comune soprattutto in pianura, in particolare nelle zone tirreniche. Predilige i terreni profondi, sciolti e fertili.
- Distribuzione altitudinale: sui rilievi, in Italia, queste piante si possono trovare fino a 800 m s.l.m..
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[7], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[8] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[9]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1]
La tribù Cardueae (della sottofamiglia Carduoideae) a sua volta è suddivisa in 12 sottotribù (la sottotribù Centaureinae è una di queste).[10][11][12][13]
Il genere Centaurea elenca oltre 700 specie distribuite in tutto il mondo, delle quali un centinaio sono presenti spontaneamente sul territorio italiano.
Filogenesi
[modifica | modifica wikitesto]La classificazione della sottotribù rimane ancora problematica e piena di incertezze. Il genere di questa voce è inserito nel gruppo tassonomico informale Centaurea Group formato dal solo genere Centaurea. La posizione filogenetica di questo gruppo nell'ambito della sottotribù è definita come il "core" della sottotribù; ossia è stato l'ultimo gruppo a divergere intorno ai 10 milioni di anni fa.[12][13][14][15]
La Centaurea benedicta appartiene al gruppo delle centauree le cui brattee (o squame) dell'involucro terminano con delle rigide spine a forma pennata o palmata e il pappo è formato da due serie ben distinte (in quella esterna le setole sono più lunghe dell'achenio; in quella interna le setole sono più brevi dell'achenio). (In base alla suddivisione proposta da Pignatti[3]). Questa suddivisione comunque è priva di valore tassonomico ma puramente di comodo dato il grande numero di specie spontanee presenti sul territorio italiano.[16][17]
Specie simili
[modifica | modifica wikitesto]Può essere confusa con:
- Silybum marianum ha le squame dell'involucro terminante anche ai margini in un'appendice spinosa, ma verde e larga, triangolare e non ha intorno al capolino l'involucro di foglie.
- In generale si distingue dagli altri cardi come Onopordum acanthium o Cirsium arvense che non hanno per la presenza di foglie intorno al capolino, né le appendici pennate sulle squame, inoltre hanno un achenio molto più piccolo e corto.
Principi attivi
[modifica | modifica wikitesto]Contiene glucosidi amari quali cnicina, olio etereo, zuccheri, mucillagini, sostanze tanniniche, resinose e gommose, lascia abbondanti ceneri con presenza di salli di potassio, calcio e magnesio.[18]
Usi
[modifica | modifica wikitesto]Viene utilizzata in fitoterapia, la pianta essiccata intera (tolte le parti più grandi e del fusto) e fiorita, ha con proprietà amare, toniche, stimolanti, emagoghe, diuretiche, diaforetitiche, il sovradosaggio provoca bruciori tracheo-esofagei, vomito e coliche accompagnate da diarrea. È sconsigliata in chi soffre di ipercloridria o con lesioni renali. Viene inoltre utilizzata anche in liquoreria.
Raccolta
[modifica | modifica wikitesto]Un tempo anche coltivata, con semina ad aprile in file con sesto di 60–70 cm x 30 cm. Le piante venivano tagliate all'inizio fioritura in estate, con possibilità di effettuare un secondo sfalcio in autunno.[19]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1-20.
- ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 9 marzo 2021.
- ^ a b Pignatti 2018, pag. 1016.
- ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 9.
- ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
- ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
- ^ Judd 2007, pag. 520.
- ^ Strasburger 2007, pag. 858.
- ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
- ^ Funk & Susanna 2009, pag. 303.
- ^ Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 138.
- ^ a b Barres et al. 2013.
- ^ a b Herrando et al. 2019.
- ^ Funk & Susanna, pag. 308.
- ^ Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 144.
- ^ Pignatti 2018, Vol. 3 pag. 1016.
- ^ Pignatti 2018, Vol. 4 pag. 893.
- ^ Giovanni Negri, Erbario Figurato.
- ^ Giuseppe Lodi, Piante Officinali Italiane.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giuseppe Lodi, Piante Officinali Italiane, Bologna, Edizioni Agricole Bologna, 1957, p. 791.
- Giovanni Negri, Erbario Figurato, Milano, Ulrico Hoepli Editore Milano, 1979, p. 459, ISBN 88-481-1542-X.
- Enrica Campanini, Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Settimo Milanese, Tecniche Nuove, 2004, p. 635, ISBN 88-203-0279-9.
- (EN) Robert Christison, A dispensatory, or commentary on the pharmacopoeias of Great Britain, Londra, Adam and Charles Black, 1842, p. 978.
- Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
- V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
- Laia Barres et al., Reconstructing the Evolution and Biogeograpnic History of Tribe Cardueae (Compositae), in Botany, vol. 100, n. 5, 2013, pp. 1-16.
- Sonia Herrando-Morairaa et al., Nuclear and plastid DNA phylogeny of the tribe Cardueae (Compositae) with Hyb-Seq data: A new subtribal classification and a temporal framework for the origin of the tribe and the subtribes, in Molecular Phylogenetics and Evolution, vol. 137, 2019, pp. 313-332.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Seconda edizione. Volume 3, Bologna, Edagricole, 2018, pp. 738-1196.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Centaurea benedicta
- Wikispecies contiene informazioni su Centaurea benedicta
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Centaurea benedicta, su The Euro+Med PlantBase - the information resource for Euro-Mediterranean plant diversity.
- Centaurea benedicta Royal Botanic Gardens KEW - Database