Cenci | |
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BONUS CUM BONIS NOCENS NOCENTIBUS Trinciato merlato innestato di rosso e d'argento di dieci pezzi, a sei crescenti volti, ordinati in bande, tre e tre, dell'uno e all'altro. | |
Stato | Stato Pontificio Regno d'Italia Italia |
Titoli |
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Fondatore | Stefano, Prefetto dell'Urbe |
Data di fondazione | XI secolo |
Etnia | italiana |
Rami cadetti | Cenci de Labinie Cenci di Trastevere Cenci d’Arenula[1] Cenci Bulganini Cenci Pantalei[2] Cenci-Bolognetti Stati Cenci. |
I Cenci sono una delle più antiche famiglie romane dal passato potente ed illustre.
Famiglia romana tuttora esistente, dal 1775 Cenci Bolognetti. Il maschio primogenito porta i titoli di Principe di Vicovaro, Conte, Patrizio Romano, Coscritto, Nobile di Tivoli e di Bologna mentre gli altri membri della famiglia portano i soli titoli di Patrizio Romano, Nobile di Tivoli e di Bologna.
Sin dall'IX secolo parteciparono attivamente alla vita politica del libero comune di Roma difendendone l'autonomia anche con sacrificio della vita. Furono ricevuti negli Ordini di Malta e di Santo Stefano.
Famiglia nobile del Lazio e Patrizia romana Roma.
Origine
[modifica | modifica wikitesto]L'origine della famiglia Cenci si fa risalire alla gens Cincia (Marco Cincio Alimento autore della Lex Cincia donis ac muneribus, Lucio Cincio Alimento). Tra i suoi membri si trovano, Cardinali, Legati Pontifici, Governatori, Podestà, prelati, letterati, uomini d'arme, diplomatici e uomini politici dello Stato Pontificio. Alla famiglia Cenci è stato anche attribuito papa Giovanni X (914-928). In età medievale, membri del casato ricoprirono vari incarichi pubblici tra i quali la carica di Senatore di Roma e di Prefetto di Roma. Risultava composta di vari rami fin dal sec. XI. Nell'archivio Cenci, oggi presso l'Archivio di Stato di Roma, sono custoditi documenti di famiglia risalenti al XII secolo. I Cenci risultano imparentati con diverse famiglie romane tra cui i Crescenzi. Tuttavia l'uso molto comune del nome Cencio e dei crescenti in alcuni stemmi nell'area romana, presenta ancora incertezze sulle relazioni tra le famiglie e sulla riconducibilità ad un medesimo capostipite.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Si ritiene che il capostipite della famiglia fu Stefano, Prefetto dell'Urbe[1] e padre del Cencio che, nella notte di Natale del 1075, rapì il Papa Gregorio VII; altri li fanno discendere dal senatore di Roma Grisotto di Cencio vissuto nel 1148[3].
Nel'XI secolo, due membri di questa famiglia (Paolo e Bernardino) parteciparono alla Prima crociata (1096-1099) con Boemondo I d'Antiochia.
La famiglia possedeva una torre ed un balneum almeno dal XIII secolo; da essi prese nome il Monte dei Cenci[4][5] sorto, come si riteneva secondo una teoria ormai senza fondamento, sulle rovine, del teatro di Cornelio Balbo[6]. Nel 1554 ottennero il patronato sulla chiesa di S. Tommaso, costruita nel medesimo complesso.
Già nel Rinascimento la famiglia annoverava circa duecento componenti, divisi in quattro rami[7].
Ramo di Arenula
[modifica | modifica wikitesto]Tra i vari rami il più noto è quello detto di Arenula dal rione dove ebbero le loro abitazioni: non risiedendo lontano dal Tevere e dall'Isola Tiberina, essi diedero poi nome ad un tratto di Lungotevere.
I Cenci di Arenula, sin dal secolo XIII, ebbero membri che ricoprirono cariche cittadine come facenti parte della nobiltà municipale.
A questo ramo appartenne nel secolo XIV Giovanni di Giacomo, Cancellarius Urbis prima (1367) e Senatore di Roma poi (1380), nominato Romani populi generalem capitaneum, ordinatorem et reformatorem ad partes et loca districtus Urbis in Tuscia, Colinea et Sabinea constituta[8], fu costui a presiedere alla cerimonia di sepoltura di S. Caterina da Siena a Roma[9]; così come altri membri della famiglia ricoprirono ancora la carica senatoriale e ripetutamente la carica di Conservatore[10].
Nel 1432 il nobile Giacomo di Lello di Alessio Cenci acquistava il casale di Falcognana ed altre tenute confinanti da Prospero e Odoardo Colonna per 5.652 fiorini[11].
L'intensa attività mercantile esercitata durante il secolo XVI soprattutto da Cristoforo, già canonico di San Pietro[12] che divenne Tesoriere generale della Camera Apostolica (1550-1560)[13], gli consentì di accumulare notevoli ricchezze oltre a quelle già possedute grazie al commercio sul grano.
La famiglia divenne così tra le maggiori proprietarie di casali ed estese tenute nella campagna romana[14], come Falcognana, Castel Campanile, Testa di Lepre, Capo di Bove o Mausoleo di Cecilia Metella e Torrenova. Quest'ultima, dalla famiglia Cenci, prese nome di Rocca Cencia, così come Tor de' Cenci; i suoi componenti furono anche Signori dei castelli di Nemi (1566-1572) e Genazzano, in Abruzzo, di quelli di Assergi (acquistato tra il 1530 ed il 1540), Pescomaggiore, Vallefredda, Filetto, Camarda ed Aragno, che dovranno cedere ai Caffarelli dopo le vicende dell'assassinio di Francesco padre di Beatrice. La famiglia fu illustrata dai cardinali Tiberio, Baldassarre, Serafino e Baldassarre juniore.
Beatrice Cenci
[modifica | modifica wikitesto]Al ramo di Arenula appartennero Francesco e la figlia Beatrice, protagonisti di un clamoroso caso giudiziario alla fine del Cinquecento.
Principi di Vicovaro
[modifica | modifica wikitesto]motto Bolognetti: nusquam tuta fide
Il principato di Vicovaro pervenne ai Cenci per eredità Bolognetti grazie al matrimonio tra Virginio Cenci e Anna Maria Bolognetti, sorella di Giacomo Bolognetti, III principe di Vicovaro. Da questa unione ebbe origine la casata dei Cenci Bolognetti principi di Vicovaro:
- Girolamo (m. 1803), IV principe di Vicovaro
- Virginio (1765-1837), V principe di Vicovaro
- Alessandro (1801-1872), VI principe di Vicovaro
- Virginio (1840-1909), VII principe di Vicovaro
- Guido (1881-1965), VIII principe di Vicovaro
- Paolo (1929-1996), IX principe di Vicovaro
- Stefanello, X principe di Vicovaro
Palazzi
[modifica | modifica wikitesto]- Palazzo Stati Cenci, o Cenci alla Dogana oggi Palazzo Maccarani Stati.
- Palazzo Cenci-Bolognetti, in Piazza del Gesù.
- Palazzo Bolognetti-Torlonia, demolito nel 1903 nella realizzazione di Piazza Venezia.
- Palazzo Cenci alla Regola[15].
- Castello di Vicovaro (detto Palazzo Cenci Bolognetti)[16][17].
- Castrum del Mausoleo di Cecilia Metella.
- Castello di Torrenova, proprietà dei Cenci dal 1562[18].
Altra famiglia
[modifica | modifica wikitesto]Una famiglia di Toscana portava anch'essi il cognome di Cenci (oppure Centi o Conci). Questi erano i Cenci di Firenze[19].
Stemmi dei Cenci di Firenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Genealogia dei Cenci, Libro d'Oro della Nobiltà Mediterranea
- ^ Cenci (su Treccani.it) dall'Enciclopedia Italiana (1931)
- ^ Il Senato romano nelle sette epoche di svariato governo da Romolo fino a noi... di Luigi Pompili Olivieri, Gaetano Moroni, Josè Maria Fonseca de Evora, Roma 1840, p.186.
- ^ Nella Pianta di Giovanni Battista Nolli l'area del Monte dei Cenci è contraddistinto dai numeri 749-752 al confine con il Ghetto. Pier Luigi Tucci, L'entrata di un magazzino romano sotto la chiesa di San Tommaso ai Cenci, 1996
- ^ Mario Bevilacqua, Il monte dei Cenci. Una famiglia romana e il suo insediamento urbano tra Medioevo e barocco, Roma 1988
- ^ Guglielmo Gatti, Il teatro e la crypta di Balbo in Roma, 1978
- ^ "Agli inizi del Cinquecento i quattro rami in cui si suddivideva costituivano uno dei clan piú numerosi fra i gruppi di potere non legati alla Curia, ma alle superstiti e declinanti autonomie comunali. Uno stuolo di servitori, clienti e famigli ne curava le proprietà agricole, il bestiame e i macelli, e gravitava intorno alle attività commerciali che esercitavano con successo": Mazzacane Aldo, Diritti e miti: il caso di Beatrice Cenci, Studi storici: rivista trimestrale dell'Istituto Gramsci (Carocci): 51, 4, 2010, p. 938.
- ^ trad. Capitano generale del popolo romano, ordinatore e riformatore dei luoghi del distretto dell'Urbe in Tuscia, Collina e Sabina. Vittorio Formentin, Un nuovo testo per la storia del romanesco medievale, in Vicende storiche della lingua di Roma; 2012
- ^ E. Martinori, Annali della Zecca di Roma, 1917, p.29
- ^ Claudio De Dominicis, Membri del Senato della Roma pontificia, Senatori, Conservatori, Caporioni e loro Priori e Lista d’oro delle famiglie dirigenti, (secc. X-XIX)
- ^ Arch. Stato Roma, Arch. Cenci Bolognetti
- ^ Brunelli Giampiero, Un falso storiografico: la Congregazione del Terrore degli Ufficiali di Roma di Paolo IV, Società e storia : 151, 1, 2016 (Milano : Franco Angeli).
- ^ Massimo Carlo Giannini, Note sui tesorieri generali della Camera Apostolica e sulle loro carriere tra XVI e XVII secolo, 2005
- ^ J. Coste, I casali della campagna di Roma nella seconda metà del Cinquecento, in Archivio Società Romana di Storia Patria, a.1971
- ^ Palazzo Cenci - La Roma Segreta
- ^ Castello di Vicovaro, su Principi di Vicovaro, su principidivicovaro.it. URL consultato il 29 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 31 dicembre 2014).
- ^ Storia dei Orsini, Bolognetti e Cenci-Bolognetti, su Comune di Vicovaro, su comunedivicovaro.it. URL consultato il 29 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2014).
- ^ Castello di Torrenova, su giardinettis.altervista.org.
- ^ Famiglia Cenci, blasoni delle famiglie toscani., su archiviodistato.firenze.it. URL consultato il 29 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 29 dicembre 2014).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- A. RUGGERI, Le terre dei Cenci nell'Agro Romano: dalla via Aurelia alla via Ardeatina, in I Cenci. Nobiltà di sangue, Fondazione Marco Besso, Roma, Colombo, 2002.
- Elenco Ufficiale della Nobiltà Italiana (Consulta Araldica del Regno d'Italia).
- Annuario della Nobiltà Italiana (Andrea Borella -editore).
- Libro d'Oro della Nobiltà Italiana (tutte le edizioni Ettore Gallelli editore).
- Calendario Reale (tutte le edizioni Ettore Gallelli editore).
- Albo d'Oro della Nobiltà Italiana (tutte le edizioni Ettore Gallelli editore).
- Calendario d'Oro (tutte le edizioni Ettore Gallelli editore).
- Elenco Ufficiale della Nobiltà Italiana-serie aggiornata (tutte le edizioni Ettore Gallelli editore).
- Calendario di Gotha (tutte le edizioni Ettore Gallelli editore).
- Albo d'Oro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio (tutte le edizioni Ettore Gallelli editore).
Altri progetti
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