Castello di Gorizia | |
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Castello di Gorizia | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Stato attuale | in buono stato di conservazione |
Regione | Friuli-Venezia Giulia |
Città | Gorizia |
Indirizzo | Borgo Castello, 36 |
Coordinate | 45°56′39.47″N 13°37′40.23″E |
Informazioni generali | |
Tipo | Fortezza medievale |
Inizio costruzione | XI secolo |
Primo proprietario | Ottone III di Sassonia |
Proprietario attuale | Comune di Gorizia |
Visitabile | Sì |
Informazioni militari | |
Utilizzatore | Contea di Gorizia, Asburgo, Repubblica di Venezia. |
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Il castello di Gorizia è una fortificazione risalente all'XI secolo, costruita sul colle (155 m s.l.m.) che domina la città da cui prende il nome.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]È probabile che inizialmente una serie di strutture difensive, come un terrapieno, un fossato, una palizzata, precedettero la costruzione di un torrione o mastio di pietra nell'XI secolo, il quale fu ampliato ulteriormente durante il XIII secolo con l'aggiunta di un palazzo signorile e di un edificio di due piani. In questo stesso periodo era sicuramente presente un borgo al di fuori della palizzata, provvisto a sua volta di una barriera difensiva e composto da case costruite obbligatoriamente in muratura, imposizione data ai residenti che si aggiungeva a quella di difendere il castello in caso di attacco.
La prima raffigurazione del castello è risalente al 1307, impressa sul sigillo concesso alla città da Alberto II: sebbene la figura sia molto stilizzata, si riesce a distinguere chiaramente il mastio. È probabile che intorno al 1350 il castello avesse sembianze simili a quello di Bruck presso Lienz.
Alla morte di Leonardo, l'ultimo conte di Gorizia, avvenuta nel 1500, il feudo e il castello di Gorizia divennero proprietà di Massimiliano I d'Asburgo, imperatore del sacro romano impero. Questo passaggio avvenne grazie alla mediazione dell'amministratore di Leonardo, Virgilio di Graben, con l'aiuto di suo figlio Luca di Graben a Gorizia.[1] Egli, pur rinforzandone le difese, nel 1508 perse la fortificazione e il territorio, che caddero nelle mani della Repubblica di Venezia, la quale rivendicava la successione della contea.
Sotto la Serenissima il castello ebbe un'ulteriore opera di fortificazione per renderlo più adatto alla guerra rinascimentale, che comprendeva l'utilizzo delle armi da fuoco; tra le varie modifiche apportate venne anche abbattuto il mastio dell'XI secolo. Tuttavia Venezia riuscì ad occupare il territorio per soli tredici mesi, fino al giugno del 1509.
Nel secolo successivo il castello venne utilizzato come carcere e come caserma e perdette il suo aspetto medievale. Nel XVIII secolo venne ulteriormente ampliato con bastioni, polveriere e muraglioni; la costruzione di alcune di queste opere fu supervisionata dal matematico e astronomo Edmond Halley.
Il castello fu danneggiato durante i bombardamenti della prima guerra mondiale e oggetto di un restauro filologico negli anni che vanno dal 1934 e il 1937 dall'architetto Ferdinando Forlati, con l'aiuto del genio militare e della soprintendenza delle Belle Arti di Trieste. Si decise di ritornare ad un aspetto medievale del castello e di abbandonare l'intonacatura bianca che la costruzione aveva acquisito durante il Rinascimento.
Edificio
[modifica | modifica wikitesto]Il castello ospita attualmente il Museo del Medioevo Goriziano. Gli interni sono arredati con mobili e suppellettili originali, e fanno mostra riproduzioni di armi bianche e macchine d'assedio. Nel cortile centrale è ancora possibile vedere i resti del vecchio torrione dell'XI secolo. Sopra l'entrata campeggia una statua raffigurante il leone di san Marco, simbolo della Serenissima: pur risalente al XVI secolo, esso non è mai stato utilizzato, a causa della breve dominazione veneziana, fino al 1919, anno in cui è stato collocato nella sua sede attuale. Sulla collina intorno al castello si estende un parco pubblico.
Eventi
[modifica | modifica wikitesto]Dal 1981 al 2006 il castello ha ospitato il Premio Sergio Amidei, riconoscimento internazionale dedicato alla miglior sceneggiatura cinematografica.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Ugo Cova, La signoria di Schwarzenegg. Un feudo goriziano sul Carso alle porte di Trieste, ed. Del Bianco, Colloredo di Montalbano 2009.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Lucia Pillon, Robero Kusterle, Gorizia Millenaria, Libreria Editrice Goriziana, 2005, ISBN 88-86928-96-3
- Maria Rosaria De Vitis Piemonti, Luciano Spangher, Conosciamo Gorizia, Pro Loco di Gorizia, 1987
- Livio Tomasi, La selezione dei beni culturali: il restauro del Castello di Gorizia, Cassa di risparmio di Gorizia, 1985
- Maddalena Malni Pascoletti, La cittadella fortificata di Gorizia e la Porta Leopoldina tra guerra e arte, Italia Nostra - Sezione di Gorizia, 2008
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su castello di Gorizia
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- La storia del castello, su consorziocastelli.it.
- Il castello sul sito del comune, su www3.comune.gorizia.it. URL consultato il 5 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2020).
- Tour virtuale a 360 gradi al Castello di Gorizia, su castellodigorizia360.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 153156651 · ISNI (EN) 0000 0001 1018 0453 · LCCN (EN) n91016108 · J9U (EN, HE) 987007292191905171 |
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