Casa Callori-Valdameri | |
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Veduta. | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Località | Crema |
Indirizzo | Via Frecavalli 6, 8 |
Coordinate | 45°21′50.58″N 9°41′14.71″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | in uso |
Costruzione | prima del 1608, con intervento nel 1865 |
Uso | residenziale |
Piani | 2 |
La casa Callori-Valdameri è una dimora storica di Crema.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1608 risiedeva in loco Camillo Marazzi, come si evince dallo Stato d’anime di quell'anno; il successivo documento noto è del 1651 allorché Mario Marazzi presentava istanza per aprire un Balcone affacciato sull'attuale Via Carrera[1]; lo stesso Mario nel 1661 vendeva l’edificio per 8.500 lire a Bartolamio Moscheni (atto rogato dal notaio Nicolò Patrini)[2]. Il Moscheni nel 1667 acquistava una confinante stalla ampliando così la proprietà[3].
L'ulteriore passaggio di proprietà risale al 1736 con la vendita della dimora da parte di Batta Moscheni al conte Alessandro Zò[3], il quale, l'l'anno successivo, otteneva di modificare la facciata per aprirvi dei poggioli alla moderna, sostanzialmente delle porte-finestre con ringhiera affacciate sulla via[3][1].
L'ultima Zò a risiedervi fu la contessa Antonia, ivi morta nel 1809[3]; dopo altri passaggi di proprietà di breve durata il palazzo fu acquistato dall'avvocato Luigi Griffini che operò una sostanziale modifica allo stabile conferendogli l'aspetto attuale[4].
Persone legate al palazzo
[modifica | modifica wikitesto]- Alessandro Zò nel 1726 fu creato conte e cavaliere da papa Benedetto XIII[5].
- Ottaviano Zò (figlio di Alessandro) fu decorato dal medesimo pontefice cavaliere dell'Ordine dello Speron d'oro e il Senato di Venezia confermò alla famiglia il titolo di conte in virtù dei servigi concessi alla milizia[5].
- Luigi Griffini, avvocato, politico di ispirazione liberale[6], partecipò ai moti di Crema del 1848 e nel 1859 fu tra i firmatari dell’indirizzo presentato ai cremaschi a re Vittorio Emanuele II[6]. Fu sindaco di Madignano per 12 anni (dove vi aveva possedimenti)[7], cavaliere del Regno[8], senatore del Regno d'Italia nella XIV legislatura.
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]L’aspetto attuale deriva dagli interventi attuati per volontà del senatore Griffini; un rilievo del 1865 precedente all'avvio dei lavori presenta una lunga fronte priva di finestre al piano terra e una serie di sette porte-finestre con ringhiera in ferro battuto al piano nobile[9], quelle volute dal conte Zò nel 1737[1].
Il progetto ottocentesco mirò ad abbattere la porzione centrale trasformando, in pratica, l’edificio a forma di “U” ricavando un cortile interno; venne mantenuta sotto il cortile la cantina e lungo la via pubblica il muro alto un piano e il portale centrale; quello attuale con arco in cotto[10] sostituisce quello originario in stile rococò perduto in epoca ignota[11].
Ulteriori interventi vennero attuati nel 1968 con l'aggiunta di due balconi sulle due ali allargate[11].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Perolini/Ermentini, p. 22.
- ^ Perolini/Ermentini, p. 15.
- ^ a b c d Perolini/Ermentini, p. 16.
- ^ Perolini/Ermentini, p. 23.
- ^ a b Benvenuti, p. 315.
- ^ a b Perolini/Ermentini, p. 19.
- ^ Ghidotti, p. 90.
- ^ Ghidotti, p. 84.
- ^ Perolini/Ermentini, p. 21.
- ^ Perolini/Ermentini, p. 23.
- ^ a b Perolini, p. 164.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Francesco Sforza Benvenuti, Dizionario biografico cremasco, Bologna, Forni editore, 1888.
- Riccardo Ghidotti, Memorie storiche, 1976.
- Perolini/Ermentini, Via Frecavalli a Crema, testimonianze storiche, in «Insula Fulcheria» V e VI, 1967.
- Mario Perolini, Vicende degli edifici monumentali e storici di Crema, Crema, Leva Artigrafiche, 1995.