Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli | |
---|---|
Tipo | trattato multilaterale aperto |
Firma | 27 giugno 1981 |
Luogo | Nairobi, Kenya |
Efficacia | 21 ottobre 1986 |
Parti | 53 |
Depositario | Commissione dell'Unione Africana |
Lingue | arabo, francese, inglese |
UNTC | 26363 |
voci di trattati presenti su Teknopedia |
La Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli o Carta di Banjul è una convenzione adottata dall'Unione Africana, adottata a Nairobi il 27 giugno 1981 nell'ambito della Conferenza dai ministri della Giustizia dell'Organizzazione dell'Unità Africana (OUA).
Nel 1979, l'assemblea dei Capi di Stato e di Governo dei Paesi aderenti all'Organizzazione per l'Unità Africana (attuale Unione Africana) adottò una risoluzione che conferiva ad una commissione di esperti il compito di proporre una bozza di testo legislativo per la difesa dei diritti umani a livello continentale, basato sui precedenti modelli della Convenzione europea dei diritti dell'uomo del 1953 e della Convenzione americana dei diritti dell'uomo del 1978.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La proposta fu approvata all'unanimità dalla 18ª assemblea dell'OUA, svoltasi a Nairobi il 27 giugno 1981.[1]
L'articolo 63[2] prevedeva che la convenzione entrasse in vigore tre mesi dopo il ricevimento da parte del Segretario Generale degli atti di ratifica o di adesione da parte di un numero di Paesi almeno pari alla maggioranza semplice degli Stati membri dell'OUA.
In base a tale disposizione, e a seguito della ratifica da parte di 35 dei 50 Paesi all'epoca aderenti, la Carta entrò in vigore il 21 ottobre 1986, data che divenne la ricorrenza annuale dell'"African Human Rights Day".[3][4]
Il 2 novembre 1987 ad Addis Abeba fu istituita l'African Commission on Human and Peoples' Rights quale organismo titolato all'interpretazione della Carta e a sovraintenderne l'applicazione. La sua sede fu in seguito trasferita a Banjul, capitale del Gambia[5] e successivamente fu istituita la Corte.
Al 2019 la Carta è stata ratificata da 53 Paesi, con il formale deposito dei relativi atti.[6]
Contenuto
[modifica | modifica wikitesto]Diversamente dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo del 1953 e della Convenzione americana dei diritti dell'uomo del 1978, la Carta Africana presenta in un unico documento:
- diritti economici, sociali e culturali
- diritti civili e politici.
I primi vengono presentati come la condizione necessaria per garantire l'effettività dei diritti civili e politici, egualmente universali e mutuamente indivisibili, senza fornire una priorità relativa fra le due classi. In particolare, già nel 1981 venivano affermato:
«Convinti che è essenziale accordare ormai una attenzione particolare al diritto allo sviluppo; che i diritti civili e politici sono indissociabili dai diritti economici, sociali e culturali, sia nella loro concezione che nella loro universalità, e che il soddisfacimento dei diritti economici, sociali e culturali garantisce quello dei diritti civili e politici [...]»
«Tutti i popoli hanno diritto al proprio sviluppo economico, sociale e culturale, nel rigoroso rispetto della loro libertà e della loro identità, e all'eguale godimento del patrimonio comune dell'umanità.»
«Tutti i popoli hanno diritto ad un ambiente globale soddisfacente, favorevole al loro sviluppo.»
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) African Charter on Human and Peoples' Rights (PDF), su au.int. URL consultato il 24 luglio 2019 (archiviato il 18 gennaio 2018).
- ^ (EN) African Charter on Human and Peoples' Rights, su achpr.org. URL consultato il 24 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2012).
- ^ (EN) Risoluzione relativa all'African Day of Human Rights, su achpr.org. URL consultato il 24 luglio 2019 (archiviato il 19 luglio 2012).
- ^ (EN) Breve storia dei diritti umani in Africa, su Parlamento del Sud Africa. URL consultato il 24 luglio 2019 (archiviato il 16 marzo 2017).
- ^ ACHPR - Pagina di presentazione, su achpr.org.
- ^ (EN) Stato delle ratifiche della Carta - tabella di sintesi, su achpr.org. URL consultato il 24 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 13 luglio 2019).
- ^ a b c Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli (1981), su unipd-centrodirittiumani.it, Centro Studi per i diritti Umani, 28 giugno 1981. URL consultato il 24 luglio 2019 (archiviato il 9 luglio 2019).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Carta Africana dei Diritti dell'Uomo e dei Popoli
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) African Charter on Human and Peoples’ Rights, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) African Charter on Human and Peoples' Rights, su achpr.org. URL consultato il 24 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2012). (testo integrale)
- Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli, su unipd-centrodirittiumani.it, 25 marzo 2015. URL consultato il 24 luglio 2019 (archiviato il 20 luglio 2017). Ospitato su studiperlapace.it. (traduzione non ufficiale)
Controllo di autorità | VIAF (EN) 213083716 · GND (DE) 4141581-4 · BNF (FR) cb122401822 (data) · J9U (EN, HE) 987007289703305171 |
---|