«... storico, archivista, raccoglitore e studioso di epigrafi, erudito antiquario e museografo, ordinatore di archivi privati, raccoglitore e studioso di numismatica e sfragistica»
Carlo Francesco Frasconi, talvolta riportato come Frascone o Fresconi, (Novara, 28 ottobre 1754 – Novara, 27 novembre 1836) è stato un presbitero, archivista e storiografo italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Apparteneva ad una famiglia originaria del varesotto, insediatasi in periferia di Novara, nel borgo di Sant'Andrea[2]. Fu ordinato sacerdote nel 1778, divenendo poi maestro di cerimonie del Duomo di Novara[3].
Nel 1800 divenne bibliotecario del seminario[4]. Il canonico Rabbaglietti, prefetto dell'archivio capitolare, lo incaricò di alcune attività presso l'archivio: fu questa l'occasione che destò nel Frasconi la passione per gli studi storici, passione che coltivò tutta la vita. In breve tempo accumulò una tale esperienza nell'arte paleografica che gli consentì di intraprendere il riordino dell'intero archivio. La competenza che dimostrò nello svolgimento di tale compito gli valse l'incarico di riordinare anche altri archivi, appartenenti alle antiche e potenti famiglie cittadine novaresi. Questi incarichi consentirono al Frasconi di raccogliere un'incredibile quantità di notizie storiche ed importanti documenti, che diligentemente trascrisse in numerosi volumi conservati presso l'archivio della Cattedrale[3].
Nel 1801 fu incaricato dal governo della Repubblica Cisalpina della ricognizione degli archivi e delle biblioteche delle congregazioni soppresse della città e nel 1812 di sceglierne i documenti più rilevanti da inviare all'Archivio di Stato di Milano. Il Frasconi ottemperò al compito, avendo cura di elencare con precisione tutte le carte spedite nel capoluogo lombardo: ciò ne consentì il parziale recupero nei decenni successivi[3].
Durante il regno di Carlo Alberto fu incaricato dal sovrano di occuparsi degli studi di storia patria, il che contribuì ulteriormente ad arricchire l'archivio della Cattedrale di codici, pergamene storiche, descrizioni di donazioni, concessioni e privilegi di imperatori e re ai vescovi della chiesa novarese. All'incarico gli successe il canonico Giovanni Antonio Del Vecchio[5].
Il 1 dicembre 1831 redasse testamento, lasciando l'Ospedale Maggiore della Carità erede di due case e destinandone le rendite alle spese di mantenimento della relativa chiesa. Impose comunque all'ente la celebrazione di 200 messe annuali presso l'altare di San Benedetto nella Cattedrale[1].
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- Schiarimenti e correzioni alla tavola cronologica de' vescovi di Novara, Novara, 1828
Le seguenti opere sono state pubblicate dalla Società Storica Novarese tra il 1990 e il 1997[6][7]:
- Documenti risguardanti le chiese, monisteri, conventi e spedali già esistenti in Novara e suoi sobborghi da' più rimoti secoli sino al primo decennio del corrente XIX, ecc.
- Topografia antica di Novara e suoi sobborghi
- Carte antiche del monastero di Sant'Agnese di Novara, già di San Domenico, dell'ordine di Santa Chiara
- Iscrizioni antiche novaresi
- Antico duomo di Novara: la cappella di S. Agabio
Inedite
[modifica | modifica wikitesto]- Collezione di documenti autentici, che adduconsi in risposta ai quesiti di Storia Patria proposti dal Chiaris. Sig. Avv. Giacomo Giovanetti, cittadino assai benemerito di Novara, al Sig. Carlo Fresconi, 1831[8]
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]Il 28 luglio 1883 fu commissionato allo scultore Giuseppe Cassano un medaglione marmoreo in stile neoclassico che lo ritraesse, da porre nel cortile dell'Ospedale Maggiore della Carità, tra i medaglioni dei benefattori dell'ente. Lo scultore si attenne al modello stabilito da Giuseppe Argenti fra il 1852 ed il 1865. L'opera fu consegnata il 7 dicembre successivo, alla cifra pattuita di 240 lire[1].
Negli stessi anni la città volle celebrarlo nel famedio di Palazzo Orelli, allora sede della biblioteca, assieme a Pietro Azario, Carlo Bascapè, Lazzaro Agostino Cotta, Gian Battista Piotti, Paolo Gallarate, Gian Battista Bazzoni, Francesco Antonio Bianchini, Carlo Morbio e Giuseppe Regaldi. All'ingresso della biblioteca fu posta l'iscrizione: CARLO FRANCESCO FRASCONE PALEOGRAFO RACCOLSE DESCRISSE ILLUSTRÒ DOCUMENTI E MEMORIE DI STORIA CITTADINA DEGNO DEL NOME DI MURATORI NOVARESE[1][3].
Il comune di Novara gli intitolò una via con la delibera n. 180 del 22 giugno 1906: una traversa del corso Torino, nel quartiere Sacro Cuore[4].
Il Museo lapidario di Novara, parte dei Musei della canonica, fu inaugurato nel 3 novembre 1999 ed intitolato a Carlo Francesco Frasconi[9].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte, Ritratto di Francesco Frascone, su Catalogo generale dei Beni Culturali, 1984. URL consultato il 12 giugno 2022.
- ^ Atti del convegno (1991), Carlo Francesco Frasconi "Il Muratori novarese", p. 22.
- ^ a b c d Giovanni Battista Finazzi, Frascone (Carlo Francesco), in Notizie biografiche, Novara, Rizzotti e Merati, 1890, pp. 56-57. URL consultato il 25 maggio 2023. Ospitato su Google Libri.
- ^ a b Denominazione Vie - Scheda via Frasconi, su Comune di Novara. URL consultato il 12 giugno 2022.
- ^ Pietro Caire, Monografie novaresi - Sigilli e medaglie - Capitolo cattebrale, in Regia Deputazione di Storia Patria (a cura di), Miscellanea di storia italiana, vol. 19, Torino, Fratelli Bocca Librai di S. M., 1880, p. 7. URL consultato il 7 agosto 2022. Ospitato su Google Libri.
- ^ Pubblicazioni della Società Storica Novarese - Inediti di Carlo Francesco Frasconi, su Società Storica Novarese. URL consultato il 12 giugno 2022.
- ^ Antico duomo di Novara: la cappella di S. Agabio, su WorldCat. URL consultato il 13 giugno 2022.
- ^ Giuseppe Mazzatinti (a cura di), Novara - Biblioteca civica, in Inventari dei manoscritti delle biblioteche d'Italia, vol. 6, Forlì, Luigi Bordandini, 1896, p. 60. URL consultato il 12 giugno 2022. Ospitato su Google Libri.
- ^ Musei della canonica del Duomo di Novara, su FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano. URL consultato il 12 giugno 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giuseppe Mazzatinti (a cura di), Biblioteca Capitolare del Duomo - 132. Manoscritti Frasconi, in Inventari dei manoscritti delle biblioteche d'Italia, vol. 6, Forlì, Luigi Bordandini, 1896, pp. 99-101. URL consultato il 14 giugno 2022. Ospitato su Google Libri.
- Pier Giorgio Longo, Tra archivi e storia: l'erudito novarese Carlo Francesco Frasconi (1754-1836), in Quaderni storici - Nuova serie, n. 93, il Mulino, dicembre 1996 (XXXI), pp. 683-708, ISSN 0301-6307 . URL consultato l'11 giugno 2022.
L'11 dicembre 1982 fu tenuto a Novara un convegno interamente dedicato al Frasconi, organizzato dall'Associazione di Storia della Chiesa Novarese. I relativi atti sono stati divulgati mediante due pubblicazioni:
- Pier Giorgio Longo e Angelo Luigi Stoppa (a cura di), Carlo Francesco Frasconi - Erudito Paleografo Storico - Novara 1754-1836 - Atti del convegno dell'Associazione di Storia della Chiesa Novarese - 11 dicembre 1982, collana Studi novaresi, vol. 7, Novara, Associazione di Storia della Chiesa Novarese, 1991.
- Pier Giorgio Longo e Angelo Luigi Stoppa (a cura di), Carlo Francesco Frasconi. Erudito, paleografo, storico (1754-1836). Atti del convegno (Novara, 11 dicembre 1982), in Studi storici, vol. 22, Novara, Interlinea, 2001, ISBN 978-88-82123-34-5.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Carlo Francesco Frasconi
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