Calcocite | |
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Classificazione Strunz | 2.BA.05 |
Formula chimica | Cu2S[1][2][3] |
Proprietà cristallografiche | |
Gruppo cristallino | trimetrico[2] |
Sistema cristallino | monoclino[1][2][3] o rombico[3] |
Classe di simmetria | prismatica[1][2] |
Parametri di cella | a: 11,881, b: 27,323, c: 13,491[1] |
Gruppo puntuale | 2/m[1][2] |
Gruppo spaziale | P 21/c[1][2] |
Proprietà fisiche | |
Densità | 5,5-5,8[1][2][3] g/cm³ |
Durezza (Mohs) | 2½-3[1][2] |
Sfaldatura | indistinta secondo {110}[1], imperfetta |
Frattura | concoide[1][2], irregolare |
Colore | grigio blu[1][2], grigio[1][2], nero[1][2], grigio nero[1][4][5][6] con iridescenze[3][4][5] blu[4] o bluastre[3] superficiali[3][4], grigio acciaio[1][2], grigio-piombo, scurisce rapidamente virando al blu o al verde |
Lucentezza | metallica[1][2][3][4] su frattura fresca |
Opacità | opaca[1][2] |
Striscio | nero grigiastro[1], grigio nero acciaio[2], grigio scuro, con lucentezza metallica |
Diffusione | raro[3] |
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale |
La calcocite (dal greco χαλκός = rame[2]) è un minerale, un solfuro di rame. Descritta per la prima volta da François Sulpice Beudant (Parigi 1787 - 1850), geologo e mineralogista francese, è sinonimo di calcosina.[3][7]
Abito cristallino
[modifica | modifica wikitesto]I cristalli spesso sono tabulari frequentemente geminati in varie forme.[3] o masse compatte granulari con abito pseudoesagonali[4] È dimorfo: monoclino o pseudo-ortorombico al di sotto dei 105 °C, diventa esagonale sopra i 105 °C (in quest'ultimo casi si parla di calcocite-alta)[2]. Al di sotto dei 105 °C la struttura è basata su di un impaccamento esagonale compatto di atomi di zolfo con gruppo spaziale monoclino. Sopra i 105 °C si trasforma in calcocite ad alta temperatura o gamma-calcosina con gruppo spaziale P63/mmc.
Origine e giacitura
[modifica | modifica wikitesto]La genesi è idrotermale[6]. Si trova in giacimenti filoniani[3][6] assieme ad altri solfuri di rame ove si forma per parziale ossidazione dei minerali di ferro e di rame[3] o in giacimenti cupriferi italiani[4] o associati a rocce eruttive. La sua giacitura primaria è come minerale supergenico nelle zone arricchite dei depositi di solfuri di origine idrotermale. In pratica in condizioni superficiali i solfuri primari di rame sono soggetti ad ossidazione; i solfati solubili che si formano si muovono verso il basso e reagiscono con i minerali primari per formare calcocite arricchendo il minerale in rame. È secondaria nei cappellacci di ferro. Ha paragenesi con rame, calcopirite, bornite, covellite.
Si trova a volte associato alla bayankhanite (nelle miniere di fluoro), tecnicamente un'unione di rame, cinabro e zolfo.
Forma in cui si presenta in natura
[modifica | modifica wikitesto]La calcocite si trova in piccole masse di colore nero, con riflessi azzurrastri e lucentezza metallica non eccessivamente viva, sotto questa forma si trova in molte località; i cristalli sono, invece, più rari o, addirittura, molto rari. L'abito è soventemente pseudoesagonale, la simmetria, invece, è rombica o monoclina.[3]
Caratteristiche fisico-chimiche
[modifica | modifica wikitesto]A volte settile (facilmente tagliabile in sottili lamine)[2]. Solubile in acido nitrico[3]; il minerale, alterandosi si trasforma in rame nativo, covellite, malachite e azzurrite[4], inoltre all'aria si altera facilmente in carbonati basici di rame, perché contiene questo elemento allo stato di ossidazione +1 e quindi in condizioni in cui esso è facilmente ossidabile; al cannello ferruminatorio schizza; fonde su carbone di legna in fiamma riducente e dà origine a gocce di rame, che, bagnate con un po' d'acqua, colorano la fiamma da verde ad azzurra.
- Peso molecolare: 159,16 grammomolecole[1]
- Fluorescenza: assente[1]
- Magnetismo: assente[1]
- Densità di elettroni: 6,01 g/cm³[1]
- Indici quantici[1]:
- Indici di fotoelettricità[1]:
- PE: 37,21 barn/elettroni
- ρ: 223,51 barn/cm³
- Indice di radioattività: GRapi: 0 (Il minerale non è radioattivo)[1]
Località di ritrovamento
[modifica | modifica wikitesto]Le località di ritrovamento sono, forse le miniere della Cornovaglia che, specialmente nel XIX secolo e nei primi anni del XX secolo hanno portato alla luce dei gruppi cristallizzati eccezionali, alcune miniere della Cornovaglia che hanno fornito dei campioni di calcocite sono: St. Just, Camborne, Redruth. Altri campioni interessanti di calcocite sono stati trovati a Bristol nel Connecticut (USA). In Italia, invece, dei minerali di calcocite sono stati trovati nelle miniere di Montecatini ed a Gambatesa in Liguria, in quest'ultimo caso è stato trovato insieme a minerali di manganese.[3] inoltre, assieme al granato, ad Ala di Stura, in provincia di Torino e a Saint-Vincent, in Val d'Aosta. Associata a calcopirite ed in forma compatta nella Serpentina a Rocca Bruna, nel comune di Traves, nelle Valli di Lanzo. In piccole quantità compatte nella miniera di Gambatesa, a Ne, in provincia di Genova; ed alla miniera Monte Nero, a Rocchetta di Vara, in provincia della Spezia.
Altre miniere sono:
Gezkazgan, nel Kazakistan; a Nižnij Tagil, nei Monti Urali, come minerale primario. A Butte e Bisbee, nel Colorado e negli scisti di Mansfeld, in Germania, come minerale secondario.
Utilizzi
[modifica | modifica wikitesto]Minerale primario per l'estrazione del rame[5][6].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y Scheda tecnica del minerale su webmineral.com
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s Scheda tecnica del minerale su mindat.org
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Carlo Maria Gramaccioli, Calcosina, in Come collezionare i minerali dalla A alla Z volume I, Milano, Alberto Peruzzo Editore, 1988, p. 66.
- ^ a b c d e f g h i Definizione del minerale su treccani.it
- ^ a b c Definizione su dizionari.hoepli.it
- ^ a b c d Definizione su sapere.it
- ^ calcocite - Sapere.it
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Cornelis Klein, Mineralogia, Zanichelli, 2004.
- Lucio Morbidelli, Le rocce e i loro costituenti, Ed. Bardi, 2005.
- Minerali e rocce, Novara, De Agostini, 1962.
- Alessandro Borelli e Nicola Cipriani, Guida al riconoscimento dei minerali, Mondadori, 1987.
- I minerali d'Italia, Sagdos, 1978.
- Fernando Corsini e Alessandro Turi, Minerali e rocce, Enciclopedie Pratiche Sansoni, 1965.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla calcocite
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Calcocite Mineral Data, su webmineral.com.