Branciforti | |
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Dominus fortitudo D'azzurro, al leone coronato d'oro, sostente con le zampe anteriori una bandiera di rosso, caricata di tre gigli d'oro, svolazzante a sinistra, e a due branche recise dello stesso passate in croce di S. Andrea nel lato destro della punta. | |
Stato | Regno d'Italia Regno delle Due Sicilie Regno di Sicilia |
Titoli |
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Fondatore | Obizzo Branciforte |
Ultimo sovrano | Stefania Branciforte e Branciforte, XII principessa di Butera |
Attuale capo | estinta nei Lanza |
Data di fondazione | IX secolo |
Data di estinzione | 1843 |
Etnia | italiana |
I Branciforte, o Branciforti, sono una famiglia siciliana che la leggenda fa discendere da un ceppo francese e piacentino e che la tradizione leggendaria fa iniziare con Obizzo, cavaliere che militò sotto Carlo Magno[2].
La leggenda
[modifica | modifica wikitesto]Secondo il racconto epico della famiglia Branciforte, Obizzo, il capostipite, era un uomo di grande valore e forza fisica. In una delle battaglie combattute nell'armata di Carlo Magno contro i Longobardi, il cavaliere si trovò a difendere da solo le insegne del Re e la bandiera “orofiamma” contro tre avversari. Alla fine rimase con entrambe le mani mozzate, ma continuò a tenere alta l'insegna. Da quel momento Obizzo ebbe il cognome Branciforte, divenne Alfiere generale dell'esercito del Re e ottenne come compenso la città di Piacenza, secondo il Mugnos, “che indi fu ricambiata in terre, castelli ed altro nel piacentino”[3].
Lo storico e genealogista Filadelfo Mugnos scrive che “In Francia un Guido Branciforte fu gran maestro dell'Ordine di Malta, derivato da Pier Guido Branciforte secondogenito del 1° Obizzo, progenitore de' duchi di Criqui”.
In Sicilia
[modifica | modifica wikitesto]Il primo a insediarsi definitivamente da Piacenza[4] sul suolo siciliano fu Guglielmo Branciforti sotto il re Federico I, ma già a quel tempo la famiglia era ritenuta importante in Sicilia[5]. Fu infatti preceduto di alcuni anni da Aloisia Branciforte, andata in sposa nel 1275 a Orlando I Grifeo Maniace, V barone di Partanna e strategoto di Messina. Guglielmo morì in Catania nel 1347 durante un duello; lasciò i possedimenti piacentini ai fratelli Bosso e Gaspare, mentre le terre in Sicilia andarono ai nipoti Raffaello e Ottaviano, figli di un terzo fratello, Stefano, incaricato di riscuotere i dazi e controllare il traffico delle merci nel porto di Licata, nonché maestro razionale del Regno.
Giovanni, figlio di Raffaele, uomo d'armi, sotto Federico III il Semplice "ridusse alla regia ubbidienza", la città di Piazza e così la ebbe in dono dallo stesso sovrano, ottenendo anche il titolo di barone. Dal re Martino I ebbe anche la fortezza ed il feudo di Grassuliato, oltre i feudi di Condrò e Gatto.
Nel XVII secolo Nicolò Placido Branciforti (1593-1661), I principe di Leonforte, città da lui fondata previa licentia populandi, sposò la nobildonna Caterina Branciforti e Barresi (1600-1634), figlia di Fabrizio, III principe di Butera, da cui ebbe sette figli: Giuseppe, Agata, Maria, Francesco, Caterina, Placida e Margherita. Queste ultime vennero destinate alla vita religiosa ed entrarono nel monastero delle Stimmate di San Francesco di Palermo con i nomi di suor Placida Caterina, suor Agata Rosalia, suor Caterina Giuseppa.[6] Il principe sposò poi in seconde nozze donna Francesca D'Urso con la quale ebbe Caterina Anna nel 1637 a Leonforte, che fu poi sposa di don Antonio Raccuja nobiluomo di Partinico, generando un ramo collaterale della famiglia.
A partire da Fabrizio Branciforti, III principe di Butera, molti degli appartenenti alla famiglia hanno ricoperto cariche di rilievo del Regno di Sicilia. Tra questi troviamo Giuseppe Branciforti, nel 1671 vicario generale del Regno per l'annona frumentaria, supremo prefetto della cavalleria di Sicilia, decorato del Toson d'oro e della Ordine supremo della Santissima Annunziata, la massima onorificenza di casa Savoia.
Nel 1805 Stefania Branciforte e Branciforte, XII principessa di Butera (1788-1843), figlia di Niccolò Placido Branciforte (1761-1806) e Caterina Branciforte (1768-1789), erede unica del patrimonio e dei titoli dei Branciforte sposò Giuseppe Lanza, VIII principe di Trabia (1780-1855), illustre archeologo e Direttore delle Belle Arti in Sicilia, portando in dote tutti i titoli e i feudi dei Branciforte. I loro discendenti presero il cognome Lanza Branciforte.
Arma
[modifica | modifica wikitesto]Blasonatura: campo d'azzurro, al leone coronato d'oro, che sostiene con le zampe anteriori una bandiera di rosso, caricata di tre gigli d'oro, svolazzante a sinistra, e a due branche recise dello stesso, passate in croce di S. Andrea poste nel lato destro della punta.
Motto: Dominus fortitudo.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Titolo concesso dal 1563 passato ai Branciforte nel 1580 per successione Santapau: Francesco Maria Emanuele e Gaetani, Della Sicilia nobile, Parte II, Lib. I, p. 15
- ^ Enciclopedia storico-nobiliare italiana di V.Spreti
- ^ vd. anche Memorie historiche di diverse famiglie nobili di Biagio Aldimari.
- ^ «I Branciforti, di origine piacentina, facevano parte del gruppo di famiglie "lombarde" trasferitesi in Sicilia al seguito dei Re normanni» da Annie Lo Bue Frate Angelo da Mazzarino e la sua custodia, p. 196 in Francescanesimo e cultura nelle province di Caltanissetta ed Enna: atti del Convegno di studio, Caltanissetta-Enna, 27-29 ottobre 2005, Volume 22 di Collana Franciscana, a cura di Carolina Miceli, Officina di Studi Medievali, Palermo 2008.
- ^ Dalla Stamperia Amatina, 1767
- ^ SANTA LUCIA, Francesco Branciforte Barresi duca di, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 29-08-2019.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Corona della nobiltà d'Italia, overo Compendio dell'istorie delle famiglie illustri, di Giovanni Pietro Crescenzi Romani - Parte prima - seconda - In Bologna: per Nicolò Tebaldini: ad instanza de gli Eredi del Dozza, 1639-1642
- V. Palizzolo Gravina, Barone di Ramione, Il Blasone in Sicilia, pag. 113 e tavola XXII.
- D. Filadelfo Mugnos, Teatro Genologico delle Famiglie Nobili, Titolate, Feudatarie, & Antiche Nobili, del Fidelissimo Regno di Sicilia, viventi ed estinte, stampato a Palermo, per Domenico d'Anselmo MDCLV - Imp. Salernus V. G. Imp. de Denti Pref.
- Vittorio Spreti, Enciclopedia Storico Nobiliare Italiana, 1931, lettera "L" pag. 54-55, "Matrimonio di Giuseppe Lanza e Branciforte con Stefania Branciforte e Branciforte, nacquero, tra gli altri, Luigi Lanza e Branciforte, n. 1812, + 1892, fu 9º principe di Trabia, sposò Maria Lanza Spinelli, erede dei titoli di principe di Scalea, marchese di Misuraca, predicati di Morano, Saracena e Aieta, e fu padre di Cipriano Lanza e Branciforte, n. in Palermo 30 aprile 1854, fu 10º principe di Trabia, ecc; e primo capo dei Lanza Trabia in Argentina, con successione...."
- Archivio di Stato di Palermo. Archivio Trabia - Serie E "Gli Lanza di Trabia in Argentina"[fonte da verificare]
- Archivio Centrale dello Stato. Direzione Generale per gli Archivi. Servizio Araldico. Registro di Trascrizione di Decreti Reali. Decreti Reali (nomine personali) 1. Lettera di concessione/titoli nobiliari di: Luigi Lanza e Branciforti, 9º principe di Trabia, ecc; 3 ottobre 1855./ 1.1. - Lettera di concessione/titoli nobiliari di: Luigi Lanza Branciforti: 10º principe di Villafranca, 10º duca della Sala di Paruta; 8 aprile 1876. 2. Lettera di concessione/titoli nobiliari di: Cipriano Lanza e Branciforte, 10º principe di Trabia, ecc; 6 maggio 1896[indicare segnatura archivistica]
- Notizie della famiglia Branciforte (sec. XVI), I manoscritti della Biblioteca comunale di Palermo, Volume 1
- Nino Pisciotta, I Branciforti, dalle remote origini a Nicolò Placido. Storia, miti e leggende... Un pezzo di storia europea e della Sicilia, Barrafranca, Bonfirraro Editore, 2008, ISBN 978-88-6272-008-3. URL consultato il 18 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2015).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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