Il Borinage è un'area della provincia di Hainaut nella Vallonia in Belgio. La capitale provinciale, Mons, si trova nell'est del Borinage. In lingua francese gli abitanti si chiamano Borains, ma vi sono grandi differenze sociologiche fra gli abitanti di Mons e i Borains di tutti i villaggi attorno a Mons.
Charles White scrisse, quando descrisse la rivoluzione belga, "I Borains, come gli spiriti oscuri del melodramma, salirono dalle loro miniere, e alla rinfusa si spinsero fino alla capitale",[1] ma egli usava questo appellativo per tutti gli abitanti della Provincia di Hainaut, cosa non vera.
Salita e caduta del carbone
[modifica | modifica wikitesto]"Dal XVIII secolo al 1850, l'economia delle trenta municipalità del Borinage era fondata sulle miniere di carbone. Tra il 1822 e il 1829, la produzione risultò più che raddoppiata, passando da 602.000 a 1.260.000 tonnellate. Ciò era più delle produzioni totali di Francia e Germania a quel tempo! Il Borinage esportava il carbone, principalmente in Francia e nelle Fiandre.[2]
Nel 1957, delle 64 800 persone che lavoravano nel Borinage, 23 000 erano impiegate nell'industria del carbone. Solo 7 000 persone erano impiegate nei servizi, anche se in Belgio nel suo complesso, il 49 per cento dell'occupazione era impiegata nel settore terziario.[3]
Negli anni 1960, a causa della chiusura delle miniere, Ladrière, Meynaud e Perin scrissero che il Borinage era morto in senso economico e ideologico.[4]
Scioperi generali in Belgio
[modifica | modifica wikitesto]Intorno ai 25 anni di età, il pittore olandese Vincent van Gogh passò alcuni anni in Borinage, intorno al 1878–1880. In un primo tempo, egli predicò e visse con i minatori di carbone. Poi, decise di diventare un artista, mentre viveva lì. Il suo primo capolavoro, I mangiatori di patate (olio su tela, 1885), che rappresenta dei contadini dei Paesi Bassi, fu indirettamente ispirato dalle cattive condizioni dei minatori e delle loro famiglie nel Borinage, ma non è stato dipinto lì.
Il pittore belga di origine olandese, Henry Luyten, risiedette nel Borinage nel periodo 1886-1887. Egli fu testimone del grande sciopero e della sua sanguinosa repressione. In risposta, dipinse il trittico "Lo sciopero" su cui lavorò fino al 1893. Il dipinto (dal titolo internazionale: "lotta per la vita") misura 3 metri per 5. Il dipinto sul pannello di destra (3 x 2 ½ metri) si chiama "Dopo la rivolta" e il pannello di sinistra "miseria".
Questa regione è stata emblematica di tutta la Sillon industriel[5] in Vallonia e degli scioperi generali belgi che spesso scoppiavano nel Borinage. Per esempio lo sciopero generale belga del 1893 fu iniziato dai Borains secondo Marcel Liebman.[6]
Misère au Borinage
[modifica | modifica wikitesto]L'area è nota per la presenza delle dismesse miniere di carbone. Le condizioni di vita dei minatori sono state descritte nel famoso documentario Borinage (Misère au Borinage, 1933) realizzato da Henri Storck e Joris Ivens.
«È uno dei riferimenti più importanti del genere documentario. Nel 1932, un grande sciopero paralizzò le miniere di carbone della Vallonia e la risposta dei datori di lavoro e la polizia fu spietata. Su questo fatto l'opinione pubblica fu male informata e in gran parte indifferente. André Thirifays, Pierre Vermeylen e tutti i giovani indignati coinvolti nel Club de l'écran, decisero di rendere testimonianza di questa terribile povertà con la loro arma, la macchina fotografica. Con l'aiuto di un medico e un avvocato, con pochissimi finanziamenti, nascondendosi dalla polizia, ma sostenuti da tutta la popolazione, effettuarono le riprese in condizioni difficili ed emozionanti. Il film è duro, magnifico. E non ha perso nulla della sua forza, il suo forte impatto emotivo di indignazione e compassione. Ha lasciato alla classe operaia le più forti immagini della sua storia e delle sue lotte: sfratti, bambini dalle facce smunte e dagli sguardi assenti rinchiusi assieme in case malsane; la processione con il ritratto di Karl Marx; la raccolta di carbone di bassa qualità sulle colline delle scorie all'alba; il minatore accattone ed altro ancora. C'è anche lo shock di immagini affiancate: case vuote mentre i senzatetto dormono per strada, condizioni di carestia senza alcun aiuto, mentre grandi somme di denaro vengono elargite per costruire una chiesa ...[7]»
Borinage oggi
[modifica | modifica wikitesto]Il Borinage è spesso considerato la parte occidentale della sillon industriel, l'ex spina dorsale industriale della Vallonia, patria di circa due terzi della popolazione della Vallonia.
Dalla chiusura delle ultime miniere negli anni 1960, il Borinage ebbe il più elevato tasso di disoccupazione dell'intero Belgio.
Google possiede il suo centro elaborazione dati europeo a Saint-Ghislain.
Il complesso minerario di Gran Hornu è una testimonianza della storia della regione e anche il museo più importante di arte contemporanea dell'intera Vallonia.
A Frameries si trova lo Scientific adventures park[8].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Charles White, The Belgic revolution of 1830, London, 1835, p. 308
- ^ Adriaan Linters, Architecture industrielle en Belgique, Industriële architectuur in België, Industria architecture in Belgium, Pierre Mardaga, Liège, 1986, ISBN 2-87009-284-9
- ^ Alan S. Milward, The European rescue of the nation-state, Routledge, London, 2000, p. 41 ISBN 0-415-21628-1
- ^ Ladrière, Meynaud, Perin, La décision politique en Belgique, CRISP, Bruxelles, 1965, p. 132: French Le Borinage est mort économiquement et idéologiquement.
- ^ Valle industriale in lingua francese.
- ^ Marcel Liebman Les socialistes belges (1885-1914), Editions Vie Ouvrière, Bruxelles, 1979, p. 99. ISBN 2-87003-135-1
- ^ Josette Debacker, Revue belge du cinéma, agosto 1979.
- ^ Scientific adventures parcs, su pass.be. URL consultato il 22 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2010).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Borinage
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Borinage (regione del Belgio), su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Borinage, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 145437036 · LCCN (EN) n82059038 · BNF (FR) cb12133777g (data) · J9U (EN, HE) 987007566812505171 |
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