Blanche Monnier, conosciuta come la Sequestrata di Poitiers (in francese la Séquestrée de Poitiers; Poitiers, 1º marzo 1849 – Blois, 13 ottobre 1913), è stata una cittadina francese nota per essere stata segregata in casa per 25 anni.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Blanche Monnier nacque il 1º marzo 1849 a Poitiers, in Francia; la sua infanzia fu normale, ma ebbe molti scontri con la madre. Nel 1876 si innamorò di un ricco avvocato parigino protestante e repubblicano che aveva trent'anni in più di lei, il quale contraccambiava i suoi sentimenti, ma la famiglia osteggiò il loro rapporto. Nel 1882 il padre, Charles-Emile (Amiens,12 marzo 1820-Poitiers,9 aprile 1882), professore di lettere all'Università di Poitiers, morì e Blanche rimase con la madre Louise-Léonide Demarconnay (Poitiers, 28 novembre 1825-Poitiers, 7 giugno 1901). Il fratello Marcel (Poitiers, 29 febbraio 1848- Migné, giugno 1913) era sposato e aveva ricoperto la carica di sottoprefetto di Puget-Théniers.[1]
Il 22 maggio 1901 arrivò una lettera anonima al Procuratore generale della città:[2]
«Monsieur Attorney General: I have the honor to inform you of an exceptionally serious occurrence. I speak of a spinster who is locked up in Madame Monnier's house, half starved, and living on a putrid litter for the past twenty-five years – in a word, in her own filth.»
«Signor Procuratore generale, ho l'onore di informarvi di un evento eccezionalmente grave. Parlo di una zitella che è segregata nella casa di Madame Monnier, in mezzo alla fame, e che vive in un letto sporco dagli ultimi venticinque anni - in una parola, nella propria sporcizia.»
Il giorno successivo arrivarono i poliziotti e ritrovarono Blanche in stato di inedia ed estrema sporcizia che pesava meno di 30 chili nell'appartamento di 21, rue de la Visitation (oggi rue Arthur Ranc),[3] la situazione di Blanche venne descritta in questo modo dopo quasi un quarto di secolo chiusa nella stessa stanza:[2]
«We immediately gave the order to open the casement window. This was done with great difficulty, for the old dark-colored curtains fell down in a heavy shower of dust. To open the shutters, it was necessary to remove them from their right hinges. As soon as light entered the room, we noticed, in the back, lying on a bed, her head and body covered by a repulsively filthy blanket, a woman identified as Mademoiselle Blanche Monnier. The unfortunate woman was lying completely naked on a rotten straw mattress. All around her was formed a sort of crust made from excrement, fragments of meat, vegetables, fish, and rotten bread. We also saw oyster shells and bugs running across Mademoiselle Monnier's bed. The air was so unbreathable, the odor given off by the room was so rank, that it was impossible for us to stay any longer to proceed with our investigation.»
«Demmo immediatamente l'ordine di aprire la finestra a battenti. Questo è stato fatto con grande difficoltà, perché dalle vecchie tende scure cadeva moltissima polvere. Per aprire le persiane, è stato necessario rimuoverle dalle cerniere a destra. Appena la luce entrò nella stanza, notammo, nel retro, sdraiato su un letto, con la testa e il corpo coperti da una coperta repulsivamente sporca, una donna identificata come Mademoiselle Blanche Monnier. La sfortunata donna si trovava completamente nuda su un materasso di paglia marcio. Tutto intorno a lei si formava una sorta di crosta fatta da escrementi, frammenti di carne, verdure, pesce e pane marcio. Abbiamo anche visto conchiglie di ostriche e insetti che correvano nel letto di Mademoiselle Monnier. L'aria era così irrespirabile, l'odore emanato dalla stanza era così forte, che è stato impossibile fermarci più a lungo e continuare con la nostra indagine.»
Il 1º giugno 1901 Blanche Monnier fu ricoverata presso l'Hôtel-Dieu di Parigi, dove si dimostrò amabile e ben disposta verso le suore e i medici che la curarono; acconsentì a essere lavata e vestita e in breve tempo accettò del cibo. Tuttavia le sue facoltà mentali rimasero compromesse per sempre: parlava come una bambina di cinque anni, aggiungendo sempre gli aggettivi cher e petit (caro e piccolo) a qualunque cosa o persona si stesse riferendo; ad esempio, chiamava la stanza ov'era stata rinchiusa mon cher petit trou ("il mio caro piccolo buco"), e mostrava una forte nostalgia per la vita da reclusa che vi conduceva. Aveva forti difficoltà nel ricordare il passato: sembrava per esempio in grado di riconoscere la casa che i Monnier avevano in campagna, a Migné, ma diceva di aver dormito nella sua "cara piccola grotta" ("ma chére pètite grotte"); si scoprì in seguito che si riferiva a una cappella che sorgeva nel giardino della casa[4]. Sembrava provare nostalgia per la sua vita da reclusa.
Blanche rispondeva quasi sempre di buon grado alle domande che le venivano poste, anche se le risposte consistevano in frasi incoerenti ripetute all'eccesso: se le veniva rivolta una domanda a cui non intendeva rispondere, scoppiava a ridere o si nascondeva sotto le coperte. Se qualcuno le parlava di suo fratello, si mostrava affettuosa ma risentita, mentre la menzione di sua madre la rendeva inquieta. Rifiutò comunque di incontrare entrambi i familiari, che non rivide mai più.
Marcel e Louise furono arrestati e sottoposti a processo. Durante il procedimento giudiziario emersero particolari che destarono scalpore: furono infatti ascoltate Juliette DuPuis ed Eugenie Tabeau, due domestiche della famiglia Monnier, le quali rilasciarono dichiarazioni contraddittorie; le due conoscevano bene Blanche e si dissero consapevoli del fatto che vivesse reclusa nella sua stanza, ma non furono in grado di spiegare perché non avessero mai avvertito le autorità. Dissero inoltre di essersi prese cura di lei, nonostante i divieti di sua madre: la donna proibiva loro di lavarla e vestirla, ma faceva cambiare spesso le lenzuola e si preoccupava che il cibo le venisse somministrato a orari regolari. La donna si giustificava evasivamente, dicendo che sua figlia era molto malata e che quella era la sua volontà.
Il fratello dichiarò inizialmente che la gestione di Blanche era stata oggetto di una furiosa disputa con sua madre, che lo aveva portato a lasciare la casa e abbandonare le due donne. In seguito emerse che l'uomo, che abitava in una palazzina dirimpetto, in realtà faceva visita quasi quotidianamente alla sorella, con la quale trascorreva anche otto ore al giorno leggendole poesie e dipingendo ritratti. Né lui nè la madre furono in grado di spiegare perché non avessero mai allertato le autorità delle condizioni di Blanche: entrambi dissero però che la donna si era segregata in camera di propria volontà, e che loro l'avessero semplicemente assecondata. Fu ipotizzato che Blanche avesse deciso di recludersi volontariamente dopo che la madre l'aveva costretta ad abortire il figlio dell'avvocato parigino, ma non è stato mai chiarito se questo corrispondesse al vero.
La Corte d'appello di Poitiers il 20 novembre 1901 condannò il fratello Marcel a 15 mesi di carcere. La madre dopo essere stata arrestata venne liberata a causa di problemi al cuore, morì l'8 giugno 1901.[5][6]
Blanche morì dodici anni dopo a 64 anni d'età all'Ospedale psichiatrico di Blois. Le turbe psichiche conseguenti alla propria reclusione in condizioni disumane (riconosciute come schizofrenia, anoressia nervosa, esibizionismo e coprofilia) erano estremamente gravi; anche durante il ricovero in manicomio non riacquistò le sue facoltà mentali.[7]
Nel 1941 durante il periodo della Francia di Vichy venne emanata la "Legge sull'omissione di soccorso alle persone in difficoltà" che fu ispirata dal caso di Blanche Monnier.[8]
Influenza culturale
[modifica | modifica wikitesto]- Nel 1930 lo scrittore francese André Gide ha scritto La sequestrata di Poitiers, tradotto in italiano nel 1976; la storia è poco romanzata e aderente alla realtà dei fatti, a eccezione del nome di Blanche Monnier (cambiato in Mélanie Bastian), dei suoi familiari e delle domestiche.[9]
- Nel 1960 lo scrittore statunitense Henry Farrell ha scritto il romanzo thriller Che fine ha fatto Baby Jane? ispirandosi in parte alla vicenda (infatti una delle protagoniste del romanzo si chiama Blanche), dal libro è stato tratto il film omonimo del 1962 di Robert Aldrich e il film per la televisione del 1991.[10]
- Nel 2001 il professore emerito di scienze sociali all'Università di Poitiers Jean-Marie Augustin scrisse il libro L'histoire véridique de la séquestrée de Poitiers.[11]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (FR) La Séquestrée de Poitiers – La famille, su sequestreedepoitiers.free.fr. URL consultato il 20 aprile 2022.
- ^ a b (FR) Mademoiselle Blanche Monnier, su lejardindessupplices.blogspot.com. URL consultato il 20 aprile 2022.
- ^ (FR) La Séquestrée de Poitiers – Les lieux, su sequestreedepoitiers.free.fr. URL consultato il 20 aprile 2022.
- ^ http://sequestreedepoitiers.free.fr/Lieux.htm
- ^ (FR) Arrêt de la cour d'appel de Poitiers du 20 novembre 1901, su doc-du-juriste.com. URL consultato il 20 aprile 2022.
- ^ (EN) Incredible story of the 19th Century French socialite who vanished for 25 years… only to be discovered locked in her mother's attic because of her scandalous sex life, su dailymail.co.uk. URL consultato il 20 aprile 2022.
- ^ (FR) Myriam Hassoun, Le mystère de la séquestrée de Poitiers sur France 3 ce samedi, in Charente libre, 26 novembre 2015. URL consultato il 20 aprile 2022.
- ^ (EN) La non-assistance à personne en danger, su centpapiers.com. URL consultato il 20 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2021).
- ^ La sequestrata di Poitiers, su adelphi.it. URL consultato il 20 aprile 2022.
- ^ Che fine ha fatto Baby Jane?, su qlibri.it. URL consultato il 20 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2020).
- ^ (FR) L'Histoire véridique de la séquestrée de Poitiers, su livre.fnac.com. URL consultato il 20 aprile 2022.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Blanche Monnier
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Blanche Monnier, su sequestreedepoitiers.free.fr.
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