Nella mitologia greca, un autoctono (dal greco αὐτός, autòs, stesso, e χθών, chthòn, suolo) era un essere nato spontaneamente dalla terra, senza l'intervento di genitori mortali o divini.
Molti fondatori delle più antiche poleis greche erano considerati autoctoni. Il concetto si contrappone a quello di colono, che era invece un fondatore proveniente da un'altra regione.
Mitologia
[modifica | modifica wikitesto]Il fondatore e primo re di Atene, Cecrope, era considerato autoctono[1] e nato con la parte inferiore del corpo a forma di serpente, che era considerato un simbolo della terra stessa. Anche altri re di Atene, tra cui Cranao[2] e Anfizione[3], erano, in certe tradizioni, autoctoni. Il primo re della Laconia, Lelego[4], della Beozia, Ogigo[5], e dell'Arcadia, Pelasgo[6], erano parimenti considerati autoctoni.
Il mito presenta alcune varianti, e alcuni autoctoni nascono dalla terra tramite un intervento umano o divino: Cadmo, il primo re di Tebe, fu aiutato nella fondazione della città dagli Sparti, esseri nati dai denti di un drago gettati nella terra. Nel mito di Deucalione e Pirra, la coppia gettò dei massi nella terra, e da quelli gettati da Deucalione nacquero gli uomini, mentre da quelli gettati da Pirra nacquero le donne[7]. Erittonio, un altro re mitologico di Atene considerato autoctono, nacque in realtà dal seme di Efesto disperso sulla terra[8].
Interpretazione
[modifica | modifica wikitesto]Il mito dell'autoctonia riflette la convinzione degli storici o delle tribù stesse di essere i primi umani ad abitare la loro terra, e fu probabilmente sviluppato per rafforzare l'autonomia delle poleis e il legame tra i cittadini e la loro patria.
Il concetto sopravvisse all'ambito della mitologia, e fu applicato anche dagli storici antichi, in riferimento a vari popoli: il termine appare dal V secolo a.C., negli scritti di Erodoto[9] e di Tucidide[10], e fu impiegato anche da Ellanico di Lesbo[11] e Strabone[12].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Pseudo-Apollodoro, Biblioteca, libro III, 14, 1
- ^ Pseudo-Apollodoro, Biblioteca, libro III, 14, 5 su theoi.com (In inglese)
- ^ Pseudo-Apollodoro, Biblioteca, libro III, 14, 6 su theoi.com (In inglese)
- ^ (EN) Apollodoro, Biblioteca III, 10.3, su theoi.com. URL consultato il 28 maggio 2019.
- ^ Pausania, Periegesi della Grecia, libro IX, 5, 1.
- ^ (EN) Apollodoro, Biblioteca, II, 1.1, su theoi.com. URL consultato il 10 maggio 2019.
- ^ Igino, Fabulae, 153
- ^ Pausania, Periegesi della Grecia I 2, 6.
- ^ Erodoto, The Histories, a cura di A. D. Godley, trans. and, Cambridge, Harvard University Press, 1920, p. 8.73.1.
- ^ Tucidide, The Peloponnesian War, a cura di Richard Crawley, trans and, London, J. M. Dent, 1910, p. 6.2.1 (archiviato dall'url originale il 20 luglio 2012).
- ^ Felix Jacoby, Die Fragmente Der Griechischen Historiker., Leiden, E. J. Brill, 1961, p. 323a, F27.
- ^ Strabone, Geographica. Libro 10, Sezione 6.