Attidografia (da Ἀτθίς, Atthìs, in italiano "Attide") è il termine con cui si indicano opere del IV secolo a.C. a carattere storiografico ed epicorio di ambito ed argomento attico.
Evoluzione ed autori
[modifica | modifica wikitesto]Secondo Pausania, l'inventore di questo genere[1] sarebbe stato Clidemo,[2] anche se già nel secolo precedente una prima Atthìs fu composta da Ellanico di Lesbo.[3]
Di tutta questa produzione, tendenzialmente storiografica ma dai forti interessi mitologici ed antiquari, non restano che titoli, nomi di autori e i frammenti di tradizione diretta ed indiretta ordinati da Felix Jacoby nei FGrHist.[4]
I principali esponenti del genere, da quanto traspare dai frammenti, furono personaggi di spicco nella politica ateniese: Clidemo e Filocoro, ad esempio, furono esegeti di tradizioni sacrali, mentre Androzione[5] fu un politico di rilievo, appartenente alla cerchia democratico-moderata e Fanodemo fu padre di Diillo, storico della Terza guerra sacra. I restanti attidografi a noi noti sono Demone e Melanzio;[6] a parte, come epigono ellenistico, il callimacheo Istro.
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]Gli attidografi esponevano la storia di Atene e dell'Attica a partire dal suo passato mitico fino alla contemporaneità, ordinandola per re ed arconti:
«in essi si compie quel processo di 'razionalizzazione' della rappresentazione del tempo storico, che passa per la cronologia di tipo 'generazionale' di Erodoto, poi la rigorosa distinzione tra estati e inverni (ancora quindi legata all'esposizione di eventi militari) in Tucidide, quindi le ricadute di Senofonte (quando non è continuatore o editore di Tucidide) in una cronologia fluida, infine i progressi che, in fatto di sistemazione cronologica, è legittimo, anche se solo congetturale, attribuire ad Eforo.»
Alle loro opere non erano estranei, tuttavia, specie nelle "archeologie", intenti di razionalizzazione o strumentalizzazione politica della storia secondo le simpatie dell'autore, ben inserendosi nella temperie politica dell'Atene che viveva il proprio declino di città egemone tra metà IV e metà III secolo a.C..
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Una brevissima panoramica fu offerta, nel 1930, da V. Costanzi nella Enciclopedia Italiana.
- ^ Pausania, X 15.
- ^ Fonte, anche se criticamente e polemicamente (in quanto ritenuta opera inaccurata nella cronologia) usata, dell'archeologia tucididea: cfr. https://www.britannica.com/biography/Hellanicus-of-Lesbos#ref989434.
- ^ N. 323-328.
- ^ Tra l'altro fonte privilegiata di Aristotele per la sua Costituzione degli Ateniesi: cfr. C. S. Bearzot, Storie di Atene, storia dei Greci. Studi e ricerche di attidografia, Milano, Vita e Pensiero, 2010, pp. 113-128.
- ^ (EN) Felix Jacoby, Atthis, Oxford, 1949, p. 1.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- D. Musti, Storia greca, Roma-Bari, Laterza, 1994, pp. 639–640.
- C. Bearzot, Storie di Atene, storia dei Greci. Studi e ricerche di attidografia, Milano, Vita e Pensiero, 2010.
- K. Meister, La storiografia greca. Dalle origini alla fine dell'Ellenismo, Roma-Bari, Laterza, 2015, cap. II, ISBN 9788842040613.