Gli Asturi erano un popolo insediato nell'attuale Spagna settentrionale.
Territorio
[modifica | modifica wikitesto]Gli Asturi, una popolazione di origine iberica ma celtizzata[1][2], vivevano nella regione spagnola chiamata ora Asturie; vivevano in villaggi di capanne circolari realizzate con pietre a secco ed in alcune piccole città come Lancia (Villasabariego – León), Asturica (Astorga – León), Mons Medullius (Las Medulas? – León), Bergidum (Cacabelos, vicina a Villafranca del Bierzo – León), Bedunia (Castro de Cebrones – León), Aliga (Alixa? – León), Curunda (Castro de Avelhães, Trás-os-Montes), Lucus Asturum (Lugo de Llanera – Asturias), Brigaetium (Benavente – Zamora) e Nemetobriga (Puebla de Trives – Orense), che era la loro capitale religiosa.
La catena montana dei Picos de Europa li divideva in Asturi cismontani e transmontani: i Transmontani a nord comprendevano le tribù dei Cabarci, degli Iburri, dei Luggoni, dei Paesici, dei Penii, dei Selini, dei Vinciani, dei Viromenici, dei Brigaentini e dei Baedunensi, mentre dei Cismontani facevano parte Amaci, Lanciensi, Lugei, Tiburi, Orniaci, Supertii, Gigurri, Zoeilii e Susarri, la cui capitale era Asturica Augusta, la più grande città di epoca romana della regione.
Cultura
[modifica | modifica wikitesto]Gli Asturi parlavano una lingua di tipo celtico-Q[3], come i loro vicini, avevano guerrieri sia uomini sia donne ed avevano una discendenza matrilineare[4]. Avevano una venerazione soprattutto per il dio celtico Lúg ma anche per la divinità locale Bosgosu.[4]
Economia
[modifica | modifica wikitesto]Vivevano di allevamento, in particolare di cavalli, e praticavano una primitiva agricoltura; producevano una birra che Strabone chiama zythos[5] e compivano spesso incursioni contro i Vaccei. I Cartaginesi si servirono di alcuni mercenari asturi[6][7], segno che anche il mercenariato era praticato. Nel territorio degli Asturi erano presenti miniere d'oro, molto sfruttate.[8].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Citati poche volte nelle fonti, si sa che parteciparono alla prima guerra cantabrica contro Augusto nel 29 a.C. Nel 26 a.C. i Romani intrapresero una campagna di conquista contro l'Iberia settentrionale, mai domata prima, e terminata con successo nel 25 a.C. dopo la resa degli Asturi al mons Medullus. Il capo della rivolta, Gausonio, non fu tuttavia catturato e continuò la resistenza ai Romani fino al 21 a.C.[9][10]. Successivamente gli Asturi presero parte anche alla terza (24-22) ed alla quarta guerra cantabrica (20-18). Nel 13 a.C. Augusto sconfisse l'ultima rivolta, ma la regione rimase sempre instabile.[11]
Sotto i Romani il territorio entrò a far parte della provincia Tarraconense, furono create le colonie di Asturica Augusta e di Lucus Asturum e la VII legione Gemina si stabilì nella regione come deterrente a nuove ribellioni. Ausiliari asturi parteciparono come cavalieri alla campagna di Britannia di Claudio. Diocleziano incluse gli Asturi nella provincia di Galizia. L'arrivo dei Visigoti nel VI secolo diede loro una certa autonomia e venne costituito il regno visigoto. Nel Medioevo nacque infine il regno delle Asturie.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Koch, p. 481.
- ^ Carlos Jordán Cólera, The Celts in the Iberian Peninsula:Celtiberian (PDF), in e-Keltoi, vol. 6, 16 marzo 2007, pp. 749–750. URL consultato il 16 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2011).
- ^ Cunliffe, p. 54.
- ^ a b Celtic Encyclopedia, pp. 130-131.
- ^ Strabone, Geographika, III, 3, 7
- ^ Tito Livio, Ad Urbe Condita, 27: 43-49
- ^ Polibio, Storie, 11: 1-3
- ^ Lucano, Pharsalia, IV, 298
- ^ Paolo Orosio, Historiarum adversus Paganus, VI, 24
- ^ Cassio Dione, Storia romana, 51, 20
- ^ Cassio Dione, Storia romana, 43: 25, 8.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Almagro-Gorbea, Martín, Les Celtes dans la péninsule Ibérique, in Les Celtes, Éditions Stock, Paris (1997) ISBN 2-234-04844-3
- Alvarado, Alberto Lorrio J., Los Celtíberos, Editorial Complutense, Alicante (1997) ISBN 84-7908-335-2
- Duque, Ángel Montenegro et alli, Historia de España 2 – colonizaciones y formacion de los pueblos prerromanos, Editorial Gredos, Madrid (1989) ISBN 84-249-1013-3
- Motoza, Francisco Burillo, Los Celtíberos – Etnias y Estados, Crítica, Grijalbo Mondadori, S.A., Barcelona (1998, 2007) ISBN 84-7423-891-9
- Berrocal-Rangel, Luis & Gardes, Philippe, Entre celtas e íberos, Fundación Casa de Velázquez, Madrid (2001)
- González Echegaray, J., Las Guerras Cántabras, Fundación Marcelino Botín, Santander (1999)
- Kruta, Venceslas, Les Celtes, Histoire et Dictionnaire: Des origines à la Romanization et au Christinisme, Èditions Robert Laffont, Paris (2000) ISBN 2-7028-6261-6
- Gonzalo Ruiz Zapatero et al., Los Celtas: Hispania y Europa, a cura di Martín Almagro-Gorbea, Madrid, Universidad Complutense de Madrid, 1993.
- John T. Koch, Celtic Culture: A Historical Encyclopedia, ABC-CLIO, 2006.
- Barry Cunliffe, The Celts - A Very Short Introduction, Oxford University Press, 2003, ISBN 0-19-280418-9.
- Harry Mountain, The Celtic Encyclopedia Volume I, Universal Publishers, 1997, ISBN 1-58112-890-8.
Controllo di autorità | BNE (ES) XX4576704 (data) |
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