Assolutamente sì è una comune espressione della lingua italiana, nella quale l'avverbio «assolutamente» rafforza il significato dell'avverbio «sì» (uso intensivo).[1] Spesso si riscontra anche l'uso affermativo del solo avverbio assolutamente in sostituzione (per ellissi) del «sì» olofrastico. Lo stesso fenomeno colpisce tuttavia anche la negazione: molti parlanti preferiscono rispondere con un «assolutamente no» oppure con un semplice «no».[2]
Una simile evoluzione risente con ogni probabilità dell'influsso dell'inglese «absolutely»,[3] pervenuto in italiano attraverso il doppiaggio cinematografico. A differenza di quanto osservato per l'italiano, in inglese l'avverbio «absolutely» ha lo stesso valore di «certainly», e può essere usato in funzione sia intensiva sia sostitutiva (olofrastica).[4]
L'uso di «assolutamente [sì]» e «assolutamente [no]» è diventato molto frequente, soprattutto in situazioni colloquiali e in contesti mediatici,[3] ed è indice di un fenomeno sociolinguistico collegato alla natura soprattutto mediatica dell'esperienza dei parlanti. L'influenza sull'italiano popolare dei modelli linguistici televisivi è infatti preponderante su quella dei modelli letterari, essendo la lettura in Italia secondo le statistiche una pratica marginale.[5]
Il giudizio di linguisti e altri cultori dell'italiano in proposito è generalmente negativo. I primi deprecano in particolare, perché equivoco, l'uso di «assolutamente» in funzione sostitutiva dell'affermazione o della negazione. L'abuso dell'avverbio è percepito da alcuni come spia della tendenza (consapevole o no) a un linguaggio inutilmente iperbolico e aggressivo,[3] se non addirittura intransigente e fanatico.[6]
Questione linguistica
[modifica | modifica wikitesto]Mentre il rafforzamento del «sì» e del «no» equivale del tutto a quello prodotto dall'avverbio «certamente»,[3] la loro drastica sostituzione è deprecata come potenziale fonte di equivoci, poiché l'avverbio «assolutamente» ha valore neutro.[3] Esso vuol dire «in maniera assoluta»,[2] e non si associa in particolare a un significato affermativo o negativo, che può essere solo desunto dal contesto.[3] La risposta «Assolutamente!» alla domanda «Sei d'accordo?» potrebbe perciò significare tanto «sì», «senz'altro», quanto «no», «nient'affatto»,[2][3] così da lasciare aperto il dubbio sulle intenzioni del parlante.[3] Pertanto, l'Accademia della Crusca consiglia di impiegare «assolutamente» soltanto insieme a «sì» o «no», ma anche di evitarlo del tutto se non necessario.[3]
Fenomeno sociolinguistico
[modifica | modifica wikitesto]Origine e diffusione
[modifica | modifica wikitesto]Nel linguaggio comune, l'uso di «assolutamente sì» e «assolutamente no» si è molto diffuso, e dilaga anche quando non è necessario alcun rafforzamento. Per questo motivo, è considerato un tormentone, frutto di adeguamento conformista a un costume percepito come tendenza,[7] un tic linguistico in cui si inciampa per «riempir[si] la bocca in modo pretenziosamente trendy».[8][9]
La sua diffusione, attestata già negli anni 1990,[11] appare legata alla televisione, medium molto influente sull'uso popolare dell'italiano. Il fenomeno è cioè associato alla dimensione mediatica del «retroterra del parlante», il cui lessico è influenzato dalla frequenza con cui le forme ricorrono nel linguaggio televisivo e, secondariamente, cinematografico.
Il "tic" linguistico televisivo si incontra non solo nel modo di esprimersi delle persone comuni, come i protagonisti dei reality show,[3] ma anche in quello di opinionisti[8] e inviati.[3] L'uso insistito dell'avverbio, in funzione sia affermativa sia negativa, è stato rimproverato a Fedro Francioni,[3][10] come anche a Simona Ventura.[10]
Cause
[modifica | modifica wikitesto]La diffusione di certi discussi usi linguistici è attribuita da alcuni all'influenza dell'inglese; in questo caso sembra dovuta alla traduzione dell'avverbio «absolutely».[7] Precisamente, sarebbe un fenomeno di interferenza fraseologica determinata dal doppiaggio: l'avverbio «absolutely», molto frequente nei film e nei telefilm in inglese, pone un problema di sincronizzazione del doppiaggio al labiale degli attori, che viene risolto di solito con l'uso di «assolutamente».[12][13]
Ciò avviene più spesso nelle produzioni destinate al pubblico televisivo. Uno studio sul linguaggio delle fiction[14] ha osservato che l'adesione letterale del doppiaggio all'originale si spinge in realtà oltre le esigenze di sincronizzazione, e sconfina nel calco sintattico gratuito, anche quando l'espressione italiana più corretta (come «certamente sì») non pone problemi di aderenza al labiale.
La causa potrebbe risiedere nell'approssimazione delle traduzioni, spesso adagiate sul ricalco meccanico degli originali in conseguenza del notevole volume di materiale da tradurre in tempi brevi per soddisfare una domanda di intrattenimento molto elevata. In una singola puntata di Beautiful è stata notata, ad esempio, la proliferazione di avverbi come «esattamente», «assolutamente», «incredibilmente», in traduzioni meccaniche del tipo di «I'm absolutely convinced» > «io sono assolutamente convinta» (la traduzione più naturale è «sono del tutto certa») o «incredibly sweet» > «incredibilmente dolce» (invece di «dolcissimo»).[14]
Queste interferenze morfosintattiche si inseriscono in un più vasto sistema di influenze che ha determinato l'affermarsi di espressioni come «non c'è problema», «esatto!», «sì?» al posto di «pronto?» al telefono, «sulla carta» (da «on paper») in luogo di «teoricamente».[13][15]
L'abuso di espressioni come «assolutamente», non giustificato da esigenze semantiche, testimonia dunque la maggior influenza sulla lingua da parte della televisione, rispetto a quella della lettura che, secondo le statistiche, è piuttosto negletta dagli italiani.[5] Ma è indice altresì di un diverso fenomeno culturale, consistente nell'emersione di «una generale tendenza all'uso di un linguaggio iperbolico e aggressivo, in cui la sola affermazione o negazione sembrano non essere più sufficienti, come se ci fosse la necessità di rendere più perentorie e categoriche delle affermazioni già di per sé chiare».[3]
Si assiste cioè all'esacerbazione dei registri comunicativi, testimoniata anche dall'abbondanza di avverbi e aggettivi in funzione intensiva («incredibile», «fatidico», «enormemente», «estremo») in costrutti iperbolici come «evento fatidico», «un libro assolutamente strepitoso», «un oggetto di estremo interesse».[16]
Critiche
[modifica | modifica wikitesto]L'abuso di «assolutamente» è all'origine di stroncature come quella decretata nel 2003 dai lettori del Sole 24 ORE nel gioco linguistico Parole da buttare, in cui l'espressione si classificò al secondo posto, preceduta solo da «quant'altro» e seguita da «un attimino», con la variante «un secondino», e dal «piuttosto che» disgiuntivo.[17][18] Concludendo l'inchiesta sull'inserto domenicale del quotidiano, il glottoteta Diego Marani classificò «assolutamente» e «assolutamente sì», dal punto di vista semiotico, come espressioni del tutto prive di contenuti comunicativi, classificabili al pari del «mi consenta» berlusconiano tra gli strumenti inutili del lessico di Porta a porta: mere formule utili a «tenere il microfono», ma con uno spessore semantico equivalente a quello di un grugnito.[17]
Un'altra aspra stroncatura è stata espressa da Beppe Severgnini: la moda linguistica è stigmatizzata dal saggista come frutto perverso di «vizi psicologici», conformismo, piaggeria anglofila ed erosione del senso delle parole nell'Italia contemporanea:
«"Assolutamente sì" è assolutamente insopportabile. Rivela infatti tre debolezze. La prima è la rassegnazione: lo dicono tutti, lo dico anch'io. La seconda è la piaggeria davanti all'inglese: "assolutamente sì" è figlio di absolutely. La terza debolezza è la più inquietante: diciamo "assolutamente sì" perché siamo convinti che il "sì" non basti. La più bella, semplice e netta tra le affermazioni italiane — come sanno bene gli amanti e gli sposi — è affievolita dall'abitudine, minata dalle bugie, segnata dalla disattenzione. [...] L'Italia era il «bel paese là dove 'l sì suona»[19]. È diventato lo strano posto dove rimbomba l'"assolutamente sì".»
Gustavo Zagrebelsky annovera l'uso di «assolutamente» tra i luoghi comuni dilaganti della comunicazione pubblica che segnano la degenerazione kitsch di «una lingua che ci sovrasta, elaborata e diffusa nei circuiti della comunicazione, carica di sottintesi che ci avvolgono come in un intreccio di significati che sembrano indipendenti da noi, perché li accogliamo come ovvi, non contestabili, e dotati di una propria persuasività che non ha bisogno di essere dimostrata ogni volta».[21]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Francesco Sabatini e Vittorio Coletti, assoluto, in Il Sabatini Coletti - Dizionario della lingua italiana, edizione online su dizionari.corriere.it, 2018.
- ^ a b c Assolutamente, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 21 maggio 2015.
- ^ a b c d e f g h i j k l m Gheno.
- ^ Vladimiro Macchi, Scheda sul vocabolo "absolutely" in Il Sansoni Inglese - Dizionario English-Italian, Corriere della Sera. ISBN 88-525-0157-6.
- ^ a b Cesana, p. 51.
- ^ Zagrebelsky, pp. 44-45.
- ^ a b Severgnini, p. 28.
- ^ a b Bartezzaghi.
- ^ De Rienzo.
- ^ a b c Aldo Grasso, Assolutamente sì, Simona e la Crusca, Corriere della Sera, 27 settembre 2004.
- ^ Serianni-Castelvecchi, p. 503.
- ^ Serianni.
- ^ a b Antonelli, p. 37.
- ^ a b Alfieri-Contarino-Motta.
- ^ Beccaria, p. 150.
- ^ Beccaria, p. 19.
- ^ a b Diego Marani, Spazza dizionario 2003. Si conclude il gioco delle «parole da buttare», un inventario delle parole che i nostri lettori vogliono avviare allo smaltimento, supplemento del Sole 24 ORE, 28 dicembre 2003.
- ^ Antonelli, p. 36.
- ^ Dante Alighieri, Inferno, Canto XXXIII, v. 80
- ^ Severgnini.
- ^ Zagrebelsky, p. 9.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Luca Serianni e Alberto Castelvecchi, Grammatica italiana. Italiano comune e lingua letteraria, Torino, UTET, 1991, ISBN 88-7750-033-6.
- Luca Serianni e Alberto Castelvecchi, Italiano. Grammatica, sintassi, dubbi, collana Le Garzantine, Milano, Garzanti, 1997, ISBN 88-11-50488-0.
- Gabriella Alfieri, Simona Contarino e Daria Motta, Interferenze fraseologiche nel doppiaggio televisivo: l'italiano di E.R. e di Beautiful, in Italiano e inglese a confronto: problemi di interferenza linguistica, Firenze, Cesati, 2002, ISBN 88-7667-169-2.
- Roberta Cesana, Editori e librai nell'era digitale: dalla distribuzione tradizionale al commercio elettronico, Milano, FrancoAngeli, 2002, ISBN 88-464-3516-8.
- Gian Luigi Beccaria, Per difesa e per amore: la lingua italiana oggi, Milano, Garzanti, 2006, ISBN 978-88-11-59722-3.
- Giuseppe Antonelli, L'italiano nella società della comunicazione, collana Universale paperbacks, Bologna, il Mulino, 2007, ISBN 978-88-15-11376-4.
- Beppe Severgnini, L'italiano. Lezioni semiserie, Milano, Rizzoli, 2007, ISBN 978-88-17-01311-6.
- Stefano Bartezzaghi, Non se ne può più. Il libro dei tormentoni, Milano, 2010, ISBN 978-88-04-59806-0.
- Gustavo Zagrebelsky, Sulla lingua del tempo presente, Torino, Einaudi, 2010, ISBN 978-88-06-20774-8.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Francesco Sabatini e Vittorio Coletti, assoluto, in Il Sabatini Coletti - Dizionario della lingua italiana, edizione online su dizionari.corriere.it, 2018.
- Assolutamente, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 21 maggio 2015.
- Assolutamente, in La grammatica italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2012. URL consultato il 21 maggio 2015.
- Vera Gheno, Sull'uso di assolutamente, in La Crusca per voi, n. 27, Firenze, Accademia della Crusca, ottobre 2003. URL consultato il 21 maggio 2015.
- Giorgio De Rienzo, I tic della lingua, «assolutamente» inutili «a 360 gradi», su Corriere.it, 10 gennaio 2011. URL consultato il 21 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).