La costituzione di Teramene fu l'ordinamento politico in vigore nella polis di Atene per circa otto mesi dal settembre del 411 a.C. (mese della caduta della Boulé dei Quattrocento) all'aprile/maggio del 410 a.C. (mese della restaurazione della democrazia). Questa costituzione viene lodata da Tucidide come il migliore ordinamento avuto da Atene[1] e anche la Costituzione degli Ateniesi afferma che «sembra che gli Ateniesi fossero ben governati».[2]
Un'assemblea riunita sulla Pnice destituì la Boulé dei Quattrocento e istituì un governo guidato dall'assemblea dei Cinquemila,[3] scelti tra coloro che avevano abbastanza denaro da «giovare alla città sia coi cavalli sia cogli scudi», cioè tra gli opliti: l'ideale di Teramene era rappresentato da un governo che, pur non essendo un'oligarchia, escludesse i nullatenenti dalle cariche pubbliche.[4] Si proibì che i magistrati ricevessero un salario per le loro magistrature e si decise di punire i trasgressori.[1] Si decise anche di richiamare Alcibiade e gli altri democratici che si trovavano a Samo.[5]
La Costituzione degli Ateniesi riporta che i responsabili di questo mutamento furono Aristocrate e Teramene, che in seguito «facevano tutto da soli, senza consultare i Cinquemila».[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti primarie
- Aristotele, Costituzione degli Ateniesi. (qui)
- Senofonte, Elleniche. (qui)
- Tucidide, La Guerra del Peloponneso. (qui)
- Fonti secondarie
- (EN) W. S. Ferguson, The Constitution of Theramenes, in Classical Philology, XXI, n. 1, gennaio 1926, pp. 72-75.