Arete di Cirene (in greco antico: Ἀρήτη?, Aréte; Cirene, IV secolo a.C. – Cirene, ...) è stata una filosofa greca antica.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Arete era la figlia di Aristippo, amico e studente di Socrate, e madre di Aristippo il Giovane.[1] Studiò come allieva di Platone alla scuola filosofica di Cirene, fondata dal padre; dopo aver insegnato per trentacinque anni ad Attica, succedette a lui nella direzione della scuola, dedita all'edonismo.[2]
Si occupò di filosofia morale; scrisse quaranta libri (andati persi) e venne considerata la pupilla di centodieci filosofi.[3] Sul suo epitaffio venne inciso che fu lo splendore della Grecia e che abbia posseduto la bellezza di Elena, la virtù di Penelope, la penna di Aristippo, l'anima di Socrate e la lingua di Omero.[4][5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Arete di Cirene, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ Armanda Guiducci, Perdute nella storia: storia delle donne dal I al VII secolo, Parte 3, Firenze, Sansoni, 1989, p. 209, ISBN 88-383-1067-X.
- ^ (EN) Marilyn Bailey Ogilvie, Women in Science: Antiquity Through the Nineteenth Century: a Biographical Dictionary with Annotated Bibliography, Cambridge, MIT Press, 1990, p. 31, ISBN 978-02-62650-38-0.
- ^ (EN) Ancient Women Philosophers: 600 B.C.-500 A. D., Berlino, Springer, 1987, pp. 197-198, ISBN 978-90-24733-68-2.
- ^ (EN) Lawrence C. Becker e Charlotte B. Becker, Encyclopedia of Ethics, Londra, Routledge, 2001, p. 1821, ISBN 978-11-35350-96-3.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Guido Calogero, ARETE di Cirene, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1929.
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