Kaulonìa Kaulon | |
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Mosaico del III secolo a.C. proveniente da Kaulonìa[1] | |
Civiltà | Magna Grecia |
Utilizzo | Città |
Epoca | VIII secolo a.C. |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Comune | Monasterace |
Altitudine | 0 m s.l.m. |
Dimensioni | |
Superficie | 400 m² |
Scavi | |
Data scoperta | 1911 |
Date scavi | 1911-1913 |
Organizzazione | Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria |
Archeologo | Paolo Orsi (scopritore) |
Amministrazione | |
Ente | Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria |
Responsabile | Dr.ssa Elisa Nisticó (direttrice) |
Visitabile | sì |
Visitatori | 3 878 (2022) |
Sito web | www.beniculturali.it/luogo/museo-e-parco-archeologico-dell-antica-kaulon |
Mappa di localizzazione | |
Kaulon, o Kaulonìa (in greco antico: Καυλών?, Kaylṓn /kaʊ̯'lɔ:n/), fu una colonia della Magna Grecia, i cui resti sorgono nei pressi di Punta Stilo, nel comune di Monasterace, nella città metropolitana di Reggio Calabria.
L'area intorno al sito su cui insisteva la polis viene chiamata dagli archeologi Kauloniatide.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Secondo la tradizione, il nome della città deriverebbe dal nome del suo fondatore, Kaulon, figlio dell'amazzone Clete. Il mito vuole che, dopo la guerra di Troia, gli Achei guidati da Tifone di Aegium sbarcarono sulle coste della Calabria e, con l'aiuto dei Crotoniati, distrussero il regno di Clete. Solo suo figlio Kaulon si sarebbe salvato e avrebbe ricostruito la città.[2] Secondo Strabone,[3] invece, il nome della città deriverebbe da aulonia, vallonia, cioè valle profonda. Francesco De Sanctis,[3] lo farebbe derivare piuttosto dalla parola kaulos, ovvero fusto, tronco.
Circa le ipotesi riguardanti la sua origine, le fonti riportano due principali interpretazioni. La prima, sostenuta da Strabone (Geografia, VI, 1, 10) e Pausania il Periegeta (VI, 3, 12), attribuisce agli Achei il ruolo di fondatori, nella persona di Tifone di Aegium.
La seconda ipotesi, propria di autori più moderni, propende invece per l'origine come colonia di Kroton (l'attuale Crotone).[4][5] In realtà, non c'è una vera e propria dicotomia tra le due ipotesi: la ricerca archeologica è infatti concorde nell'individuare nell'VIII secolo a.C. il periodo di fondazione di Kaulonìa, mentre l'influenza crotoniana, corrispondente al periodo di massimo splendore, è databile al VI secolo a.C..[6]
La città era limitata a sud dal fiume Sagra, sulle cui rive nel VI secolo a.C. si svolse la famosa battaglia della Sagra,[7] in cui Kaulon, alleata con Kroton, fu sconfitta dalle poleis di Locri Epizefiri e Rhegion (l'antica Reggio); la leggenda vuole che in battaglia fu decisivo il miracoloso intervento dei Dioscuri.
Nel IV secolo a.C. Kaulonìa fu poi sconfitta dalle forze congiunte dei Lucani e di Dionisio I di Siracusa, sconfitta che costò nel 389 a.C. la deportazione dei suoi abitanti a Siracusa e la cessione del territorio a Locri, alleata del tiranno. Ricostruita da Dionisio il Giovane, Kaulonìa fu in seguito preda di Annibale durante la seconda guerra punica, finendo poi definitivamente nell'orbita di Roma per opera di Quinto Fabio Massimo nel 205 a.C.
Strabone ci riferisce che già ai suoi tempi[8] la città era stata abbandonata a causa di conflitti con gli abitanti della regione circostante.
Fonti letterarie attestano che Kaulonìa avesse un porto con doppio approdo situato alla foce della fiumara d'Assi e che fosse quindi una città che commerciava in legname.[11] Ricca di materie prime come pietra, magnesia, sale, oro e piombo, sarebbe stato anche un centro per la produzione di manufatti in metallo e vasellame.[12]
Descrizione del sito
[modifica | modifica wikitesto]Il santuario di Punta Stilo
[modifica | modifica wikitesto]Il santuario è composto da un tempio dorico costruito con arenaria, attorno al quale vi sono degli altari minori, con cippi e trapezai con offerte di armi di cui ne sono state trovate oltre 180 tra quelle integre e quelle di cui ne sono rimasti solo frammenti.[13] Le divinità adorate nel santuario con certezza sono sicuramente Afrodite e Zeus, la tabella bronzea ritrovata e definita cauloniensis ha scritta una dedica a Zeus in alfabeto acheo.[13] Il ritrovamento di foglie d'alloro in bronzo indicano anche di un culto dedicato ad Apollo, tra l'altro rappresentato nelle monete argenteee incuse di Kaulonìa.[13] Infine sempre nella tabella Cauloniensis si trovano anche riferimenti ad Artemide, alle Muse e alle Grazie.[13] Nel III secolo A.C. il tempio fu poi abbandonato e l'area fu riorganizzata per lo scalo marittimo.[13]
La casamatta
[modifica | modifica wikitesto]Nella Casamatta sono state ritrovate diverse monete dell'epoca nonché tracce di un culto a Demetra.[13]
La casa del Drago
[modifica | modifica wikitesto]La casa del drago è il nome con cui si individuano i resti di una casa in cui è stato ritrovato un mosaico pavimentale rappresentante un drago marino.[13] Diventato negli ultimi anni poi simbolo di Kaulonìa stessa. La casa è grande 17x35 metri.[13]
Tempio sotto al faro
[modifica | modifica wikitesto]Sul colle dove è situato il Faro di Punta Stilo Paolo Orsi individuò i resti di un presunto tempio dedicato a Poseidone o ad Apollo.[13]
Altre case
[modifica | modifica wikitesto]Gli scavi e i reperti
[modifica | modifica wikitesto]Già dal XVI secolo diversi studiosi tentarono di individuare il sito della città di Kaulonìa[13] ma solo l'archeologo Paolo Orsi fu in grado di identificarne il luogo nel 1891 confermato dai primi scavi effettuati tra il 1911 e il 1913 dallo stesso archeologo,[14] all'epoca Soprintendente ai Beni Archeologici della Calabria e cofondatore del Museo della Magna Grecia.
Venne alla luce come la struttura della città prevedesse l'esistenza di un centro urbano principale, cinto da mura e posto al livello del mare, all'interno del quale era presente un tempio dorico, di cui ancora oggi sono visibili le fondamenta. Secondo gli studi effettuati all'epoca, alla costruzione di questo tempio avrebbero dovuto partecipare maestranze provenienti da Siracusa, data l'alta quantità di quello che si ritenne essere calcare siceliota.
Si scoprì inoltre che l'area antistante il tempio, attualmente coperta dal mare, era pure occupata dal centro abitato, come testimoniato dai reperti ivi ritrovati, che al tempo stesso attestano la progressiva erosione della costa nell'area[15].
Durante la costruzione del cavalcavia ferroviario nel 1941 furono ritrovate resti di strutture murarie[16].
Nuovi scavi vengono effettuati tra il 1970 ed il 1971 da Elena Tommasello che a sud del Tempio dorico rinviene 3 guttae[16].
Gli scavi condotti dalla Scuola Normale Superiore e dall'Università di Pisa a partire dal 1999 e ancora in corso hanno riportato alla luce buona parte del santuario urbano al quale appartenne il tempio dorico. Molti altri edifici di grandi e piccole dimensioni sono stati messi in luce o individuati attraverso lo studio sistematico dei materiali architettonici rinvenuti. E molte scoperte hanno permesso di comprendere l'articolazione delle fasi di vita del santuario, a partire dalla sua prima monumentalizzazione nella prima metà del VII secolo a.C., fino al progressivo declino dei primi decenni del III secolo a.C. Ormai superata è l'ipotesi che la costruzione del tempio dorico si debba a maestranze provenienti da Siracusa: i recenti studi litologici hanno infatti dimostrato che la pietra utilizzata non è un calcare siceliota, bensì materiale estratto in loco[17].
Al di fuori della cerchia delle mura, e in particolare sul colle Tersinale, era inoltre sito un altro centro cultuale di grande rilievo, come desumibile dalle numerose testimonianze ivi raccolte. Da quest'area provengono alcune favisse ricche di frammenti di terrecotte architettoniche, in particolare frammenti di cassetta, sime frontonali, sime con gronde a testa di leone, alcuni acroteri angolari ed uno centrale, tutto materiale proveniente da tre fasi costruttive diverse di un piccolo tempio[15].
I numerosi reperti archeologici provenienti dagli scavi effettuati sul posto sono per lo più esposti al Museo nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria. Di particolare rilievo sono due mosaici di eccezionale fattura, entrambi raffiguranti un drago, uno dei quali copre un'area di 25 m² ed è quindi considerato "il più ampio mosaico ellenistico reperibile al Sud"[18]. Entrambi i mosaici sono attualmente esposti presso il Museo di Monasterace.
Il finanziamento degli interventi conservativi del sito archeologico in generale, e dei preziosi mosaici del "drago" in particolare, conosce allo stato attuale numerose difficoltà. Il mosaico è stato recentemente adottato da un gruppo di studenti della scuola media dell'Istituto comprensivo Amerigo Vespucci di Vibo Valentia, i quali hanno raccolto una piccola somma tramite autotassazione[19].
Gli scavi dal 2003 a oggi: San Marco nord-est
[modifica | modifica wikitesto]L'area di scavo, denominata saggio SAS II e topograficamente San Marco nord-est, oggi interessa l'area tra il mar Ionio a est la ferrovia Taranto-Reggio Calabria a ovest, la fiumara Assi a nord e l'area di casamatta a sud[20].
Grazie a frammenti di protokotylai e kotylai Aetos 666, si può stabilire una presenza umana nell'area sin dall'VIII secolo a.C.; dalla fine dell'VIII, o meglio dai primi decenni del VII secolo, la presenza greca si fa stabile. Di un periodo successivo sono i resti riconducibili a una casa di benestanti denominata Casa del Personaggio Grottesco[20]. Nei pressi di essa è stato individuato una strada in direzione nord-sud larga 6,65 metri. Nel III secolo a.C., in periodo ellenistico, sono stati rinvenuti i resti di un ampio edificio in parte ancora sotto l'attuale asse viario della strada statale 106 a cui quindi non è possibile accedere per definirne completamente il perimetro. Infine sono stati portati alla luce ciò che rimane di una piccola necropoli del periodo tardo-antico (VI-VII secolo d.C.)[20].
Campagne di scavo dal 2001 al 2006
[modifica | modifica wikitesto]Dal 2001 al 2006 sono state condotte otto campagne di scavo da M. C. Parra e M. T. Iannelli. Un'area di ricerca di 56 km² intorno a Kaulon tra i comuni di Monasterace, Stilo, Camini e Guardavalle[17].
Sono state scoperte 174 unità topografiche (sedi di manufatti ceramici) e 230 manufatti o aree di dispersione di manufatti a carattere sporadico, che hanno portato al censimento di 148 siti e 179 testimonianze extra-sito[17]. Questi siti si trovano a Stilo in località Arito, Bavolungi, Franchi, Furno, Ligghia, Napi, Salti e Troiano[17].
Insediamenti di età arcaica
[modifica | modifica wikitesto]Sono stati individuati 7 insediamenti greci di modesta entità di età arcaica, ubicati tutti alla destra idrogragica dello Stilaro e quasi tutti in posizione elevati e a 1000 metri di distanza (eccetto quello in località Franchi e quello in località Serre) ognuno tra di loro interpretabili come fattorie. Il sito di Franchi (Stilo) differisce per la sua posizione, sicuramente elevata, ma anche ben difesa naturalmente[17]. Cronologicamente sono esistiti tra il VII e il VI secolo a.C. e nessuno giunge al periodo ellenistico[17].
Fa eccezione, in località Fontanelle (Monasterace), alla sinistra idrografica dello Stilaro, il rinvenimento di resti di una Villa romana con tracce di insediamento greco sin dal VI secolo a.C.[17]
Campagne di scavo dal 2007 al 2009
[modifica | modifica wikitesto]- Campagna di scavo 2007: A giugno 2008 viene scoperto un frammento lapideo di una dedica in lingua osca scritta in alfabeto osco-greco del IV-III secolo a.C. per la dea italica corrispondente a Venere per i latini.[17]
- Campagna di scavo 2008.[17]
- Campagna di scavo di agosto-settembre 2009. Rinvenimento delle testimonianze più antiche del sito: una protokotyle corinzia, un frammento di coppa corinzia di tipo Thapsos e il frammento di uno skyphos.[17]
2013 - Il mosaico di 35 metri quadrati e la tabella bronzea in alfabeto acheo
[modifica | modifica wikitesto]Il 23 luglio 2013 l'archeologo Francesco Cuteri e la sua équipe scoprono uno dei mosaici più grandi mai rinvenuti del periodo ellenistico della fine del IV secolo a.C., che ricopre un'area di circa 35 m². Il ritrovamento è avvenuto tra le rovine di quella che doveva essere una struttura termale. Il mosaico si articola ulteriormente in 9 quadrati policromi e un altro spazio con una rosetta policroma all'ingresso della stanza.[21][22]
L'8 ottobre 2013 viene annunciata la scoperta nel santuario urbano di una tabella bronzea del V secolo a.C. con una dedica in alfabeto acheo, con stile grafico stoichedón, sviluppata su 18 linee. È il testo acheo più lungo mai ritrovato nella Magna Grecia[23][24][25].
2018 - Un nuovo geison
[modifica | modifica wikitesto]A seguito delle mareggiate a cavallo tra il 2013 ed il 2014 viene scoperta l'esistenza di un nuovo geison che potrebbe testimoniare l'esistenza di un nuovo edificio di ordine dorico[16]. È scolpito in calcarenite bianca molto fine, è lungo 88,5 cm, è largo 68,15 cm e alto 47,2 cm. Il mutulo correlato è composto da 3 file di 6 guttae, ed ognuna di esse ha un diametro di 4,4 cm[16].
Reperti numismatici
[modifica | modifica wikitesto]Durante gli scavi a Kaulonìa sono state rinvenute numerose monete in bronzo, successivamente raccolte nella collezione numismatica di Rodolfo Cimino. Tale collezione, basata a Monasterace Marina, è composta da 181 reperti fittili e metallici e di 238 monete di età greca, romana e medievale, materiali che vennero raccolti a partire dal 1942 da Rocco Giordano, ex Conservatore Onorario dell'area archeologica di Kaulonìa. Questa collezione era nota sin dal 1977 alla Soprintendenza Archeologica della Calabria[26].
Mostre a Firenze del 2010 e 2013/14
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2010 è stata allestita la mostra all'Università di Firenze Spigolando tra gli archivi, correlata dalla realizzazione del cortometraggio A scuola di archeologia seguendo le orme di Paolo Orsi a Caulonia[27][28]. Da dicembre 2013 a marzo 2014 è stata allestita presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze la mostra Kaulonia, la città dell'amazzone Clete.
Mostra ad EXPO 2015
[modifica | modifica wikitesto]A Expo 2015 nel Padiglione Italia, dal 14 al 21 agosto 2015, viene esibita la ricostruzione virtuale stereoscopica dell'andron della “Casa del Drago” della colonia achea di Kaulon[29][30]. La mostra virtuale è stata realizzata dallo spin-off 3DResearch dell'Università della Calabria.
Alluvione e messa in sicurezza del sito
[modifica | modifica wikitesto]Nel mese di dicembre del 2013 i resti della casamatta sono stati rovinati dal maltempo e dal mare mosso, oltre che dalla mancanza di qualsivoglia protezione del sito archeologico. La Soprintendenza archeologica calabrese, insieme al comune di Monasterace, fecero una richiesta di finanziamento del parco per un milione e mezzo di euro, per la quale ancora non è pervenuta risposta. In ultima istanza, a fronte di tale situazione a rischio, la provincia di Reggio Calabria vorrebbe mettere a disposizione due milioni e mezzo di euro per la messa in sicurezza del parco archeologico[31]. Il 2 febbraio 2014 il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo ha annunciato un finanziamento di 300.000 euro per la messa in sicurezza de sito archeologico[32]. Nel 2015 viene costruita la prima difesa per il tempio dorico, mentre nel settembre 2016 sarebbero dovuti partire i lavori anche per la restante area, ma ancora non sono stati avviati.
Galleria d'immagini
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Kaulon - Casamatta e tempio dorico con visibile anche il muro di difesa dal mare costruito 2 anni prima
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Resti di casa nel complesso della Casamatta
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I resti del tempio dorico
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mosaico terme di Kaulon 2
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mosaico terme di Kaulon 3
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mosaico terme di Kaulon 4
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mosaico terme di Kaulon 5
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Capitello dorico (riverso) - Kaulonìa
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Kaulon dettagli
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Questo mosaico, esposto fino al 2011 al Museo Nazionale della Magna Grecia è ora visibile presso il Museo di Monasterace.
- ^ Alla scoperta dei meravigliosi draghi e delfini di Kaulonia, la città dell’amazzone Clete, su famedisud.it. URL consultato il consultato il 22 dicembre 2016.
- ^ a b Bova 2008, p. 41.
- ^ J. Berard - La Magna Grecia, pp. 158-160
- ^ Mario Napoli - Civiltà della Magna Grecia, pp. 213-214.
- ^ Guglielmo Genovese (1999) Santuari rurali nella Calabria Greca. L'erma di Breitschneider, pag. 96
- ^ Guglielmo Genovese (1999) Santuari rurali nella Calabria Greca. L'erma di Breitschneider, pag. 99
- ^ a b Fine I secolo a.C., inizio I secolo d.C.
- ^ "aulòn" in greco significa valle
- ^ Circa 277 a.C.
- ^ Bova 2008, p. 42.
- ^ Bova 2008, p. 45.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n Mollo 2018.
- ^ Bova 2008, p. 47.
- ^ a b Guglielmo Genovese (1999) Santuari rurali nella Calabria Greca. L'erma di Breitschneider, pag. 97
- ^ a b c d Annali della scuola normale superiore di Pisa, serie 5, 2018, 10/2 supplemento, Kaulonia. Indizi di un nuovo edificio di ordine dorico nel santuario di Punta Stilo, Nicola Giaccone,pp. 136 - 141
- ^ a b c d e f g h i j Caulonia tra Crotone e Locri Tomo 1 di Lucia Lepore e Paola Turi (PDF), su fupress.com. URL consultato il 4 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2014).
- ^ I Calabria Jones lanciano la campagna "Adotta il drago Kaulon", su strettoweb.com, 29 settembre 2012. URL consultato il 23 maggio 2020.
- ^ 5.000 euro raccolti da 44 giovani studenti vibonesi: si autotassano per restaurare il mosaico del drago di Kaulon che le istituzioni non hanno voluto né saputo recuperare., su scirocconews.it. URL consultato il 27 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
- ^ a b c Le indagini archeologiche a S. Marco NE, in kaulon-archeologia.it. URL consultato il 3 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2015).
- ^ Scoperto a Monasterace il più grande mosaico ellenistico del sud Italia, Il sole 24 ore, su ilsole24ore.com. URL consultato il 24 luglio 2013.
- ^ Scoperto mosaico greco, più grande Sud, Ansa.it, su ansa.it. URL consultato il 24 luglio 2013.
- ^ Straordinaria scoperta archeologica a Kaulonia (RC): ecco il testo più lungo in alfabeto acheo della Magna Grecia, Meteoweb, su meteoweb.eu. URL consultato l'8 ottobre 2013.
- ^ Ritrovato a Kaulonia, in Calabria, il testo più lungo in alfabeto acheo della Magna Grecia, famedisud.it, su famedisud.it. URL consultato l'8 ottobre 2013.
- ^ Dagli scavi di Kaulonia una scoperta d’eccezione, in Università di Pisa, 7 ottobre 2013. URL consultato il 5 febbraio 2014.
- ^ Kaulonìa, Caulonia, Stilida e oltre, su academia.edu. URL consultato il 5 gennaio 2013.
- ^ La mostra “Spigolando tra gli archivi”, in kaulon-archeologia.it. URL consultato il 3 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 24 gennaio 2015).
- ^ A scuola di archeologia seguendo le orme di Paolo Orsi a Caulonia, in kaulon-archeologia.it, 4 dicembre 2013. URL consultato il 3 dicembre 2013.
- ^ “Cibo per gli Dei, cibo per gli uomini" a Padiglione Italia, su padiglioneitaliaexpo2015.com. URL consultato il 14 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2015).
- ^ Il Simposio a Kaulonia. Banchetto all'interno della Casa del Drago, su beniculturali.it, in MiBACT. URL consultato il 14 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 28 gennaio 2019).
- ^ Antica Kaulon chiede aiuto. Aree del parco a rischio, 18 dicembre 2013. URL consultato il 9 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 9 gennaio 2014).
- ^ MIBACT: Stanziamento 300mila euro per intervento su antica Kaulonia, in MIBACT, 2 febbraio 2014. URL consultato il 2 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Maria Cecilia Parra (a cura di), Kaulonía, Caulonia, Stilida (e oltre). Contributi storici, archeologici e topografici, vol. I, in 2 tomi (Quaderni ASNP, nrr. 11-12), Pisa 2002 (ma 2003).
- Maria Cecilia Parra (a cura di), Kaulonía, Caulonia, Stilida (e oltre). Contributi storici, archeologici e topografici, vol. II, in due tomi (Quaderni ASNP, 17-18), Pisa 2007.
- Maria Cecilia Parra; Antonino Facella (a cura di), Kaulonía, Caulonia, Stilida (e oltre), vol. III. Indagini topografiche nel territorio, Pisa 2011
- Graziano Raco, Kaulonia, Ardore Marina, Arti grafiche edizioni, 2000
- Francesco Antonio Cuteri, B. Rotundo, Il territorio di Kaulonia fra Tardoantico e Medioevo. Insediamenti, risorse, paesaggi. in Kaulonía I, pp. 117–158, 2001
- Damiano Bova, Bivongi. Nella valle dello Stilaro, Bari, Ecumenica Editrice, 2008, ISBN 978-88-88758-43-5.
- Lucia Lepore, Paola Turi, Caulonia tra Crotone e Locri, Ecumenica Editrice, 2008, ISBN 978-88-8453-930-4.
- Lucia Lepore; Paola Turi (a cura di), Caulonia tra Crotone e Locri, Atti del Convegno Internazionale, Firenze 30 maggio-1º giugno 2007, Firenze 2010, in particolare:
- Lucia Lepore, Gli scavi in località S. Marco nord-est:dall'oikos arcaico alla sistemazione ellenistica, pp. 81–114;
- Paola Turi; Pasquino Pallecchi, Osservazioni sulla composizione e sulla tecnica di fabbricazione di alcune classi ceramiche di S. Marco nord-est a Caulonia, pp. 115–134.
- Maria Rosaria Luberto, Nota sulla ceramica di VIII e VII secolo a.C. dallo scavo S. Marco nord-est a Caulonia, in Alle origini della Magna Grecia: mobilità, migrazioni, fondazioni, Atti del 50º Convegno Internazionale di Studi sulla Magna Grecia di Taranto, Taranto 1-4 ottobre 2010, pp. 913–926
- Maria Rosaria Luberto, Lo scavo in località S. Marco nord-est a Caulonia. Analisi e interpretazione dei reperti di VIII secolo a.C. in L. Donnelan; V. Nizzo, Contestualizzare la prima colonizzazione. Archeologia, fonti, cronologia e modelli interpretativi tra l'Italia e il Mediterraneo. In memoria di D. Ridgway, Roma, 21-23 giugno 2013, in c. di s.
- Lucia Lepore; Maria Rosaria Luberto; Paola Turi, Kaulonia, la città dell'amazzone Clete. Gli scavi dell'Università degli Studi di Firenze a Monasterace Marina, Catalogo della Mostra, Firenze-Museo Archeologico Nazionale, 12 dicembre 2013-9 marzo 2014, Aracne 2013 ISBN 978-88-548-6686-7
- Architettura greca a Caulonia. Edilizia monumentale e decorazione architettonica in una città della Magna Grecia di Federico Barello, Le Lettere Editore, 31 dicembre 2013, ISBN 978-88-7166-211-4
- Kaulonía, Caulonia, Stilida (e oltre). Indagini topografiche nel territorio, Scuola Normale Superiore editore, 2012, ISBN 978-88-7642-418-2
- Fabrizio Mollo, Guida archeologica della Calabria antica, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2018, p. 749, ISBN 978-88-498-5393-3.
- Claudio Panaia, Caulonia. Storia di una polis, Crealibri, 2018, p. 96, ISBN 978-88-8238-054-0.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Magna Grecia
- Museo archeologico di Monasterace
- Museo nazionale della Magna Grecia
- Monasterace marina
- Caulonia
- Vallata dello Stilaro
- Moneta agatoclea
- Battaglia dell'Elleporo
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Kaulon
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su beniculturali.it.
- P. E. Arias, CAULONIA, in Enciclopedia dell'Arte Antica, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1959.
- (EN) Caulonia, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Kaulon nel sito ArcheoCalabriaVirtual, su beniculturali.it. URL consultato il 31 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2022).
- kaulon-archeologia.it, sito dell'équipe di scavo, su kaulon-archeologia.it. URL consultato il 12 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2015).
- Campagna "Adotta il drago" del MIUR, finalizzata alla raccolta di fondi per la conservazione dei mosaici, su laboratoriocreativostudentesco.it.
- Restauriamo insieme il mosaico, Fondo Ambiente Italiano (PDF), su fondoambiente.it. URL consultato il 24 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- Caulonia tra Crotone e Locri Tomo 1 di Lucia Lepore e Paola Turi (PDF), su fupress.com. URL consultato il 4 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2014).
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