Archivio storico capitolino | |
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Ubicazione | |
Stato | Italia |
Città | Roma |
Indirizzo | Piazza dell'Orologio, 4 |
Sede | Oratorio dei Filippini |
Dati generali | |
Tipologia giuridica conservatore | pubblico |
Tipologia funzionale | archivio |
Caratteristiche | |
Fondazione | 1874 |
Proprietà | Roma Capitale |
Gestione | Sovrintendenza capitolina ai beni culturali |
SAN | scheda SAN |
Sito web ufficiale e Sito web ufficiale | |
L'Archivio storico capitolino (in sigla ASC) è un archivio storico documentale comunale che raccoglie la documentazione prodotta dal comune di Roma. Amministrativamente è un'unità organizzativa della Sovrintendenza capitolina ai beni culturali e ha sede presso l'oratorio dei Filippini.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'istituzione di un archivio unitario comunale romano fu pensata all'indomani della presa di Roma nel 1870. Il consiglio comunale della nuova capitale del Regno d'Italia riunì tra il 1874 e il 1898 i vari antichi archivi pontifici, facendovi confluire: l'Archivio notarile urbano (comprendente documenti che andavano dal 1348 al 1871[1]), l'Archivio della camera capitolina[2] (dal 1515 al 1847) e l'Archivio del comune pontificio (dal 1847 al 1870 e costituito dagli atti del Comune come riformato da Pio IX), ai quali si aggiunsero tutti gli atti del comune post-unitario.
Nel 1922 la sede dell'archivio fu spostata presso l'oratorio dei Filippini, dove furono poi inaugurate l'emeroteca nel 1970 e la biblioteca, formata dall'unificazione della Biblioteca del popolo romano fondata nel 1523 e la Biblioteca capitolina fondata nel 1871.
Documentazione conservata
[modifica | modifica wikitesto]Biblioteca ed Emeroteca
[modifica | modifica wikitesto]Dell'Archivio fanno parte, oltre alle collezioni di atti amministrativi:
- la Biblioteca Romana: un fondo che oggi comprende circa 150.000 volumi relativi a Roma, la sua storia, la sua economia. Vi confluì, verso il 1930, la Biblioteca del Popolo romano[3] che, fondata nel 1523, era stata aggregata all'Archivio capitolino nel 1879. Ne fanno parte circa 600 cinquecentine, la raccolta di piante topografiche di Roma e cartelle di incisioni e disegni.
- l'Emeroteca romana, creata nel 1970.[4] Contiene circa 2000 titoli di periodici e 278 collezioni di quotidiani editi a Roma, per la maggior parte successivi all'Unità. Ne fa parte tuttavia anche una raccolta di giornali del Comune pontificio, dal 1815 al 1851.
- Archivi familiari acquistati (come quello della famiglia Orsini, acquistato nel 1904) o ricevuti in donazione. L'archivio Orsini è formato da più di 4.200 registri e faldoni che raccolgono migliaia di documenti pergamemacei.[5]
- Il libro d'oro della nobiltà romana, istituito da Benedetto XIV nel 1746 e ricompilato tra il 1839 e il 1847, giacché l'originale depositato in Campidoglio era stato bruciato durante la repubblica giacobina del 1798-99.
Risorse digitali e accesso al pubblico
[modifica | modifica wikitesto]- L'Archivio Storico Capitolino è aperto al pubblico dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 16.
- Esiste un catalogo in linea integrato nel Polo SBN del Comune di Roma[6].
- Alcune risorse sono state digitalizzate (Pergamene Orsini, Archivio Fotografico, Libro d'oro della nobiltà romana, Capitolium e altre)[7].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ L'archivio notarile comprende atti originali a partire dal 1348 e , per volontà di Urbano VIII, copie di tutti i rogiti stipulati in Roma a partire dal 1625.
- ^ La Camera Capitolina, al cui vertice erano i Conservatori dell'Urbe, era una delle due magistrature civili che governarono la città di Roma dal Rinascimento fino al 1847. L'altra, che esercitava la giurisdizione penale, era la Curia Capitolina. La Camera Capitolina gestiva, sulla base di fondi provenienti dalla tassazione locale (tasse sul grano, dazi sulle merci che passavano dai porti del Tevere, proventi da risorse comunali come le rendite dai feudi appartenenti al popolo romano, da cause civili e penali e anche dalla vendita di alcuni uffici), principalmente funzioni annonarie, di gestione dell'ordine pubblico (particolarmente durante la sede vacante), di manutenzione del patrimonio cittadino, dei monumenti e di opere pubbliche - come strade e acquedotti,
- ^ Sulla Biblioteca Romana si veda Vincenzo Frustaci, La vocazione amministrativa della Biblioteca romana dell'Archivio capitolino, Atti della giornata di studi, Roma, 24 febbraio 1999.
- ^ Per il catalogo si veda Loredana Magnanti, Catalogo dei quotidiani romani dell'Emeroteca dell'Archivio storico capitolino, Palombi 1993, e l' elenco (PDF) (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2011). pubblicato dal CASPUR.
- ^ Archivio Storico Capitolino: documenti digitalizzati, su filosofiastoria.com, 1º marzo 2010. URL consultato l'8 giugno 2020 (archiviato l'8 giugno 2020).
- ^ Risorse digitali.
- ^ Archivi digitali.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Archivio storico capitolino
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su archiviocapitolino.it.
- Sito ufficiale, su archiviocapitolino.it.
- Archivio storico capitolino, su Anagrafe delle biblioteche italiane, Istituto centrale per il catalogo unico.
- Archivio storico capitolino, su Sistema archivistico nazionale, Istituto centrale per gli archivi.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 151182359 · ISNI (EN) 0000 0001 2228 5308 · SBN CFIV135920 · LCCN (EN) n83025535 |
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