Il petit appartement du roi della Reggia di Versailles è una serie di appartamenti ad uso di Luigi XIV, Luigi XV e Luigi XVI. Collocati al primo piano del castello, le stanze si trovano nella parte più antica, che è datata all'epoca di Luigi XIII. Sotto Luigi XIV queste stanze ospitarono la collezione d'arte e la biblioteca del re, formando una sorta di museo. Sotto Luigi XV e Luigi XVI le stanze vennero modificate per ospitarne altre ad uso della vita privata del re. A quell'epoca le stanze vennero trasformate e la loro decorazione è ancora oggi uno dei più splendidi esempi di stile Luigi XV e Luigi XVI a Versailles.
Luigi XIV
[modifica | modifica wikitesto]All'inizio del 1678, Luigi XIV iniziò a modificare l'assetto generale di queste stanze per le proprie necessità personali. La configurazione delle stanze si datava all'epoca di Luigi XIII. La più importante alterazione a cui pervenne il progetto fu la ricollocazione del degré du roi dall'esterna cour de marbre all'interna cour du roi.
La ricollocazione dello scalone affrettò la sistemazione delle stanze nella parte del castello che divenne nota come petit appartement du roi. Nel 1684, sotto l'influenza della marchesa Françoise-Athénaïs di Montespan, amante di Luigi XIV, il re diede ordine di unire le sue stanze al petit appartement dopo che la marchesa si fu spostata nell'appartement des bains al piano terra del palazzo[1].
All'epoca di Luigi XIV queste stanze – cabinets de curiosités – formavano un museo per la collezione privata del re. In contrasto con il grand appartement du roi e con l'appartement du roi, che erano aperti ai membri della corte ed in generale al pubblico, il petit appartement du roi era accessibile solo attraverso il personale consenso del re[2].
Collocato al primo piano dell'ala nord della cour de marbre, il petit appartement du roi comprendeva nove stanze:
- Salle du billard (cabinet des chiens)
- Salon du degré du roi
- Cabinet aux tableaux
- Cabinet des Coquilles (later cabinet des livres)
- Salon ovale
- Premier salon de la petite galerie
- Petite galerie
- Deuxième salon de la petite galerie
- Cabinet des Médailles
La salle du billard (1693 pianta #1) conteneva un tavolo da biliardo, gioco al quale Luigi XIV era particolarmente bravo. Inoltre il re aveva molti cani da caccia in questa stanza dei quali sempre qui si prendeva cura personalmente, ragione per cui essa ottenne anche il nome di cabinet des chiens[3].
Il salon du degré du roi (1693 pianta #2) occupava il sito dello scalone datato ai tempi di Luigi XIII. Dal 1684 venne costruito un nuovo scalone - il degré du roi (1693 pianta #3) – di poco a nord rispetto al vecchio scalone nella cour du roi. Il salon du degré du roi serviva come entrata allo scalone che era riservato all'uso personale di Luigi XIV. La decorazione di questa stanza venne realizzata interamente ed esclusivamente da Nicolas Poussin[4]
Il cabinet aux tableaux (1693 pianta #4) con la sua esposizione a sud serviva come Pinacoteca per parte della collezione di pitture di Luigi XIV. Tra i maestri i cui lavori qui erano esposti vi erano molti italiani come il Correggio, Raffaello, Giorgione, Giulio Romano e Tiziano. Inoltre nella sala si trovava la collezione di cristalli di rocca intagliati di Luigi XIV[5].
Nel 1692 vennero creati il cabinet des coquilles (1693 pianta #5) ed il salon ovale (1693 pianta #6). Queste stanze, assieme al cabinet des médailles formavano le stanze principali del Cabinet de curiosités di Luigi XIV. Oltre a gran parte delle opere preziose della collezione reale, il salon ovale accoglieva quattro nicchie con gruppi scultorei in bronzo – “Giove” e “Giunone” di Allesandro Algardi; il “Rapimento di Orezia” dall'originale in marmo di Gaspard Marsy, il “Rapimento di Persefone” ad François Girardon – i migliori pezzi della collezione del sovrano di Francia. La ricchezza delle decorazioni, completate da specchiere eleganti, completava la collezione di Luigi XIV[6]. Il cabinet des coquilles originariamente ospitava anche una porzione della collezione di gemme del re. Nel 1708 la sala venne convertita in biblioteca – cabinet aux livres – nella quale Luigi XIV teneva la sua collezione di libri rari e manoscritti[7].
Le stanze successive – premier salon de la petite galerie, petite galerie e deuxième salon de la petite galerie (1693 pianta #7, 8, & 9) – erano stanze occupate dalla marchesa di Montespan prima di spostarsi nell'appartement des bains nel 1684[8]. Così come nelle precedenti stanze, la petite galerie e i suoi due saloni accoglievano la collezione di gemme preziose e dipinti che il re aveva ereditato o collezionava. Negli anni precedenti la Guerra della Lega di Augusta, Luigi XIV iniziò un'aggressiva campagna da collezionista che necessitava di spazio a Versailles per mostrare le nuove acquisizioni[9]. Pierre Mignard, il principale rivale di Charles Le Brun, venne incaricato di dipingere il soffitto della petite galerie e dei suoi due saloni[10].
Nella petite galerie e nei suoi due saloni, Luigi XIV radunò gran parte delle opere di artisti italiani del calibro di Francesco Albani, Annibale Carracci, Guido Reni e del Parmigianino[11]. La petite galerie ospitava anche la collezione di doni che Luigi XIV riceveva dalle ambascerie straniere; tra i principali diplomatici che portarono doni alla corte francese ricordiamo il gesuita francese Shen Fu-Tsung (1684), il quale portò a Versailles un'enorme perla, e i doni dell'ambasciata siamese del 1685-1686[12]). Il premier salon de la petite galerie è di particolare importanza ed è questa la stanza nella quale Luigi XIV teneva la propria collezione ove spiccava “Le Portrait de Vie, femme d'un Florentin nommé Giaconde” meglio conosciuta col nome di Monna Lisa[13]
Luigi XIV era intenzionato a dedicare molta attenzione a queste sale, in particolare alla decorazione dei pannelli alle pareti, ricoperti di tartaruga e lapislazzuli, ma le spese per la Guerra della Lega di Augusta fecero abbandonare il progetto. Ad ogni modo la petite gallerie vennero utilizzati da Luigi XIV per l'intrattenimento dei dignitari stranieri come ad esempio il principe ereditario di Danimarca nel 1693 o l'Elettore di Colonia nel 1706[14]
Tra tutte le stanze componenti il petit apartment du roi durante il regno di Luigi XIV, il cabinet des médailles (1693 pianta #10) fu una delle più significative. La stanza radunava infatti la raccolta numismatica di Luigi XIV oltre a miniature di maestri fiamminghi, olandesi e tedeschi, oggetti in porfiria e in giada scolpita oltre a rari oggetti realizzati in oro e argento[15]. Erano parte della collezione di Luigi XIV in questa stanza anche oggetti d'oro provenienti dal tesoro del re merovingio Childerico I ritrovati a Tournai nel 1653 e regalati a Luigi XIV dall'Imperatore Leopoldo I d'Asburgonel 1665[16] oltre ad una saliera d'oro incrostata di gioielli utilizzata da Luigi XIV durante le cene au grand couvert.[17]
Luigi XV – 1740
[modifica | modifica wikitesto]Dopo il ritorno del re e della corte a Versailles nel 1722, la vita dell'aristocrazia assunse un ritmo simile a quanto si era sotto il governo di Luigi XIV. Il giovane Luigi XV occupò la stanza da letto del nonno, la chambre de Louis XIV, dove continuarono ad essere praticate quotidianamente le cerimonie del lever e del coucher, con la medesima precisione dell'epoca del Re Sole. Ad ogni modo, data la scomodità della stanza durante il periodo invernale e la difficoltà nel riscaldarla data la sua esposizione a est, Luigi XV decise di spostare la sua stanza altrove[18]. Nel 1738, Luigi XV ordinò la costruzione di una nuova camera da letto, la chambre de Louis XV (1740 piantina #4), costruita sul sito della salle du billard di Luigi XIV, che venne allargata verso nord nella cour du roi per accomodarvi l'alcova per il letto[19]. Nel medesimo anno il degré du roi venne demolito e venne costruito un nuovo scalone un po' più a nord della precedente locazione. Una nuova stanza venne costruita sul sito precedentemente occupato dal degré du roi di Luigi XIV, l'antichambre des chiens[20]. Come sotto suo nonno nel cabinet des chiens, anche Luigi XV teneva molti cani da caccia in questa sala.
Altre modifiche al petit appartement du roi del tempo inclusero la creazione del salon des pendules e del cabinet intérieur. Queste sale vennero creato quando il salon du degré du roi ed il cabinet aux tableaux di Luigi XIV vennero distrutte[21].
Il Salon de la Pendule (1740 pianta #3) (detto anche Salon Ovale per via della sua forma ellittica) prese questo nome solo a partire dal 1753 quando vi venne installato l'orologio astronomico Passemant, un complesso ed accurato orologio astronomico in grado di misurare le fasi solari e lunari[22].
Il cabinet intérieur (1740 pianta #4) serviva per un certo numero di scopi: esso accoglieva parte della collezione numismatica di Luigi XV e della collezione di miniature dipinte; serviva come sala da pranzo e come studio. Di tutte le stanze del petit appartement du roi durante il regno di Luigi XV, questa era la più riccamente decorata e la più opulenta[23]
Il cabinet des livres, salon ovale di Luigi XIV, la peite galerie con i suoi due saloni ed il cabinet des médailles vennero mantenuti intatti (1740 piantina #6, 7, 8, & 9).
Dal 1740 il petit appartement du roi venne espanso verso la cour du roi andando a formare un nuovo cortile interno separato. Questo nuovo cortile venne denominato cour intérieur du roi (1740 piantina II) e la cour du roi ottenne il nome di cour des cerfs. Questo curioso nome di "corte dei cervi" era derivato dal fatto che Luigi XV aveva commissionato 24 teste di cervo scolpite nel marmo da porre sui muri del cortile[24].
Luigi XV - 1760
[modifica | modifica wikitesto]Le modifiche della fine degli anni '50 del XVIII secolo al petit appartement du roi furono responsabili della generale riorganizzazione degli appartamenti nel corps de logis del castello e della distruzione dello Scalone degli Ambasciatori (1740 pianta #10).[25] Per accomodarvi nuovi appartamenti per sua figlia, la principessa Maria Adelaide, Luigi XV ordinò la costruzione di stanze sullo stesso piano del petit appartement du roi. Questo nuovo appartamento occupava lo spazio che era stato della petite galerie e dei due saloni così come l'area dello scalone degli ambasciatori (1760 pianta #9).
Le modifiche più significative al petit apartment du roi in questo periodo fu la rilocazione del degré du roi (1760 pianta #4), la costruzione della salle à manger des retours de chasses (1750) (1760 pianta #5), e la pièce des buffets (1754) (1760 pianta #6)[26]. La salle à manger des retours de chasses venne costruita sul sito che accoglieva il bagno di Luigi XV (1740 pianta g) quando il re decise di far realizzare una sala da pranzo al primo piano che potesse contenere un ristretto gruppo di amici, frequentemente presenti dopo le cacce[27]. La decorazione della salle à manger des retours de chasses incorporava pannelli ed elementi decorativi del salon du billard di Luigi XIV[28].
Quest'epoca nella quale Luigi XV commissionò la decorazione del petit appartement du roi fu significativa nell'evoluzione degli stili decorativi francesi nel XVIII secolo. Gran parte di queste stanze rappresenta ancora oggi uno dei migliori esempi di stile Luigi XV, di cui il salon des pendules è uno dei più importanti. Con una pannellatura realizzata da Jacques Verberckt, la stanza venne ammobiliata con poltrone e tavoli stile Luigi XV[29].
Nel gennaio di quell'anno Luigi XV aveva acquistato il Castello di Choisy ed aveva posto in questa stanza uno stupendo esempio di orologio meccanico sofisticato.
L'orologio, disegnato dall'ingegnere Claude-Simon Passemant, realizzato dall'orologiaio Louis Dauthiau e inserito in una cassa di bronzo dorato realizzata da Filippo Caffieri, rappresenta una meraviglia della tecnologia ancora ai giorni nostri. Furono necessari 12 anni per completarlo e l'orologio è sormontato da una sfera di cristallo avente all'interno una sfera armillaria (derivata dalle teorie di Nicolò Copernico). Esso indica le ore, i giorni, le settimane, i mesi e gli anni (col calcolo addirittura degli anni bisestili).[30] Per la presenza di questo oggetto la stanza venne definita salon de la pendule (1760 pianta #2)[31].
Dal 1760 il cabinet intérieur (1760 pianta #7) era divenuto noto col nome di bureau du roi e questa nave divenne l'esemplificatrice non solo del gusto personale di Luigi XV ma anche uno degli esempi più propri dello stile Luigi XV. Nel 1755 Gilles Joubert sviluppò altri due gabinetti laterali a complemento di quello già sviluppato da Antoine-Robert Gaudreaux nel 1739 per accogliere la raccolta numismatica di Luigi XV[32]. Nel 1769 vi venne inserito il secretaire meccanico del re realizzato da Jean-François Oeben[33].
COn l'evoluzione del cabinet intérieur, Luigi XV promosse anche la costruzione del suo arrière cabinet (1760 pianta #8). Sopprimendo il cabinet des livres ed il salon ovale di Luigi XIV, Luigi XV creò una stanza privata (con un piccolo cabinet de la chaise) che comunicava direttamente con il degré du roi nel quale conduceva gran parte della propria vita di governo della Francia. Il mobilio essenziale e pratico riflette ancora oggi l'uso di questa sala[34].
Luigi XVI
[modifica | modifica wikitesto]Con l'eccezione di una parte degli appartamenti della principessa Maria Adelaide, Luigi XVI scelse di mantenere tutte le decorazioni del petit appartement du roi così come suo nonno Luigi XV le aveva lasciate.[35] L'arrière cabinet di Luigi XV venne ribattezzato cabinet des dépêches (1789 pianta #8); ad ogni modo Luigi XVI continuò ad utilizzare la medesima stanza-studio del nonno[36].
La pièce de la vaisselle d'or (1789 piantina #9) – originariamente premier salon de la petite galerie – formava parte degli appartement de Madame Adélaïde.[37] Sotto Luigi XVI, la pièce de la vaisselle d'or era la stanza ove il re conservava la propria collezione di rare porcellane e curiosità oltre ai doni ricevuti dai diplomatici[38]
La piccola stanza a nord dietro la pièce de la vaisselle d'or è il cabinet de la cassette du roi (1789 pianta #10). Questa stanza venne convertita in bagno da Luigi XV attorno al 1769. Luigi XVI utilizzò la stanza come luogo ove tenere i propri personali conti finanziari[38]. I pannelli che adornano le pareti sono databili all'epoca di Luigi XV, anche se Luigi XVI ordinò un totale restauro della sala nel 1784[38]. Quando Pierre de Nolhac assunse la direzione del museo di Versailles, egli scoprì che questa sala veniva usata come deposito per le scope dello staff di pulizia della reggia. Questa scoperta, apparentemente insignificante, portò invece a molti studi sulla vita e sulla storia di Versailles, consentendo di comprendere aspetti della vita quotidiana nel palazzo[39].
La bibliothèque de Louis XVI (1789 pianta #11) collocata ad est del pièce de la vaisselle d'or occupava lo spazio che era stato della chambre de Madame Adélaïde (che Luigi XV ribattezzò salon d'assemblée nel 1769) e precedentemente della petite galerie. Nel 1774 iniziò la costruzione della biblioteca con le decorazioni eseguite presso la bottega dei fratelli Rousseau che già avevano lavorato in precedenza alla pannellatura del cabinet de la cassette du roi ed a parte delle sculture per l'Opéra di Versailles[40]. Questa stanza rappresentava non solo il gusto personale di Luigi XVI ma anche uno dei migliori esempi di stile Luigi XVI in Francia.
La sala collocata di poco più a est della bibliothèque de Louis XVI è la salle à manger aux salles neuves (1789 pianta #12). Questa sala, un tempo deuxième salon de la petite galerie e parte sempre un tempo delle stanza della principessa Maria Adelaide di Francia, vennero rimodellate per ordine di Luigi XV nel 1769 per servire da sala da pranzo. I pannelli di Jacques Verberckt sono datati al 1769 e presentano drappeggi e scene di caccia realizzate da Jean-Baptiste Oudry nel 1774 quando Luigi XVI fece ridecorare la stanza[41]. La stanza divenne anche nota col nome di salle des porcelains per via della mostra che annualmente nel periodo natalizio vi ospitava i migliori prodotti della produzione della Sèvres[42].
La pièce des buffets o salle du billard (1789 pianta #13) occupava l'area che era stata dello Scalone degli Ambasciatori. Durante le cene, il tavolo da biliardo veniva coperto con assi di legno e vi venivano imbastiti banchetti d'onore per gli invitati del re[43]. La sala originariamente aveva una finestra aperta sulla cave du roi (1789 pianta III), cortile creato quando l'escalier des ambassadeurs venne demolito nel 1752.[44]
Occupante il sito del cabinet des médailles di Luigi XIV, il cabinet des jeux (1789 pianta #14) di Luigi XVI si situa nell'ambito di riammodernamento della sezione delle collezioni reali iniziato da quando Luigi XV ritrasferì la corte a Versailles nel 1722. La collezione venne riorganizzata in altre stanze del petit appartement du roi o vennero inviate alla bibliothèque du roi a Parigi. Con la demolizione dell'escalier des ambassadeurs nel 1752 e la successiva costruzione dell'appartamento per la principessa Maria Adelaide, il cabinet des médailles di Luigi XIV venne completamente trasformato in un'antichambre per la principessa Maria Adelaide. Dal 1775 la stanza venne ridecorata nell'ambito dei lavori che culminarono nel 1785 con la costruzione del teatro nei pressi del salon d’Hercule e Luigi XVI decise di rimodellare questa stanza intendendola come sala da gioco[45]. La salle à manger aux salles neuves, la salle du billiard ed il cabinet des jeux vennero utilizzate per i convitati alle feste private date da Luigi XVI e da Maria Antonietta dedicate ai loro amici e ad una parte ristretta della famiglia reale.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Le Guillou, 1986; Verlet 1985, pp. 227-228
- ^ Bluche, 1991
- ^ Verlet 1985, p. 227
- ^ Félibien, 66; Piganiole de la Force, 126
- ^ Brejon de Lavergnée, 1985; Félibien, 67; Piganiole de la Force, 129; Verlet 1985, p. 229
- ^ Félibien, 67; Piganiole de la Force, 129; Verlet 1985, p. 229
- ^ Verlet 1985, p. 230
- ^ Dangeau vol. 1 77-78; Verlet 1985, p. 232
- ^ Verlet 1985, p. 229
- ^ Félibien, 68; Piganiole de la Force, 140; Verlet 1985, p. 233
- ^ Piganiole de la Force, 141-149; Verlet 1985, p. 234
- ^ Josephson, 1926
- ^ Piganiole de la Force, 137
- ^ Verlet 1985, p. 233-234
- ^ Verlet 1985, p. 230-232
- ^ Cochet, 1859
- ^ Félibien descrive questo oggetto come tutto d'oro del peso di cinquanta marchi (circa 34 chilogrammi; Félibien, 116-117; Saule, 2005.
- ^ Verlet 313-314
- ^ Verlet 1985, p. 444-447
- ^ Verlet 1985, p. 442
- ^ Le Guillou, 1985
- ^ Verlet 1985, p. 450
- ^ Verlet 1985, p. 452; la stanza era conosciuta anche col nome di cabinet des tableaux
- ^ Verlet 1985, p. 457
- ^ Lo Scalone degli Ambasciatori - entrata cerimoniale al grand appartement du roi – venne distrutto nel 1752 in quanto le vetrate che ne componevano il soffitto erano troppo onerose da mantenere.
- ^ Verlet 1985, p. 473-474
- ^ Bluche, 2000; Marie, 1984
- ^ Verlet 1985, p. 442-443
- ^ Verlet 1985, p. 449
- ^ Luigi XV, durante la sera di Capodanno si sedeva di fronte all'orologio per ammirare il cambio di tutti i calendari dalla mezzanotte. L'orologio è ancora oggi funzionante.
- ^ Kuraszewski, 1976; Verlet 1985, p. 450
- ^ Verlet 1985, p. 452
- ^ Verlet 1985, p. 454
- ^ Verlet 1985, p. 459
- ^ Nel cabinet intérieur (1789 pianta #7), Luigi XVI coprì i muri coi ritratti della sua famiglia, ponendo curiosi contrasti con i pannelli intagliati di Jacques Verberckt; Verlet 1985, p. 525)
- ^ Rogister, 1993
- ^ Nel 1769, Luigi XV riannetté molte delle stanze dell'appartamento della principessa Maria Adelaide al suo petit appartement. Queste stanze - con l'eccezione della pièce de la vaisselle d'or – vennero ridecorate e riordinate da Luigi XVI; Verlet 1985, p. 474. A quel tempo l'appartamento era occupato dalla figlia di Luigi XV e questa sala era utilizzata come sala della musica. In questa sala, nel 1763, il giovane Mozart suonò per Luigi XV e per i membri della sua famiglia; Marie, 1984; Nolhac, 1926.
- ^ a b c Verlet 1985, p. 526
- ^ Nolhac, 1937
- ^ Verlet 1985, p. 513
- ^ Baulez, 1976; Verlet 1985, p. 527
- ^ Baulez, 1976
- ^ Verlet 1985, p. 527
- ^ Durante i restauri del palazzo ordinati da Luigi Filippo, la cave du roi venne convertita in scala.
- ^ Verlet 1985, p. 528
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Baillie, Hugh Murray (1967). “Etiquette and the Planning of State Apartements in Baroque Palaces.” Archeologia CI, 169-199.
- Félibien, Jean-François (1703). Description sommaire de Versailles ancienne et nouvelle. Paris: A. Chrétien.
- Kimball, Fiske (1946). “Unknown Versailles: The appartement du Roi, 1678-1701.” Gazette des Beaux-Arts 6 pér., vol. 29, 85-112.
- Meyer, Daniel (1989). “L'ameublement de la chambre de Louis XIV à Versailles de 1701 à nos jours.” Gazette des Beaux-Arts 6 pér., vol. 113 February, 79-104.
- Piganiol de la Force, Jean-Aymar (1701). Nouvelle description des châteaux et parcs de Versailles et Marly. Paris: Chez Florentin de la lune.
- Verlet, Pierre (1985). Le château de Versailles. Paris: Librairie Arthème Fayard.
- Batiffol, Louis (1913). “Le château de Versailles de Louis XIII et son architecte Philbert le Roy.” Gazette des Beaux-Arts 4 pér., vol. 10 November, 341-371.
- Batiffol, Louis (1909). “Origine du château de Versailles.” La Revue de Paris, April, 841-869.
- Berger, Robert W (1980). “The chronology of the Enveloppe of Versailles.” Architectura 10, 105-133.
- Berger, Robert W (1986). Versailles: The Chateau of Louis XIV. University Park: The College Arts Association.
- Brejon de Lavergnée, Arnauld (1985). “Le cabinet des tableaux du Roi (1661-1685/1686).” Colloque de Versailles.
- Combes, sieur de (1681). Explication historique de ce qu'il y a de plus remarquable dans la maison royale de Versailles. Paris: C. Nego.
- Félibien, André (1694). La description du château de Versailles, de ses peintures, et des autres ouvrags fait pour le roy. Paris: Antoine Vilette.
- Jestaz, Bertrand (1985). “Jules Hardouin-Mansart et ses dessinateurs.” Colloque de Versailles.
- Josephson, Ragnar (1926). “Relation de la visite de Nicodème Tessin à Marly, Versailles, Rueil, et St-Cloud en 1687.” Revue de l'Histoire de Versailles, January–March, 150-67, 274-300.
- Kimball, Fiske (1943). The Creation of the Rococo. Philadelphia: Philadelphia Museum of Art.
- Kimball, Fiske (1949). “Genesis of the Château Neuf at Versailles, 1668-1671.” Gazette des Beaux-Arts 6 pér., vol. 35, 353-372.
- LeGuillou, Jean-Claude (1985). “La création des cabinets et des petits appartements de Louis XV au château de Versailles 1722-1738.” Gazette des Beaux-Arts 6 pér., vol. 105 April 137-146.
- LeGuillou, Jean-Claude (1983). “Le château-neuf ou enveloppe de Versailles: concept et evolution du premier projet.” Gazette des Beaux-Arts 6 pér., vol. 102 December, 193-207.
- LeGuillou, Jean-Claude (1976). “Remarques sur le corps central du château de Versailles.” Gazette des Beaux-Arts 6 pér., vol. 87 February, 49-60.
- LeGuillou, Jean-Claude (1986). “Le Grand et le Petit Appartement de Louis XIV au château de Versailles.” Gazette des Beaux-Arts 6 pér., vol. 108 July–August, 7-22.
- Lighthart, E. (1997). Archétype et symbole dans le style Louis XIV versaillais: réflexions sur l'imago rex et l'imago patriae au début de l'époque moderne. Doctoral thesis.
- Marie, Alfred (1968). Naissance de Versailles. Paris: Edition Vincent, Freal & Cie.
- Marie, Alfred and Jeanne (1972). Mansart à Versailles. Paris: Editions Jacques Freal.
- Marie, Alfred and Jeanne (1976). Versailles au temps de Louis XIV. Paris: Imprimerie Nationale.
- Marie, Alfred and Jeanne (1984). Versailles au temps de Louis XV. Paris: Imprimerie Nationale.
- Meyer, Daniel (1976). “L'appartement interieur du Roi.” Revue du Louvre #3 175-183.
- Monicart, Jean-Baptiste de (1720). Versailles immortailisé. Paris: E. Ganeau.
- Nolhac, Pierre de (1899). “La construction de Versailles de LeVau.” Revue de l'Histoire de Versailles, February, 161-171.
- Nolhac, Pierre de (1901). La création de Versailles. Versailles: L. Bernard.
- Nolhac, Pierre de (1925). Versailles, résidence de Louis XIV. Paris: L. Conrad.
- Nolhac, Pierre de (1926). Versailles au XVIIIe siècle. Paris: Louis Conard.
- Saule, Béatrix (1985). “Trois aspects du premier ameublement du château de Versailles sous Louis XIV.” Colloque de Versailles.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul Petit appartement du roi